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MOSCATO DI SCANZO DOCG

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.M. 17.04.2002, G.U. 111 del 14.05.2002 - Approvato DOCG con D.M. 28.04.2009, G.U. 114 del 19.05.2009

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte con D.M. 07.03.2014  


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Scanzo (o Moscato di Scanzo) D.O.C.G.

La denominazione di origine controllata e garantita “Scanzo” o “Moscato di Scanzo” è riservata al vino che risponde alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione.

  • Scanzo o Moscato di Scanzo

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Moscato di Scanzo

 

  • Moscato di Scanzo (Vino Rosso Moscato)
  • Versioni: Dolce
  • => 100% Vitigno Moscato di Scanzo
  • => 17% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Moscato dal colore rosso rubino più o meno intenso che può tendere al cerasuolo con riflessi granati, odore delicato, intenso, persistente, caratteristico e sapore dolce, gradevole, armonico, con leggero retrogusto di mandorla.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Moscato di Scanzo

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Moscato di Scanzo si estende lungo i pendii dei colli bergamaschi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Moscato di Scanzo è localizzata in:

  • provincia di Bergamo e comprende il territorio del comune di Scanzorosciate.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Moscato di Scanzo

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Moscato di Scanzo prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino è del 30%.
  • Le pratiche di elaborazione prevedono l’appassimento delle uve dopo la raccolta in locali idonei (anche termo-idrocondizionati anche con ventilazione forzata), fino a raggiungere un tenore zuccherino di almeno 280 g/l.
  • Il vino ottenuto è sottoposto ad un periodo minimo di invecchiamento di due anni.

4. Produttori di Vino DOCG Moscato di Scanzo

Con l’utilizzo della DOCG Moscato di Scanzo i Produttori Vinicoli Lombardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Moscato di Scanzo

Vino da dessert, ottimo con pasticceria secca e cioccolato fondente.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Moscato di Scanzo

Le origini del Moscato Rosso Scanzese, si perdono nella notte dei tempi, tanto, per tradizione, da farli risalire all’epoca Atestina. Questa tradizione è confermata da diverse prove storiche, toponomastiche. La prima di queste è il toponimo stesso di Rosate, trasformatosi in Rosciate nella prima metà del 1800. Rosate è composto da due toponimi Ros e Ate. Il primo, Ros, in lingua greca ha il significato di mazzo di uva, parola ancora comunemente usata nella lingua locale bergamasca, con lo stesso significato. Il secondo toponimo, ate, è un termine celtico, dal significato di villaggio. I Celti giunti al greco Ros venne indicato come villaggio esistente al loro arrivo con l’aggiunta di ate. In quel villaggio si coltivava un vite che dava un' uva, con sapori particolarmente aromatici, dalla quale si ricavava un vino con sapori spiccatamente medio orientali.

Dai greci ai Celti ed infine i Romani, ai quali si fa risalire la fondazione di Scanzo, risultato della trasformazione di un castro romano, da luogo militare in residenza civile. Fu la famiglia dei centurioni Scantii, a dare il nome al nuovo villaggio. Da quel momento il Moscatello rosso di Rosciate, assume il nome di Moscato di Scanzo, i Romani, nuovi dominatori, prevalsero sui greci rosciatesi. Si ritorna a parlare delle viti scanzesi all’epoca delle invasioni barbariche, ove Alarico, che diede il suo nome al colle sulla cui sommità è posto l’antico Castelletto dei Bignami, feudatari dei Visconti di Milano, pose il suo quartier generale, dal quale diresse l’assedio di Bergamo.

La vite è pure oggetto del testamento di Alberico da Rosciate (8 giugno 1347). Ricompare come vino all’epoca delle lotte fra le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini.

FRANCIACORTA DOCG

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 21.07.1967, G.U. 209 del 21.08.1967 - Approvato DOCG con D.M. 01.09.1995, G.U. 249 del 24.10.1995

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportatate in G.U. n. 208 del 06.09.2023  


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Franciacorta D.O.C.G. 

La Denominazione d’Origine Controllata e Garantita "Franciacorta", è riservata al vino ottenuto esclusivamente con la rifermentazione in bottiglia e la separazione del deposito mediante sboccatura, rispondente alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Franciacorta
  2. Franciacorta Satèn
  3. Franciacorta Rosé

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Franciacorta

 

  • Franciacorta (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Pas-dosè /Extra-brut /Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec
  • =< 100% Vitigni Chardonnay e/o Pinot Nero. 
  • =< 50% Vitigno Pinot Bianco
  • =< 10% Vitigno Erbamat
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco Spumante dalla Spuma fine, intensa; Colore dal giallo paglierino più o meno intenso fino al giallo dorato; Odore fine, delicato, ampio e complesso con note proprie della rifermentazione in bottiglia; Sapore sapido, fresco, fine ed armonico.

  • Franciacorta Millesimato (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Pas-dosè /Extra-brut /Brut /Extra-dry 
  • =< 100% Vitigni Chardonnay e/o Pinot Nero. 
  • =< 50% Vitigno Pinot Bianco
  • =< 10% Vitigno Erbamat
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco Spumante dalla Spuma fine e intensa; Colore dal giallo paglierino più o meno intenso fino al giallo dorato; Odore fine, delicato, ampio e complesso con note proprie della rifermentazione in bottiglia; Sapore sapido, fine ed armonico.

  • Franciacorta Riserva (Vino Bianco Spumante Invecchiato)
  • Versioni: Pas-dosè /Extra-brut /Brut
  • =< 100% Vitigni Chardonnay e/o Pinot Nero. 
  • =< 50% Vitigno Pinot Bianco
  • =< 10% Vitigno Erbamat
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco Spumante dalla Spuma fine e intensa; Colore dal giallo paglierino più o meno intenso, fino al giallo dorato con eventuali riflessi ramati; Odore di note complesse ed evolute proprie di un lungo affinamento in bottiglia; Sapore sapido, fine ed armonico.

  • Franciacorta Satèn (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Brut 
  • => 50% Vitigno Chardonnay
  • =< 50% Vitigno Pinot Bianco
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla Spuma persistente e cremosa; Colore giallo paglierino intenso; Odore fine, delicato, con note proprie della rifermentazione in bottiglia; Sapore sapido, cremoso, fine ed armonico.

  • Franciacorta Satèn Millesimato (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Brut 
  • => 50% Vitigno Chardonnay
  • =< 50% Vitigno Pinot Bianco
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla Spuma persistente e cremosa; Colore giallo paglierino più o meno intenso fino al giallo dorato; Odore fine, complesso con note proprie della rifermentazione in bottiglia; Sapore sapido, cremoso, fine ed armonico.

  • Franciacorta Satèn Riserva (Vino Bianco Spumante Invecchiato)
  • Versioni: Brut 
  • => 50% Vitigno Chardonnay
  • =< 50% Vitigno Pinot Bianco
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla Spuma persistente e cremosa; Colore giallo dorato più o meno intenso; Odore di note complesse ed evolute proprie di un lungo affinamento in bottiglia; Sapore sapido, fine ed armonico.

  • Franciacorta Rosé (Vino Rosato Spumante)
  • Versioni: Pas-dosè /Extra-brut /Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec
  • => 65% Vitigno Chardonnay
  • => 35% Vitigno Pinot Nero
  • =< 50% Vitigno Pinot Bianco
  • =< 10% Vitigno Erbamat
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Spumante dalla Spuma fine e intensa; Colore rosa più o meno intenso; Odore fine, delicato, ampio, complesso, con sentori tipici del Pinot nero e con note proprie della rifermentazione in bottiglia; Sapore sapido, fresco, fine ed armonico.

  • Franciacorta Rosé Millesimato (Vino Rosato Spumante)
  • Versioni: Pas-dosè /Extra-brut /Brut /Extra-dry
  • => 65% Vitigno Chardonnay
  • => 35% Vitigno Pinot Nero
  • =< 50% Vitigno Pinot Bianco
  • =< 10% Vitigno Erbamat
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Spumante dalla Spuma fine e intensa; Colore rosa più o meno intenso; Odore fine, delicato, ampio, complesso, con sentori tipici del Pinot nero e con note proprie della rifermentazione in bottiglia; Sapore sapido, fresco, fine ed armonico.

  • Franciacorta Rosé Riserva (Vino Rosato Spumante Invecchiato)
  • Versioni: Pas-dosè /Extra-brut /Brut 
  • => 65% Vitigno Chardonnay
  • => 35% Vitigno Pinot Nero
  • =< 50% Vitigno Pinot Bianco
  • =< 10% Vitigno Erbamat
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Spumante dalla Spuma fine e intensa; Colore rosa più o meno intenso con possibili riflessi ramati; Odore complesso, evoluto dai sentori tipici del Pinot nero, con bouquet proprio di un lungo affinamento in bottiglia; Sapore sapido, fresco, fine ed armonico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Franciacorta

Il territorio della Franciacorta è delimitato a est dalle colline rocciose e moreniche di Rodengo, Ome, Gussago e Cellatica, a nord dalle sponde meridionali del Lago d’Iseo e dalle ultime propaggini delle Alpi Retiche, a ovest dal fiume Oglio e infine a sud dal Monte Orfano. Esso è formato da un ampio anfiteatro morenico formatosi durate le glaciazioni delle ere geologiche Secondaria e Terziaria per effetto dei movimenti di espansione e arretramento del grande ghiacciaio proveniente dalla Valcamonica ed è caratterizzato da un’estrema complessità morfologica e geologica.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Franciacorta è localizzata in:

  • provincia di Brescia e comprende il territorio dei comuni di Paratico, Capriolo, Adro, Erbusco, Cortefranca, Iseo, Ome, Monticelli Brusati, Rodengo Saiano, Paderno Franciacorta, Passirano, Provaglio d’Iseo, Cellatica, Gussago e, in parte, il territorio dei comuni di Cologne, Coccaglio, Rovato e Cazzago S. Martino.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Franciacorta

Le pratiche relative all’elaborazione sono quelle tradizionalmente utilizzate per l’elaborazione dei vini a rifermentazione in bottiglia che nel tempo vengono modificate coerentemente con le acquisizioni tecnico-scientifiche e con gli obiettivi di qualità prefissati. Tra tutte si evidenzia ad esempio l’obbligo della pressatura diretta delle uve, senza diraspatura, tecnica molto importante per garantire il corretto frazionamento dei mosti.

  • La resa massima da uva a vino base, prima delle operazioni di presa di spuma, è pari al 65%. E' consentita l’eventuale maggiore resa in vino base, fino ad un massimo del 6%, che non ha diritto alla denominazione “Franciacorta” ma potrà essere impiegato per la produzione di IGT “Sebino”. Qualora la resa complessiva superi il suddetto limite di resa (65% e relativo 6%) tutto il vino ottenuto perde il diritto alla denominazione “Franciacorta” ma potrà essere destinato alla produzione di IGT “Sebino”.
  • È consentito anche l’utilizzo di contenitori in legno di rovere per le operazioni di vinificazione e di affinamento, ed è altresì consentito produrre i vini “Franciacorta” Millesimati e Riserva purché ottenuti con almeno l’85% del vino dell’annata di riferimento.
  • A partire dalla data del tiraggio (imbottigliamento), i vini iniziano un periodo minimo obbligatorio di affinamento sui lieviti, cui segue la separazione dei depositi mediante sboccatura manuale o meccanica.
  • Il periodo di affinamento per ciascuna tipologia di vino DOCG Franciacorta ha durata minima in mesi:
    • 18 Franciacorta 
    • 24 Franciacorta Rosé
    • 24 Franciacorta Satèn
    • 30 Franciacorta millesimato
    • 30 Franciacorta Rosé millesimato
    • 30 Franciacorta Satèn millesimato
    • 60 Franciacorta riserva
    • 60 Franciacorta Rosé riserva
    • 60 Franciacorta Satèn riserva

4. Produttori di Vino DOCG Franciacorta

Con l’utilizzo della DOCG Franciacorta i Produttori Vinicoli Lombardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Franciacorta

Aperitivi, piatti di pesce, pietanze a base di carni bianche e formaggi tra cui il Taleggio e il Quartirolo lombardo. La versione Demi-sec è ideale per il dessert.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Franciacorta

La presenza della vite in forma spontanea sin dalla preistoria è la dimostrazione che trattasi di areale vocato alla viticoltura. Ne sono una prova i rinvenimenti di vinaccioli di epoca preistorica ed il materiale archeologico rinvenuto su tutta la zona oltre alle diverse testimonianze di autori classici, da Plinio a Columella a Virgilio. Sappiamo anche dei popoli che si stanziarono in Franciacorta e che conosciamo anche attraverso testimonianze storiografiche: i galli Cenomani, i Romani, i Longobardi. Documenti del IX, e del X e XI secolo di importanti enti monastici urbani testimoniano una diffusione colturale della vite e sono una prova della continuità, suggellata da significativi rinvenimenti archeologici nella zona, della vitivinicoltura dall’età tardo antica al pieno medioevo in Franciacorta.

Il toponimo Franzacurta comparve per la prima volta in un'ordinanza dell’Ottavo Libro degli Statuti di Brescia nell’anno 1277 e riguardava una ingiunzione fatta ai comuni di Gussago e Rodengo per la riparazione del ponte sul fiume Mella in località Mandolossa: «Pro utilitate Sua propria et omnium amicorum Franzacurta». Chi riceveva l’ordine, conosceva bene quindi quali erano i territori franciacortini che avrebbero tratto beneficio dal suo lavoro a testimonianza di un uso più antico del nome probabilmente legato alla potenza di quelle corti monastiche (Rodengo, Provaglio, Rovato) fondate dai cluniacensi e libere dal pagamento della decima al vescovo di Brescia, quindi corti franche o libere o, nel latino del tempo, francae curtae. Recenti studi indicherebbero che lo stato di libertà fosse riferito alle merci che dalla Franciacorta transitavano verso il libero comune di Brescia, esenti da dazio in cambio del mantenimento del passaggio della strada che da Brescia conduceva a Iseo e da lì, lungo il lago, all’approvvigionamento del ferro della Val Camonica. Quale che sia l’origine della «libertà» è certamente nel latino «francae» e nel ruolo dei monasteri «curtae» che va ricercata l’origine del nome.

Nel primo Quattrocento, grazie ad un prolungato periodo di stabilità, vi fu una crescita delle attività agricole, l’investimento di nuovi capitali e la concentrazione nella fascia collinare suburbana e franciacortina della produzione vitivinicola, grazie alla diffusione di nuove tecniche come la piantana e la pergola. Nell’intreccio tra storia, vino e cultura della Franciacorta si inserisce una delle prime pubblicazioni al mondo sulla tecnica di preparazione dei vini a fermentazione naturale in bottiglie e sulla loro azione sul corpo umano. Stampato in Italia nel 1570, il testo viene scritto dal medico bresciano Gerolamo Conforti con il significativo titolo di "Libellus de vino mordaci”. Questo medico, i cui studi precedettero le intuizioni dell’illustre abate Dom Perignon, mise in rilievo la notevole diffusione e il largo consumo briosi e spumeggianti ed è inconfutabilmente una prova del legame profondo e antico tra questo territorio ed il Franciacorta.

Tra le testimonianze più recenti quella di Gabriele Rosa che nel suo trattato sui vini del 1852 ricorda come i vini bianchi di Franciacorta siano “eccellentissimi, racenti e garbi”.

Nel 1967 viene istituita la Doc Franciacorta che è una delle prime Denominazioni di origine controllata nate in Italia e che contempla anche la tipologia spumante. A quest’ultima nel 1995 viene dedicato specificatamente il riconoscimento massimo della piramide della qualità dei vini italiani, la Denominazione di origine controllata e garantita che segnerà un momento di svolta nel percorso di sempre maggiore riconoscimento del legame indissolubile tra questo vino e il suo territorio, avendo scelto il termine Franciacorta come l’unico per identificare il vino e il metodo di elaborazione.

VAL POLCEVERA DOC

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con DM 16.03.1999, G.U. 72 del 27.03.1999

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Val Polcèvera D.O.C.

La denominazione d'origine controllata "Val Polcèvera" e alla relativa Sottozona, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bianco, anche nelle tipologie Spumante di qualità, Frizzante e Passito
  2. Rosso, anche nelle tipologie Novello e Frizzante
  3. Rosato, anche nella tipologia Frizzante
  4. Bianchetta Genovese, anche nella tipologia Frizzante
  5. Vermentino, anche nella tipologia Frizzante
  6. Sottozona de Vino Val Polcévera DOC »

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Val Polcèvera

 

  • Val Polcèvera Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigni Vermentino, Bianchetta Genovese e Albarola, da soli o congiuntamente;
  • =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu' o meno intenso, odore caratteristico, delicato, persistente e sapore secco, sapido.

  • Val Polcèvera Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigni Vermentino, Bianchetta Genovese e Albarola, da soli o congiuntamente;
  • =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino piu' o meno intenso, odore delicato, persistente e sapore secco, sapido.

  • Val Polcèvera Bianco Spumante di qualità (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Brut
  • => 60% Vitigni Vermentino, Bianchetta Genovese e Albarola, da soli o congiuntamente;
  • =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino, odore fine, delicato, persistente e sapore secco, fresco, leggero ma persistente.

  • Val Polcèvera Bianco Passito (Vino Bianco Passito)
  • Versioni: Dolce
  • => 60% Vitigni Vermentino, Bianchetta Genovese e Albarola, da soli o congiuntamente;
  • =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Passito dal colore giallo piu' o meno intenso, odore ampio, intenso, persistente e sapore dolce, caldo, sapido, pieno, persistente.

  • Val Polcèvera Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigni Dolcetto, Sangiovese e Ciliegiolo, da soli o congiuntamente;
  • =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino piu' o meno intenso, odore gradevole e sapore secco.

  • Val Polcèvera Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigni Dolcetto, Sangiovese e Ciliegiolo, da soli o congiuntamente;
  • =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino piu' o meno intenso, odore gradevole, caratteristico e sapore secco.

  • Val Polcèvera Rosso Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigni Dolcetto, Sangiovese e Ciliegiolo, da soli o congiuntamente;
  • =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore rosso rubino piu' o meno intenso, odore gradevole e sapore asciutto, secco.

  • Val Polcèvera Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigni Dolcetto, Sangiovese e Ciliegiolo, da soli o congiuntamente;
  • =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosato più o meno intenso, odore delicato e sapore secco, fresco, armonico.

  • Val Polcèvera Rosato Frizzante (Vino Rosato Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigni Dolcetto, Sangiovese e Ciliegiolo, da soli o congiuntamente;
  • =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore rosato rubino piu' o meno intenso, odore delicato e sapore secco, fresco, armonico.

  • Val Polcèvera Bianchetta Genovese (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Bianchetta Genovese
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu' o meno intenso, odore fine, delicato, discretamente persistente e sapore secco, sapido, pieno.

  • Val Polcèvera Bianchetta Genovese Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Bianchetta Genovese
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino piu' o meno carico, odore fine, delicato e sapore secco, sapido, pieno.

  • Val Polcèvera Vermentino (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Vermentino
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino con eventuali riflessi verdolini, odore delicato, fruttato e sapore secco, sapido, armonico.

  • Val Polcèvera Vermentino Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Vermentino
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino con eventuali riflessi verdolini, odore delicato, fruttato e sapore secco, sapido, armonico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Val Polcèvera

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Val Polcèvera si estende lungo il bacino genovese del torrente Polcevera e dei suoi affluenti Sardorella, Secca, Ricco' e Verde, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Val Polcèvera è localizzata in:

  • provincia di Genova e comprende il territorio dei comuni di Genova, Sant'Olcese, Serra Ricco', Mignanego, Campomorone, Ceranesi e Mele.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Val Polcevera

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Val Polcèvera prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Val Polcèvera non dovrà essere superiore al 70% e al 50% per la tipologia di Vino Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto. 
  • Il Vino DOC Val Polcèvera Novello deve essere ottenuto con una macerazione carbonica di almeno il 40% delle uve.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Val Polcèvera Bianco Passito devono essere sottoposte ad appassimento naturale sulla pianta o sui graticci.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Val Polcèvera è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, con esclusione delle tipologie Frizzante e Spumante.

4. Produttori di Vino DOC Val Polcevera

Con l’utilizzo della DOC Val Polcèvera i Produttori Vinicoli Liguri sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Val Polcevera

Formaggio di S. Stefano d'Aveto, mitili della Spezia, trenette e trofie al pesto, stoccafisso alla ligure, salame genovese, coniglio e verdure ripiene.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Val Polcevera

La viticoltura nella Val Polcevera costituisce testimonianza storica antica di un territorio da sempre coltivato in intimo contatto con la vicina città di Genova che fin dal medioevo ne costituiva il principale mercato di sbocco (il “vino di Genova”).

L’apprezzamento dei vini di questa zona (Coronata) trova numerose testimonianze come quella di Stendhal suo celeberrimo resoconto di viaggio intitolato Viaggio in Italia.

Nel 117 a.C. sulla “Tavola Bronzea” (sentenza del senato romano, trascritta su un vergato di bronzo, che definiva una vertenza tra popolazioni locali e trovata casualmente in zona serra Riccò) il vino "Valpolcevera" era indicato come valore di scambio nelle imposte. Da tale data (simbolicamente definita come inizio storico di riferimento) la produzione di vino locale ha sempre accompagnato la vita economica delle popolazioni locali.

Una base ampelografica contenuta ma dalle caratteristiche di peculiarità, come la Bianchetta Genovese, la Lumassina, il Vermentino ecc…, costituiscono elementi di valore che hanno consentito l’affermarsi dei vini prodotti in questa particolare area geografica.

L’introduzione della innovazione tecnologica in campo ed in cantina non hanno comunque mutato una tradizione consolidata nella forma di coltivazione a filare contenuto nella vigoria, e nella conservazione dei vini ancora diffusa i contenitori in legno.

Il Vino DOC Val Polcèvera ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 16 marzo 1999.

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 28.01.1972, G.U. 125 del 15.05.1972

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 30.11.2011


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Rossese di Dolceacqua (o Dolceacqua) D.O.C.

La Denominazione di Origine “Rossese di Dolceacqua” (o Dolceacqua) è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso
  2. Rosso Superiore

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Rossese di Dolceacqua

 

  • Rossese di Dolceacqua (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
    • => 95% Vitigno Rossese
    • =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
    • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso dal colore rosso rubino, granato se invecchiato, odore vinoso intenso, ma delicato, caratteristico, dal sapore morbido, aromatico, caldo.

  • Rossese di Dolceacqua Superiore (Vino Rosso Superiore)
  • Versioni: Secco
  • => 95% Vitigno Rossese
  • =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino, granato se invecchiato, odore vinoso intenso, ma delicato, caratteristico, dal sapore morbido, aromatico, caldo.

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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Rossese di Dolceacqua

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Rossese di Dolceacqua si estende nell'estrema parte occidentale della Liguria, in terreni collinari terrazzati adeguatamente ventilati, luminosi e favorevoli all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Rossese di Dolceacqua è localizzata in:

  • provincia di Imperia e comprende il territorio dei comuni di Dolceacqua, Apricale, Baiardo, Camporosso, Castelvittorio, Isolabona, Perinaldo, Pigna, Rocchetta Nervina, San Biagio della Cima e Soldano, nonché la frazione Vallecrosia Alta, del comune di Vallecrosia, e quella di Mortola Superiore, S. Bartolomeo – Carletti, Ville, Calandri, S. Lorenzo, S. Bernardo, Sant’Antonio, Sealza, Villatella, Calvo-S. Pancrazio, Torri, Verrandi e Calandria di Trucco del comune di Ventimiglia, e quella parte del territorio del comune di Vallebona che è situata sulla riva destra del torrente Borghetto.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Rossese di Dolceacqua

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Rossese di Dolceacqua prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Rossese di Dolceacqua non dovrà essere superiore al 70%.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Rossese di Dolceacqua è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Rossese di Dolceacqua

Con l’utilizzo della DOC Rossese di Dolceacqua i Produttori Vinicoli Liguri sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Rossese di Dolceacqua

Coniglio alla ligure, stufato di castrato all'olio d'oliva, erbe aromatiche e pomodoro.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Rossese di Dolceacqua

Nella seconda metà del XIII secolo, i vigneti, consociati sovente ai ficheti secondo il sistema dell’“aggrego”, costituiscono ormai l’elemento predominante del paesaggio agrario nelle valli intemelie tracciate dai corsi d’acqua Roia, Nervia e Verbone. Documentazione commerciale tra il centro di Ventimiglia e il porto di Geova, risalente al 1258-59, cita quantità notevoli (oltre 21.000 lt.) di vino rosso “Vermiglio” certamente il primitivo modello dell’attuale Rossese, di cui si farà menzione nei secoli seguenti.

Le fonti rivelano anche l’ubicazione di molti terreni vitati in siti tuttora riconoscibili: nella piana di Latte e sui declivi collinari che delimitano la valletta omonima, a Roverino e Santo Stefano in Val Roia, a Seborino, San Pietro, Sant’Andrea e San Giorgio in Val Nervia, a San Vincenzo e in Verbone lungo il torrente di Vallecrosia, a Borghetto e Vallebona nell’immediato retroterra dell’abitato attuale di Bordighera.

A cavallo di Medioevo ed Età Moderna, al rosso “Vermiglio” si affiancano il “Rocesio” o Rossese bianco e soprattutto il Moscatello o Moscato bianco, che rivaleggia con quello celeberrimo di Taggia. Nei secoli XVII-XVIII l’espansione dell’olivo ridisegna il paesaggio agrario intemelio, tuttavia l’incidenza della vite rimane molto forte nel territorio del Marchesato dei Doria di Dolceacqua, dove si assiste al declino del Moscatello, che cede di fronte al considerevole afflusso di vini d’oltralpe o spagnoli di maggiore qualità, e all’impianto del Rossese a bacca nera, di probabile origine francese.

Nel corso dell’Ottocento, i vigneti si spostano in posizioni d’altura ben esposte al sole, radicandosi nei luoghi che costituiscono le attuali “indicazioni geografiche” del Dolceacqua.

Nel 1883, i borghi facenti parte dell’attuale denominazione di origine producono circa 16.000 ettolitri di vino. All’inizio del XX secolo, dopo l’impatto devastante della fillossera, la superficie vitata delle Valli Nervia e Roia supera i 2.400 ettari, circa il 40% del totale provinciale, laddove la produzione, nel 1923, tocca il vertice di 36.000 ettolitri.

Il Rossese alligna, come vitigno principale, in tutti i comuni intemeli, ma registriamo pure la discreta presenza della varietà Massarda a bacca bianca. Intorno agli anni Cinquanta, infine, nell’estrema area occidentale della provincia di Imperia vengono fabbricati circa 7.000 ettolitri di Rossese, che ottiene lusinghieri apprezzamenti partecipando ai concorsi enologici banditi dalla Camera di Commercio di Asti.

Il Vino DOC Rossese di Dolceacqua ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 28 gennaio 1972.

Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

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