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CALABRESE (NERO D'AVOLA)

Varietà: 046 CALABRESE - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 Gazzetta ufficiale: G.U. 149 - 17/06/1970


Vitigno Calabrese (Nero d'Avola) | Assovini.it


Il vitigno Calabrese (o Nero d'Avola), a bacca nera, viene coltivato nelle regioni Abruzzo, BasilicataCalabria, Lazio, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria.

Anche se il nome induce a pensare alla Calabria, il Nero d'Avola è il vitigno a bacca nera più rappresentativo, blasonato e importante dell'enologia siciliana. Tuttavia non si è in grado di ricostruire quando sia giunto nell'isola, e Calabrese è il nome con cui è indicato durante tutto l'Ottocento, rimasto tale anche nel 1970 quando è stato iscritto al Registro Nazionale delle Varietà della Vite. Per sgombrare il campo da ogni possibile confusione circa le sue origini, occorre precisare che il nome Calabrese altro non è che una italianizzazione del termine dialettale siculo "Calaravrisi", cioè uva (cala) di Avola, che si può anche intendere come "venuta da Avola". Infatti dal piccolo centro del Siracusano il vitigno si è poi diffuso nei comuni di Noto e Pachino, e da lì in tutta la Sicilia. Prima di diventare l'attuale principe dei vini rossi siciliani da invecchiamento, in passato il Calabrese o Nero d'Avola ha riscosso notevole successo nella produzione dei vini novelli. Oggi, oltre ad essere vinificato in purezza, viene impiegato in uvaggio con i vitigni MerlotCabernet Sauvignon e, soprattutto, con il Syrah, abbinamento che sta dando eccellenti risultati.


  • Caratteristiche del vitigno
    • Foglia: grande, orbicolare, intera.
    • Grappolo: medio, conico, alato, spesso composto e mediamente compatto.
    • Acino: medio, ellissoidale od ovale 
    • Buccia: pruinosa, di medio spessore, molto resistente, di colore bluastro.


  • Caratteristiche sensoriali del vino
    • Dal vitigno Calabrese (Nero d'Avola) si ottiene un vino dal colore rosso-rubino, asciutto, molto alcoolico, giustamente acido, corposo, di odore e sapore neutro. I vini in purezza si sono rivelati adatti all'affinamento in botte, grazie ad aromi fini e un buon potenziale d'invecchiamento.

CHARDONNAY

Varietà: 298 CHARDONNAY - Data di ammissione al Registro: 24/10/1978 - Gazzetta ufficiale: G.U. 323 - 18/11/1978


Vitigno Chardonnay | Assovini.it


Il vitigno Chardonnay, a bacca bianca, viene coltivato nelle regioni:  AbruzzoBasilicataCalabriaCampaniaEmilia-RomagnaFriuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise PiemontePuglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto AdigeUmbria Valle d'Aosta Veneto

Le sue origini secondo molti non sono mai state chiare, secondo alcuni studiosi ha origini mediorientali, secondo altri nasce da un incrocio spontaneo da una vite pre-addomesticata ed un vitigno illiro, ovvero proveniente da quella zona che oggi corrisponde a Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro e Albania. Le ipotesi più accreditate reclamano un vitigno originario dell'omonimo comune francese di Chardonnay, in Borgogna.


  • Caratteristiche del vitigno
    • Foglia: media, intera, ondulata e liscia.
    • Grappolo: medio-piccolo, compatto a forma cilindrico-conica, con a volte due ali poco pronunciate.
    • Acino: piccolo, sferoide 
    • Buccia: sottile e pruinosa, di colore verde-giallo.


  • Caratteristiche sensoriali del vino
    • Dalle uve di Chardonnay si possono ottenere vini fermi, frizzanti o spumanti, con elevata gradazione alcolica e buona acidità. Alla vista il vino presenta un colore giallo paglierino non particolarmente carico; all'olfatto è caratteristico, delicato e fruttato (frutta tropicale, ananas e banana in particolare), e al palato esprime piacevole freschezza e sapidità. Sentori di frutta secca indicheranno il percorso evolutivo del vino, che potrà offrire sensazioni gusto-olfattive più armoniche.

  • Produttori di Vino con utilizzo di uve Chardonnay
    • Di seguito l'elenco dei Produttori vinicoli della Basilicata con la lista dei rispettivi Vini prodotti in tutto o in parte con uve Chardonnay e il Certificato di Qualità rilasciato dal Panel Assovini Sommelier. 

CILIEGIOLO

Varietà: 062 CILIEGIOLO - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 Gazzetta ufficiale: G.U. 149 - 17/06/1970


Vitigno Ciliegiolo | Assovini.it


Il vitigno Ciliegiolo, a bacca nera, viene coltivato nelle regioni: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.

Il Ciliegiolo è un vitigno introdotto in Italia intorno al 1870 dalla Spagna, ecco perchè viene chiamato anche con il sinonimo "Ciliegiolo di Spagna". La sua origine è molto incerta, ci sono alcune teorie riguardanti il suo passato, quando si pensava che il Ciliegiolo fosse un sinonimo dell’Aleatico. In seguito, però, la teoria si rivelò errata, infatti altre vecchie ipotesi danno il Ciliegiolo come antenato del Sangiovese, oppure, che sia un vitigno di origini Etrusche. Studi recenti indicano, inoltre, il Ciliegiolo quale fratello dell’Aglianicone, vitigno autoctono della Campania.


  • Caratteristiche del vitigno
    • Foglia: media o grande, pentagonale, trilobata o pentalobata.
    • Grappolo: grosso, semi-compatto o compatto, allungato, cilindrico, piramidale, alato.
    • Acino: medio-grosso, arrotondato. 
    • Buccia: di medio spessore, di colore nero-violaceo, ricca di pruina.


  • Caratteristiche sensoriali del vino
    • Vinificato in purezza il vitigno Ciliegiolo dà un vino dal tipico colore rosso rubino intenso con sfumature violacee, piuttosto alcolico, elegante e di buon corpo. Al naso colpisce l’ampiezza e dolcezza della sensazione fruttata che, con la maturazione del vino, evolve verso aromi di marasca, prugna e confettura di frutti di bosco e sottobosco.

  • Produttori di Vino con utilizzo di uve Ciliegiolo
    • Di seguito l'elenco dei Produttori vinicoli della Basilicata con la lista dei rispettivi Vini prodotti in tutto o in parte con uve Ciliegiolo e il Certificato di Qualità rilasciato dal Panel Assovini Sommelier. 

CORTESE

Varietà: 069 CORTESE - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 Gazzetta ufficiale: G.U. 149 - 17/06/1970


Vitigno Cortese | Assovini.it


Il vitigno Cortese, a bacca bianca, viene coltivato nelle regioni Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Trentino Alto Adige, Veneto.

Il Cortese è un vitigno nominato per la prima volta tra le uve bianche piemontesi nel 1659, quando il fattore del Marchese Doria scriveva di viti tutte di cortese, qualche vermentino, nebbioli dolci. In una memoria del 1799 il Conte Nuvolone presentò questo vitigno con il nome dialettale di "corteis". I primi storici che si occuparono scientificamente del cortese furono Demaria e Leardi nella loro opera del 1870 sui vitigni coltivati all'epoca nell'area alessandrina.

Il cortese è maggiormente diffuso in Piemonte, nelle province di Asti, sulla sponda destra del Tanaro; in provincia di Alessandria, soprattutto nel Novese e nel Tortonese, e in provincia di Cuneo, in bassa Valle Belbo.


  • Caratteristiche del vitigno
    • Foglia: media, pentagonale, pentalobata, a volte con sette lobi, verde scuro con nervature più chiare.
    • Grappolo: medio-grande, conico-piramidale, alato, spargolo.
    • Acino: medio-grande, ellissoidale 
    • Buccia: leggermente pruinosa, sottile, di colore giallo dorato, con invaiatura più marcata se esposta al sole.


  • Caratteristiche sensoriali del vino
    • Dal vitigno cortese si ottiene un vino di colore giallo paglierino con riflessi verdolini abbastanza consistente, intenso, abbastanza complesso, con sentori di frutta, come la pesca bianca, albicocca, floreali di  biancospino, una lieve sfumatura minerale. Chiude con un finale di mandorla amara e lievemente di nocciola, secco, abbastanza caldo, abbastanza morbido, sapido con una buona dose di acidità, finale leggermente ammandorlato, di corpo, abbastanza equilibrato, intenso, fine.
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