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MATERA DOC

  • NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOC MATERA

    • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 06.07.2005, G.U. 163 del 15.07.2005 
    • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento Ministeriale Prot. Uscita N.0050348 del 12/07/2019

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


  • VINO MATERA D.O.C.

    La denominazione di origine controllata «Matera» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

    1. Rosso
    2. Primitivo
    3. Primitivo Passito
    4. Rosato
    5. Moro
    6. Moro Riserva
    7. Greco
    8. Bianco
    9. Bianco Passito
    10. Spumante
    11. Spumante Rosé

  • 1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOC MATERA

    1. Tipologie e Uve del Vino DOC Matera

     

    • Matera Rosso (Vino Rosso)
    • Versioni: Secco
    • => 60% Vitigno Sangiovese
    • => 30% Vitigno Primitivo
    • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore complesso, fruttato e sapore armonico, caratteristico.

    • Matera Primitivo (Vino Rosso)
    • Versioni: Secco /Abboccato
    • => 90% Vitigno Primitivo
    • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al violaceo ed al granato con l'invecchiamento, odore intenso, persistente, caratteristico e sapore da secco ad abboccato, con residuo zuccherino massimo di 14.0 g/l, pieno, armonico, tendente al vellutato.

    • Matera Rosato (Vino Rosato)
    • Versioni: Secco
    • => 90% Vitigno Primitivo
    • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosato dal colore rosato cerasuolo, odore intenso, persistente caratteristico e sapore secco, pieno, armonico.

    • Matera Primitivo Passito (Vino Rosso Passito)
    • Versioni: Dolce
    • => 90% Vitigno Primitivo
    • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 14,5% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso Passito dal colore rosso più o meno carico tendente al granato, odore caratteristico ed intenso e sapore dolce, armonico e vellutato.

    • Matera Moro (Vino Rosso)
    • Versioni: Secco
    • => 60% Vitigno Cabernet Sauvignon
    • => 20% Vitigno Primitivo
    • => 10% Vitigno Merlot
    • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, odore intenso, persistente e sapore secco, pieno, armonico tendente al vellutato.

    • Matera Moro Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
    • Versioni: Secco
    • => 60% Vitigno Cabernet Sauvignon
    • => 20% Vitigno Primitivo
    • => 10% Vitigno Merlot
    • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso tendente al granato, odore intenso, persistente e sapore secco, di corpo, armonico tendente al vellutato.

    • Matera Greco (Vino Bianco)
    • Versioni: Secco
    • => 85% Vitigno Greco
    • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore caratteristico, intenso, persistente e sapore tipico, caratteristico.

    • Matera Bianco (Vino Bianco)
    • Versioni: Secco
    • => 85% Vitigno Malvasia Bianca di Basilicata
    • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 11° Gradazione alcolica 
    • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore intenso, fruttato e sapore tipico, secco, sapido.

    • Matera Bianco Passito (Vino Bianco Passito)
    • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
    • => 85% Vitigno Malvasia Bianca di Basilicata
    • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco Passito dal colore dal giallo carico all’ambrato a seconda dell’invecchiamento, odore intenso, fruttato e sapore caratteristico, da secco a dolce, sapido.

    • Matera Spumante (Vino Bianco Spumante)
    • Versioni: Spumante Brut
    • => 85% Vitigno Malvasia Bianca di Basilicata
    • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 12,5% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino, odore fruttato, tipico, gradevole e sapore tipico, caratteristico.

    • Matera Spumante Rosè (Vino Rosato Spumante)
    • Versioni: Spumante Brut
    • => 90% Vitigno Primitivo
    • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosato Spumante dalla spuma fine e persistente, colore rosato cerasuolo, odore fruttato, caratteristico, gradevole e sapore caratteristico.

    __________

    (Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


  • 2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOC MATERA

    L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Matera ricade nella parte ovest sud-ovest della Regione Basilicata, su una superficie abbastanza ampia che interessa tutta la provincia di Matera e comprende un territorio di media collina e fascia litorale costiera.

    La Zona di Produzione riguarda la provincia di Matera e comprende:

    • l'intero territorio della provincia di Matera.

  • 3. VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOC MATERA

    La resa massima dell’uva in vino DOC Matera non dovrà essere superiore al 70% e del 50% per la tipologia Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.

    Le pratiche enologiche relative alla producione dei Vini DOC Matera prevedono, tra l'altro, che:

    • la spumantizzazione dei Vini DOC Matera Spumante e Spumante Rosè devono essere effettuate con la fermentazione in bottiglia;
    • Le tipologie di Vino DOC Matera Rosso, Primitivo, Moro devono essere sottoposti ad un periodo di maturazione obbligatorio di 12 mesi; per la versione Riserva il periodo è di 36 mesi di cui almeno 24 in botte.

  • 4. PRODUTTORI DI VINO DOC MATERA

    Con l’utilizzo della DOC Matera Produttori Vinicoli Lucani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine Vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione.

    CANTINE VINICOLE



  • 6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOC MATERA

    La millenaria storia vitivinicola legata a questo territorio, dalla Magna Grecia, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Matera”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere gli attuali rinomati vini.

    In particolare la presenza della viticoltura nell’area è attestata fin dall’età del bronzo da una serie di piccoli insediamenti, tra il Basento e il Sinni, le cui necropoli hanno rivelato la presenza di personaggi con ricchissimi corredi funerari che già attestano la coltivazione della vite.

    Le figurazioni presenti su vasellame rinvenuto nell’area mostrano la caratteristica forma di coltivazione utilizzata nel periodo della Magna Grecia, l’alberello con speroni corti.

    Documento ancora più importante, che testimonia la presenza di una viticoltura evoluta nell’area, è costituito dalle Tavole di Heraclea, risalenti al VII sec. a.C e conservate al museo di Metaponto, che rappresentano la prima mappa catastale che riporta fedelmente la disposizione dei campi coltivati a vite nelle terre di pertinenza del tempio di Atena ad Eraclea (Policoro).

    Risalgono al 1200 i primi documenti relativi alla vendita di vigne; nel corso dei secoli successivi i poderi coltivati a vite diventano base dell’imposizione censuaria. Nel 1677 il territorio di Montescaglioso, situato tra la marina e la montagna, produceva buonissima qualità di vini bianchi e rossi, i migliori di tutta la provincia tanto da essere venduti ai vicini paesi della Puglia. Del resto l’economia della città ruotava attorno al monastero benedettino di S. Michele ed i monaci da sempre avevano imparato a separare nelle cantine del monastero il vino da consumare da quello da vendere.

    Nel 1887 si tiene la prima mostra enologica lucana , in quella occasione l’archeologo materano Domenico Ridola, esperto anche di enologia, fu premiato con menzione onorevole per un vino color rosso ciliegia, odore fragrante, con sapore squisito da dessert con 15,60% di alcool, chiamato San Bardo.

    Il vino, di cui si conserva ancora l’etichetta datata 1885 nel Museo Archeologico Nazionale di Matera, era prodotto con uve del vitigno Primitivo. In quel periodo Matera con i suoi 2000 ettari di suolo coltivato a vigna e con un prodotto di circa 50.000 ettolitri di vino all’anno su una popolazione di 15.593 abitanti (documentata nel 1881), era ancora il maggior produttore di vino della Basilicata.

    Una parte rilevante dell’economia vinicola dell’area è legata alla produzione degli spumanti, questi prodotti hanno rappresentato una forma di specializzazione produttiva dell’area che ha permesso di far conseguire agli operatori del posto rilevante notorietà. I produttori di vini della provincia di Matera commercializzavano fuori regione grandi quantità di vino spumante destinato a banchetti nuziali, feste patronali e festività religiose. Le prime produzioni di vino spumante risalgono agli inizi del 1900 ma intorno agli anni 1950-1960 che si raggiunge il picco, infatti alcune aziende ancor oggi in attività si specializzano in tale settore. Tale fenomeno si spiega con una notevole richiesta del mercato, segno di apprezzamento del prodotto, che determinava un prezzo medio di vendita superiore di tre quattro volte al prezzo medio di mercato del vino fermo.

    La DOC Matera è stata riconosciuta con Decreto Ministeriale del 6 luglio 2005.

  • NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA

    • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 24.07.2009, G.U. 184 del 10.09.2009
    • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


  • VINO GROTTINO DI ROCCANOVA D.O.C.

    La denominazione di origine controllata “Grottino di Roccanova” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

    1. Rosso
    2. Rosso Riserva
    3. Bianco
    4. Rosato

  • 1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA


    • Grottino di Roccanova Bianco (Vino Bianco)
    • Versioni: Secco
    • => 80% Vitigno Malvasia Bianca di Basilicata
    • =< 20% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • =>11% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore intenso, fruttato, dal sapore tipico, secco.

    • Grottino di Roccanova Rosato (Vino Rosato)
    • Versioni: Secco
    • ><60-85% Vitigno Sangiovese
    • ><5-30% Vitigno Cabernet Sauvignon
    • ><5-30% Vitigno Malvasia Nera di Basilicata
    • ><5-30% Vitigno Montepulciano
    • =<10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • =>12% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosato dal colore rosa, odore intenso fruttato e sapore fresco, equilibrato, secco. 

    • Grottino di Roccanova Rosso (Vino Rosso)
    • Versioni: Secco
    • ><60-85% Vitigno Sangiovese
    • ><5-30% Vitigno Cabernet Sauvignon
    • ><5-30% Vitigno Malvasia Nera di Basilicata
    • ><5-30% Vitigno Montepulciano
    • =<10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • =>12% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore intenso, persistente, dal sapore tipico, caratteristico, secco.

    • Grottino di Roccanova Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
    • Versioni: Secco
    • ><60-85% Vitigno Sangiovese
    • ><5-30% Vitigno Cabernet Sauvignon
    • ><5-30% Vitigno Malvasia Nera di Basilicata
    • ><5-30% Vitigno Montepulciano
    • =<10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • =>13% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino tendente al granato, odore intenso, persistente, dal sapore tipico, caratteristico, secco.

    __________

    (Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


  • 2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA

    L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Grottino di Roccanova è rappresentata da un territorio collinare risalente all'epoca Pleistocene medio. Le componenti del terreno e i fattori climatici, che favoriscono escursioni termiche nel periodo estivo e invernale, regolano la formazione di sostanze aromatiche e coloranti, che conferiscono al vino caratteristiche di grande pregio.

    La Zona di Produzione del Vino DOC Grottino di Roccanova è localizzata in:

    • provincia di Potenza e comprende il territorio dei comuni di Roccanova, Sant’Arcangelo e Castronuovo di S. Andrea.

  • 3.VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA

    Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

    Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Grottino di Roccanova prevedono, tra l'altro, che:

    • La resa massima dell’uva in vino DOC Grottino di Roccanova non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
    • Le seguenti tipologie di vino devono essere sottoposte ad un periodo di invecchiamento:
      • Grottino di Roccanova Bianco: 5 mesi;
      • Grottino di Roccanova Rosato: 5 mesi;
      • Grottino di Roccanova Rosso: 9 mesi;
      • Grottino di Roccanova Rosso Riserva: 36 mesi almeno di maturazione in grotta.

  • 4. PRODUTTORI DI VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA

    Con l’utilizzo della DOC Grottino di Roccanova i Produttori Vinicoli Lucani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine Vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione. 


  • 5. ABBINAMENTI GASTRONOMICI CON IL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA

    Piatti di Pesce, funghi freschi, carni bianche, formaggi freschi.


  • 6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA

    La millenaria storia vitivinicola riferita al territorio di produzione, dai rinvenimenti delle prime fattorie di età repubblicana (V sec. a.C.) fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Grottino di Roccanova”.

    Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere gli attuali rinomati vini.

    I documenti che attestano non solo l’importanza della viticoltura nell’area ma descrivono anche una realtà socio-economica basata in maniera prevalente sulla produzione di vino sono costituiti dalle ricognizioni catastali relative a Roccanova e risalenti 1753, in esse si contano 363 capifamiglia conduttori di vigneti su 387 e oltre 50 grotte ad esclusivo uso di vino, capillarmente distribuite sul territorio, urbano e rurale.

    Nel più dettagliato catasto rurale del 1816 le grotte da vino censite nel comune di Roccanova sono 212, ma un consistente numero di vigne e cantine risulta presente anche nei comuni limitrofi, se ne contano 130 a Castronuovo S. Andrea 130 e 307 a S. Arcangelo. Nel corso del tempo le tradizionali grotte-cantine scavate al di sotto dell’abitato hanno lasciato il posto a nuove cantine localizzate in punti più distanti dal nucleo centrale dell’abitato.

    Nel corso degli anni la produzione del vino e la caratterizzazione del paesaggio rurale e urbano, legata a tale attività, si sono legate in maniera così profonda da rappresentare un tratto distintivo dell’attività socio-economica della comunità.

    La DOC “Grottino di Roccanova” è stata riconosciuta con Decreto Ministeriale del 24 luglio 2009.


  • 7. PACCHETTI ENOTURISTICI SULLE STRADE DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA

    Visita Cantina e Degustazione by www.EnoViaggi.com

  • NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE

    • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 18.02.1971, G.U. 129 del 22.05.1971
    • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


  • VINO AGLIANICO DEL VULTURE D.O.C.

    La Denominazione di Origine Controllata «Aglianico del Vulture» è riservata ai vino  che risponde alle condizioni ed ai requisiti del disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

    1. Aglianico del Vulture
    2. Aglianico del Vulture Spumante

  • 1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE


    • Aglianico del Vulture (Vino Rosso)
    • Versioni: Secco /Abboccato
    • =>100% Vitigno Aglianico del Vulture e Aglianico, da soli o congiuntamente.
    • =>12,5% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore tipico, gradevole ed intenso e sapore dal secco all'abboccato, giustamente tannico e sapido.

    • Aglianico del Vulture Spumante (Vino Rosso Spumante)
    • Versioni: Spumante Brut /Extra-dry
    • =>100% Vitigno Aglianico del Vulture e Aglianico, da soli o congiuntamente.
    • =>12,5% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso Spumante dalla spuma fine e persistente, colore rosso rubino tendente al granato (con l'evoluzione puo' assumere riflessi aranciati), odore fruttato, tipico, gradevole e sapore tipico e caratteristico, da brut a extra dry.

    __________

    (Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


  • 2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE

    L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Aglianico del Vulture è situata nella parte nord della Regione Basilicata, in un territorio di alta e media collina sulle pendici del Monte Vulture, vulcano spento, ma attivo fino al Pleistocene superiore, che ha la sua vetta maggiore a 1.327 mt s.l.m. e che degrada progressivamente verso ovest lungo il fiume Ofanto e verso Est verso la piana della Puglia.

    La Zona di Produzione del Vino DOC Aglianico del Vulture è localizzata in:

    • provincia di Potenza e comprende il territorio dei comuni di Rionero in Vulture, Barile, Rapolla, Ripacandida, Ginestra, Maschito, Forenza, Acerenza, Melfi, Atella, Venosa, Lavello, Palazzo San Gervasio, Banzi e Genzano di Lucania.

  • 3. VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE

    Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

    Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Aglianico del Vulture prevedono, tra l'altro, che:

    • La resa massima dell’uva in vino DOC Aglianico del Vulture non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
    • Le pratiche di vinificazione del Vino DOC Aglianico del Vulture Spumante prevedono la rifermentazione naturale in bottiglia per un periodo di almeno 9 mesi.

  • 4. PRODUTTORI DI VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE

    Con l’utilizzo della DOC Aglianico del Vulture i Produttori Vinicoli Lucani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine Vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione. 

    CANTINE VINICOLE  
    Cantina del Vulture »  
    Cantine Strapellum »  


  • 6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE

    La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra del “Vulture”, dalla Magna Grecia, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Aglianico del Vulture”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere gli attuali rinomati vini.

    In particolare la presenza della viticoltura nell’area del Vulture è attestata da numerosi reperti archeologici come vasi, coppe, attingitoi ed una serie di utensili per la mescita del vino, decorati con scene legate al mondo del mito greco ed in particolare a Dioniso, prodotti in loco o importati dalla Grecia (fine IV e inizio III secolo), che documentano il panorama culturale in cui avvenne la sintesi tra la tradizione greca e quella indigena appulo-lucana.

    Reperti trovati nella pars rustica delle antiche ville romane scavate nel territorio tra Lavello e Venosa, Melfi, Atella e Rapolla, utili a ricostruire la loro utilizzazione produttiva, le relazioni e i rapporti di scambio tra l’agrum e Venosa suggeriscono l’esistenza di una pratica della viticoltura e della vinificazione.

    In epoca medievale si assiste ad una rinascita della viticoltura e della produzione vinicola. Ciò determina un incremento dell’estensione dei vigneti nei terreni di proprietà ecclesiastica, anche nell’area del Vulture, collegata anche ai diversi impieghi cui il vino veniva destinato come le celebrazioni delle messe e la medicina e l’alimentazione per le sue proprietà nutritive.

    Tra il XI e il XIV secolo la pratica viticola incide notevolmente sulla formazione del paesaggio agrario nelle campagne del Vulture. Tra il XIII e XV secolo tutte le pendici del Vulture sono coltivate a vigneto e le vigne sono per lo più concentrate nei terreni attaccati alle mura delle città ed in quelli più vicini.

    Le cantine sono sovente sistemate nelle grotte, a Melfi se ne contavano a centinaia. Un inventario eseguito nel 1589 ne registrava 110. A Melfi, a Rionero, a Barile, a Maschito e a Ripacandida le cantine erano tutte ricavate nelle grotte e negli ipogei naturali o scavati con modesti interventi. Oggi tutte le più importati case vitivinicole sono dotate di cantine ottenute dalla rivisitazione di quelle esistenti o ricostruite ex novo.

    In tempi più recenti all’esposizione universale di Milano del 1906 parteciparono anche dieci campioni di vini del Vulture, che furono apprezzati in quanto “vini di corpo, fragranti, fini”.

    Negli anni trenta la legge sui vini tipici italiani venne utilizzata da alcuni intermediari per impiantare cantine ed imbottigliare il vino. Sorsero così cantine ed aziende, molte delle quali ancora oggi costituiscono l’asse portante della moderna vitivinicoltura lucana.

    Con la pubblicazione a Parigi tra il 1901 e il 1910 del trattato di ampelografia (Ampélographie), curato da Pierre Viala e Victor Vermorel, in collaborazione con una équipe internazionale di 70 ampelografi, l’Aglianico entra nell’olimpo dei vitigni più conosciuti a livello internazionale.

    La DOC Aglianico del Vulture è stata riconosciuta con Decreto del Presidente della Repubblica del 18 febbraio 1971.


  • 7. PACCHETTI ENOTURISTICI SULLE STRADE DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE

    Visita Cantina e Degustazione Vini by www.EnoViaggi.com

  • NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE

    • Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvata DOC con D.P.R. 18.02.1971 - Approvata DOCG con D.M. 02.08.2010, G.U. 188 del 13.08.2010
    • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


  • VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE

    La Denominazione di Origine Controllata e Garantita «Aglianico del Vulture Superiore» è riservata ai vino  che risponde alle condizioni ed ai requisiti del disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

    1. Aglianico del Vulture Superiore
    2. Aglianico del Vulture Superiore Riserva 

  • 1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE

     

    • Aglianico del Vulture Superiore (Vino Rosso Superiore)
    • Versioni: Secco
    • = 100% Vitigno Aglianico del Vulture e/o Aglianico
    • =>13,5% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino intenso tendente al granato, odore tipico, gradevole ed intenso e sapore secco, giustamente tannico, sapido, persistente, equilibrato. Con l’invecchiamento, in relazione alla conservazione in recipienti di legno, il sapore dei vini può rilevare lieve sentore di legno.

    • Aglianico del Vulture Superiore Riserva (Vino Rosso Superiore Invecchiato)
    • Versioni: Secco
    • = 100% Vitigno Aglianico del Vulture e/o Aglianico
    • =>13,5% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso Superiore Invecchiato dal colore rosso rubino intenso tendente al granato (con l'invecchiamento può assumere riflessi aranciati), odore tipico, gradevole ed intenso e sapore secco, giustamente tannico, sapido, persistente, equilibrato ed armonico. Con l’invecchiamento, in relazione alla conservazione in recipienti di legno, il sapore dei vini può rilevare lieve sentore di legno.

    __________

    (Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


  • 2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE

    La zona geografica delimitata è situata nella parte nord della Regione Basilicata, in Provincia di Potenza, e comprende un territorio di alta e media collina posto sulle pendici del Monte Vulture, vulcano spento, ma attivo fino al Pleistocene superiore, che ha la sua vetta maggiore a 1.327 mt s.l.m. e che degrada progressivamente verso ovest, lungo il fiume Ofanto, e verso Est, in prossimità della piana della Puglia.

    La Zona di Produzione del Vino DOCG Aglianico del Vulture Superiore è localizzata in:

    • provincia di Potenza e comprende il territorio dei comuni di Rionero in Vulture, Barile, Rapolla, Ripacandida, Ginestra, Maschito, Forenza, Acerenza, Melfi, Atella, Venosa, Lavello, Palazzo San Gervasio, Banzi, Genzano di Lucania, escluse le tre isole amministrative di Sant'Ilario, Riparossa e Macchia del comune di Atella.

  • 3. VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE

    Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

    Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOCG Aglianico del Vulture Superiore prevedono, tra l'altro, che:

    • La resa massima delle uve in vino non deve essere superiore al 65%. Il vino deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno l2 mesi in contenitori di legno e almeno 12 mesi in bottiglia. Il vino Denominazione di Origine Controllata e Garantita «Aglianico del Vulture Superiore» sottoposto ad un periodo di invecchiamento di almeno 24 mesi in contenitori di legno e almeno 12 mesi in bottiglia può fregiarsi della qualificazione "Riserva". 

  • 4. PRODUTTORI DI VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE

    Con l’utilizzo della DOCG Aglianico del Vulture Superiore i Produttori Vinicoli Lucani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine Vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione.


  • 5. ABBINAMENTI GASTRONOMICI CON IL VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE

    Formaggi stagionati, come il pecorino di Filiano, il canestrato di Moliterno, il caciocavallo podolico, ma anche con la soppressata, i ravioli locali, gli strascinati, i secondi di carne come l'agnello con i funghi e verdure.

     PIETANZA  VINO  CERTIFICATO  PRODUTTORE
     Capretto farcito »  Rivonero Ne Plus Ultra »  CQ 0076-02 »  Cantina del Vulture »

  • 6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE

    La coltivazione della vite nell’area del Vulture viene già descritta da autorevoli autori latini: Plinio, Strabone, Virgilio, Marziale che testimoniano la presenza di una viticoltura evoluta nella zona fin dal VII secolo a.C.. Il poeta Orazio, nato a Venosa, città del Vulture, celebra nelle sue Odi le qualità del vino prodotto nella sua terra. L’intero territorio del Vulture presenta reperti archeologici che documentano la produzione diffusa del vino, quale prodotto inteso come alimento, ma anche strumento di convivialità e di autorevole testimonianza di valore intrinseco tanto da essere oggetto di dono per divinità e personalità qualificate.

    Nel corso dei secoli la coltivazione della vite, nell’area, è stata fortemente condizionata dalla polverizzazione fondiaria (anche ad oggi inferiore all’ettaro) ed alla struttura sociale della famiglia contadina. Questa viveva prevalentemente di auto sostentamento e, quindi, era fortemente sentito il legame con la terra e la vite in particolare che rappresentava l’unica forma di sostentamento. La necessità di produrre un’uva di ottima qualità si sposava perfettamente con un territorio difficile orograficamente e che richiedeva abbondante manodopera, ma che ha caratterizzato anche una notevole tradizione viticola che, nel tempo, è divenuta un vero e proprio “marchio d’area’.

    La tradizione della vigna che diventa un vero e proprio “giardino” fa sì che il paesaggio venga fortemente caratterizzato da vigneti ordinati e ben tenuti e coltivati, ma anche l’uva si avvantaggia di pratiche colturali che consentono la migliore esposizione e la migliore maturazione dei tannini, molto abbondanti nell’Aglianico. D’altro canto solo una meticolosa preparazione dei vigneti consente all’uva di poter resistere al lungo ciclo vegetativo che si conclude con la piena maturazione in un periodo (ottobre-novembre) quando la piovosità è già alta, l’umidità diventa fattore di rischio sanitario e la neve può rendere difficile la raccolta.

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