Assovini
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  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 22.09.2011, G.U. 235 del 8.10.2011
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Decreto 08.08.2019.

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione         Sottozona

 


Vino Romagna D.O.C. Sangiovese Sottozona Bertinoro

La denominazione di origine controllata «Romagna» e alle relative Sottozone è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Albana Spumante Dolce (categoria Vino Spumante)
  2. Bianco Spumante (categoria Vino Spumante)
  3. Rosato Spumante (categoria Vino Spumante)
  4. Cagnina
  5. Pagadebit, anche nella versione Frizzante
  6. Sangiovese, anche con la specificazione Novello e Riserva
  7. Sangiovese Passito (categoria Vino)
  8. Sangiovese Superiore, anche con la specificazione Riserva
  9. Trebbiano, anche nella versione Frizzante e Spumante
  10. Sottozone del Vino Romagna DOC »

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Romagna - Sangiovese Sottozona Bertinoro

 

  • Romagna Sangiovese Sottozona Bertinoro (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 95% Vitigno Sangiovese
  • =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal Colore rosso rubino tendente al granato, Odore vinoso, intenso, caratteristico e Sapore secco, pieno, armonico, delicato.

  • Romagna Sangiovese Sottozona Bertinoro Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 95% Vitigno Sangiovese
  • =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal Colore rosso rubino tendente al granato, Odore vinoso, intenso, caratteristico e Sapore secco, pieno, armonico, leggermente tannico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Romagna - Sangiovese Sottozona Bertinoro

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Romagna si estende sulle colline romagnole delle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, in porzioni di di territorio collinare adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Romagna Bertinoro con menzione Riserva è localizzata in: 

  • provincia di Forlì-Cesena: Partendo dall’incrocio, a Forlimpopoli, tra la Via Armando Diaz e la SS 9 Via Emilia, si segue tale Statale in direzione Est sino ad incrociare la Via Settecrociari che si percorre fino alla frazione S. Vittore; ci si innesta poi sulla Via S. Vittore, la si segue sino ad incontrare Via Montebellino lungo la quale si prosegue in direzione Formignano; indi per Via Formignano sino all’incrocio per Teodorano; si continua a destra per la strada Teodorano - Montecavallo sino a Teodorano; poi per la strada Meldola - Teodorano fino a Meldola; quindi si prosegue per Via Meldola per Fratta; prima di Fratta Terme si gira a sinistra per Via Monte Fratta comprendendo l’intera collina; indi si prosegue fino a Via Tro Meldola fino all’incrocio con Via Meldola per ritornare al punto di partenza, sulla SS 9 Via Emilia, Via Meldola e Via Armando Diaz.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Romagna - Sangiovese Sottozona Bertinoro

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Romagna Sangiovese Sottozona Bertinoro prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Romagna non dovrà essere superiore al 65%, al 70% per le tipologie Trebbiano e Pagadebit e al 50% per la tipologia Albana Spumante; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC.
  • Nella designazione dei Vini DOC Romagna può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Romagna è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, con esclusione delle tipologie Trebbiano Frizzante e Spumante.
  • Il vino DOC Romagna Sangiovese Novello deve essere ottenuto con almeno il 50% di vino proveniente dalla macerazione carbonica delle uve.
  • Durante la vinificazione dei Vini DOC Romagna Sangiovese e la tipologia Sangiovese Superiore è consentito effettuare un appassimento parziale delle uve.
  • Durante la vinificazione del Vino DOC Romagna Albana Spumante la fermentazione del mosto può essere effettuata, anche in parte, in contenitori di legno.
  • Il Vino DOC Romagna Albana Spumante deve essere ottenuto con il Metodo Classico o Charmat.
  • I Vino DOC Romagna Sangiovese Riserva e la tipologia Sangiovese Superiore Riserva devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 24 mesi di cui 6 di affinamento in bottiglia.
  • Le etichette del Vino DOC Romagna Cagnina devono riportare la specifica "Dolce".

4. Produttori di Vino DOC Romagna - Sangiovese Sottozona Bertinoro

Con l’utilizzo della DOC Romagna i Produttori Vinicoli Emiliano-Romagnoli sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Romagna - Sangiovese Sottozona Bertinoro

Piatti a base di carni rosse, salumi, tortellini, tagliatelle al ragù, parmigiano e grana stagionati e formaggio di fossa.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Romagna - Sangiovese Sottozona Bertinoro

La storia e la letteratura classica ci parlano spesso di una Romagna particolarmente produttiva, senza negare, però, produzioni di eccellenza: i vini di Cesena in epoca Romana e anche successiva, l’Albana di Bertinoro, come pure la “rosseggiante” Cagnina senza dimenticare il Pagadebito gentile.

Terrano. La dominazione bizantina potrebbe essere stata il momento in cui il Refosco d’Istria o Terrano d’Istria si è diffuso in Romagna. Sta di fatto che, in tempi storici, ha dato origine ad un vino molto apprezzato chiamato “Cagnina”, riconosciuto a DOC con DPR 17-03-1988 (Cagnina di Romagna). Riferisce Giovanni Manzoni che la Cagnina è un’uva probabilmente originaria della Jugoslavia, “tenuta in gran pregio sebbene anticamente fosse piccola di grappolo e di acini radi. Coltivata in Romagna già nel 1200 in alcune piane del Cesenate, del Forlivese e del Ravennate, fu poi limitata solamente a qualche modesto vigneto, come lo è ancora oggi, per la sua scarsa resa”. Diversi gli scritti e i componimenti poetici tra Ottocento e Novecento che attestano la diffusione e l’apprezzamento della Cagnina in Romagna.

Bombino bianco. Localmente detto Pagadebito gentile, da cui il nome del vino. L’origine del vitigno non è nota, ma si tratta di varietà diffusa lungo tutta la fascia adriatica della Penisola con nomi diversi nelle varie regioni, ma che richiamano spesso la sua capacità produttiva. Secondo Hohnerlein-Buchinger l’etimo sarebbe da “produce tanto da pagare i debiti”, in realtà la produttività, specie in collina, non è elevatissima ma costante negli anni; infatti si tratta di varietà rustica e con sottogemme fertili, tanto che se una gelata tardiva può compromettere gravemente la produzione della maggior parte degli altri vitigni, con il Pagadebito è comunque garantita una buona produzione. Nell’area di Bertinoro un tempo si facevano vigneti misti di Albana gentile e Pagadebiti proprio per compensare una eventuale carenza produttiva del primo vitigno. La prima citazione scritta di un “Pagadebito bianco” tra le viti “de’ contorni di Rimino” è dell’Acerbi e risale al 1825. Nell’ambito della mostra ampelografica tenutasi a Forlì nel 1876 si ebbe la possibilità di confrontare tra loro grappoli di Pagadebito provenienti da diversi areali e si convenne che “Il Pagadebito gentile di Forlì, di Bertinoro e di Predappio si differenzia dal Pagadebito verdone per gli acini più sferici, meno grossi, meno verdi e più dolci”. Storicamente è stata riconosciuta una particolare e pregevole tradizione di coltivazione del Pagadebito nell’areale di Bertinoro, messa in evidenza anche nel Disciplinare della DOC “Pagadebit di Romagna” accolto con DPR 17-03-1988.

Sangiovese. La zona di diffusione principale del Sangiovese si colloca tra Romagna e Toscana ed è in questi due territori che da tempi storici si sono venuti a delineare vari biotipi, ma soprattutto vini differenti, frutto dell’interazione specifica e peculiare di territori diversi con questo vitigno. Nello studio della storia di un vino si fa spesso riferimento ai miti e alle religioni dei popoli, ma non bisogna trascurare un altro elemento fondamentale, la “tipicità”, poiché essa passa attraverso il territorio, la metodologia di produzione e il contesto temporale e sociale. Per quanto riguarda il Sangiovese la prima attestazione scritta della sua coltivazione in territorio Toscano risale alla fine del 1500 (Soderini), ma Cosimo Villifranchi nella seconda metà del Settecento parla di un “San Gioveto romano” coltivato in particolare nel Faentino. Tra Settecento e Ottocento sono poi numerosi i poemi e ditirambi che lodano questo vino. Nel 1839, il conte Gallesio giunse a Forlì, da Firenze, percorrendo la strada aperta dal granduca Pietro Leopoldo lungo il corso del fiume Montone ed ebbe modo di descrivere i vigneti incontrati nel percorso: “le vigne … sono tutte a ceppi bassi attaccati ad un picciolo palo come in Francia, le uve che vi si coltivano sono per la maggior parte il Sangiovese di Romagna”. Nei vecchi testi, quindi, viene spesso identificato un Sangiovese coltivato in Romagna con caratteristiche sue proprie che lo fanno distinguere da quelli coltivati in altre aree, ma soprattutto va rimarcato come fosse diverso l’approccio enologico al vitigno rispetto alla Toscana: in Romagna si vinificava in purezza, mentre in Toscana si trattava più spesso di uvaggi (come il ben noto Chianti) o di tagli con altri vitigni. Questa caratteristica è stata contemplata nel Disciplinare “Romagna” Sangiovese: l’uso della menzione geografica aggiuntiva per i vini di Sangiovese è subordinata all’utilizzo di almeno il 95% di uve del vitigno. La DOC “Sangiovese di Romagna”, confluita nella DOC “Romagna”, fu istituita con DPR 09-07-1967.

Trebbiano romagnolo. I “Trebbiani” sono una famiglia di vitigni molto antichi che hanno trovato alcune zone di elezione che gli hanno tributato la seconda parte del nome: Trebbiano romagnolo, piuttosto che toscano, modenese, abruzzese, per citarne alcuni. Nel Trecento il Trebbiano veniva annoverato tra i vini “di lusso” del medioevo, mentre in tempi più recenti appare un’immagine più differenziata del Trebbiano, che viene considerato anche un vino di carattere semplice. Lo citano il Soderini nel Cinquecento, il Trinci Settecento e tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento diversi autori cercano di mettere ordine tra le diverse tipologie e sinonimie. In Romagna si coltivava in prevalenza il Trebbiano della fiamma, così detto perché i grappoli esposti al sole prendono una colorazione giallo-rossastra. Nel Molon (1906) si legge che il vitigno era coltivato soprattutto nelle province di Forlì e Ravenna, meno nel Cesenate, dove prevaleva l’Albana e si riporta quanto affermato da Pasqualini e Pasqui in merito all’apprezzamento del Trebbiano nei filari di pianura, nonostante l’elevata umidità. La sua vasta diffusione è dovuta alla capacità di adattarsi alle più diverse tipologie di terreno e condizioni climatiche, alla costante produttività ed alle caratteristiche del vino: gradevole, corretto e facilmente commerciabile. Con il DPR 31-08-1973 viene istituita la DOC “Trebbiano di Romagna”, che ricomprende un’area di coltivazione che si estende dalla collina verso quelle aree di pianura dove i terreni sono più argillosi o argilloso-sabbiosi. Vini amabili, frizzanti e spumanti. La presenza in Romagna di vitigni tipicamente a maturazione medio-tardiva o tardiva (Trebbiano, Pagadebiti) faceva sì che il sopraggiungere del freddo invernale bloccasse la fermentazione lasciando nei vini residui zuccherini più o meno importanti. Da qui l’uso di bere vini dolci o amabili nel periodo autunno-invernale e vini frizzanti e spumanti nell’estate successiva la vendemmia. Infatti i vini con residuo zuccherino, una volta messi in bottiglia, riprendevano a fermentare con l’arrivo dei primi caldi, originando una frizzantatura naturale. Vi era quindi una tradizione, se si vuole involontaria, di spumanti e frizzanti, che con l’accrescersi delle conoscenze enologiche è stata perfezionata: l’uso del freddo in cantina consente di preservare profumi e aromi e l’uso di lieviti selezionati consente di ottimizzare le fermentazioni.

Il Vino DOC Romagna ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 22 settembre 2011.

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 22.09.2011, G.U. 235 del 8.10.2011
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Decreto 08.08.2019.

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione         Sottozona

 


Vino Romagna Pagadebit D.O.C. Sottozona Bertinoro

La denominazione di origine controllata «Romagna» e alle relative Sottozone è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Albana Spumante Dolce (categoria Vino Spumante)
  2. Bianco Spumante (categoria Vino Spumante)
  3. Rosato Spumante (categoria Vino Spumante)
  4. Cagnina
  5. Pagadebit, anche nella versione Frizzante
  6. Sangiovese, anche con la specificazione Novello e Riserva
  7. Sangiovese Passito (categoria Vino)
  8. Sangiovese Superiore, anche con la specificazione Riserva
  9. Trebbiano, anche nella versione Frizzante e Spumante
  10. Sottozone del Vino Romagna DOC »

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Romagna - Pagadebit Sottozona Bertinoro

 

  • Romagna Pagadebit Sottozona Bertinoro Secco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Bombino Bianco
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal Colore paglierino più o meno intenso, Odore caratteristico, di biancospino e Sapore erbaceo, armonico, gradevole, delicato.

  • Romagna Pagadebit Sottozona Bertinoro Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Bombino Bianco
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla Spuma fine e persistente, Colore paglierino più o meno intenso, Odore caratteristico, di biancospino e Sapore secco, erbaceo, fresco, armonico, delicato.

  • Romagna Pagadebit Sottozona Bertinoro Amabile (Vino Bianco)
  • Versioni: Amabile
  • => 85% Vitigno Bombino Bianco
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal Colore paglierino più o meno intenso, Odore caratteristico, di biancospino e Sapore amabile, erbaceo, armonico, gradevole, delicato.

  • Romagna Pagadebit Sottozona Bertinoro Amabile Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Amabile
  • => 85% Vitigno Bombino Bianco
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla Spuma fine e persistente, Colore paglierino più o meno intenso, Odore caratteristico, di biancospino e Sapore amabile, erbaceo, fresco, armonico, delicato.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Romagna - Pagadebit Sottozona Bertinoro

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Romagna si estende sulle colline romagnole delle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, in porzioni di di territorio collinare adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Romagna Pagadebit - Sottozona Bertinoro è localizzata in:

  • provincia di Forlì-Cesena, ed è così delimitata: Partendo dall’incrocio, a Forlimpopoli, tra la Via Armando Diaz e la SS 9 Via Emilia, si segue tale Statale in direzione Est sino ad incrociare la Via Settecrociari che si percorre fino alla frazione S. Vittore; ci si innesta poi sulla Via S. Vittore, la si segue sino ad incontrare Via Montebellino lungo la quale si prosegue in direzione Formignano; indi per Via Formignano sino all’incrocio per Teodorano; si continua a destra per la strada Teodorano - Montecavallo sino a Teodorano; poi per la strada Meldola - Teodorano fino a Meldola; quindi si prosegue per Via Meldola per Fratta; prima di Fratta Terme si gira a sinistra per Via Monte Fratta comprendendo l’intera collina; indi si prosegue fino a Via Tro Meldola fino all’incrocio con Via Meldola per ritornare al punto di partenza, sulla SS 9 Via Emilia, Via Meldola e Via Armando Diaz.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Romagna - Pagadebit Sottozona Bertinoro

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Romagna Pagadebit Sottozona Bertinoro prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Romagna non dovrà essere superiore al 65%, al 70% per le tipologie Trebbiano e Pagadebit e al 50% per la tipologia Albana Spumante; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC.
  • Nella designazione dei Vini DOC Romagna può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Romagna è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, con esclusione delle tipologie Trebbiano Frizzante e Spumante.
  • Il vino DOC Romagna Sangiovese Novello deve essere ottenuto con almeno il 50% di vino proveniente dalla macerazione carbonica delle uve.
  • Durante la vinificazione dei Vini DOC Romagna Sangiovese e la tipologia Sangiovese Superiore è consentito effettuare un appassimento parziale delle uve.
  • Durante la vinificazione del Vino DOC Romagna Albana Spumante la fermentazione del mosto può essere effettuata, anche in parte, in contenitori di legno.
  • Il Vino DOC Romagna Albana Spumante deve essere ottenuto con il Metodo Classico o Charmat.
  • I Vino DOC Romagna Sangiovese Riserva e la tipologia Sangiovese Superiore Riserva devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 24 mesi di cui 6 di affinamento in bottiglia.
  • Le etichette del Vino DOC Romagna Cagnina devono riportare la specifica "Dolce".

4. Produttori di Vino DOC Romagna - Pagadebit Sottozona Bertinoro

Con l’utilizzo della DOC Romagna i Produttori Vinicoli Emiliano-Romagnoli sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Romagna - Pagadebit Sottozona Bertinoro

Piatti a base di carni rosse, salumi, tortellini, tagliatelle al ragù, parmigiano e grana stagionati e formaggio di fossa.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Romagna - Pagadebit Sottozona Bertinoro

La storia e la letteratura classica ci parlano spesso di una Romagna particolarmente produttiva, senza negare, però, produzioni di eccellenza: i vini di Cesena in epoca Romana e anche successiva, l’Albana di Bertinoro, come pure la “rosseggiante” Cagnina senza dimenticare il Pagadebito gentile.

Terrano. La dominazione bizantina potrebbe essere stata il momento in cui il Refosco d’Istria o Terrano d’Istria si è diffuso in Romagna. Sta di fatto che, in tempi storici, ha dato origine ad un vino molto apprezzato chiamato “Cagnina”, riconosciuto a DOC con DPR 17-03-1988 (Cagnina di Romagna). Riferisce Giovanni Manzoni che la Cagnina è un’uva probabilmente originaria della Jugoslavia, “tenuta in gran pregio sebbene anticamente fosse piccola di grappolo e di acini radi. Coltivata in Romagna già nel 1200 in alcune piane del Cesenate, del Forlivese e del Ravennate, fu poi limitata solamente a qualche modesto vigneto, come lo è ancora oggi, per la sua scarsa resa”. Diversi gli scritti e i componimenti poetici tra Ottocento e Novecento che attestano la diffusione e l’apprezzamento della Cagnina in Romagna.

Bombino bianco. Localmente detto Pagadebito gentile, da cui il nome del vino. L’origine del vitigno non è nota, ma si tratta di varietà diffusa lungo tutta la fascia adriatica della Penisola con nomi diversi nelle varie regioni, ma che richiamano spesso la sua capacità produttiva. Secondo Hohnerlein-Buchinger l’etimo sarebbe da “produce tanto da pagare i debiti”, in realtà la produttività, specie in collina, non è elevatissima ma costante negli anni; infatti si tratta di varietà rustica e con sottogemme fertili, tanto che se una gelata tardiva può compromettere gravemente la produzione della maggior parte degli altri vitigni, con il Pagadebito è comunque garantita una buona produzione. Nell’area di Bertinoro un tempo si facevano vigneti misti di Albana gentile e Pagadebiti proprio per compensare una eventuale carenza produttiva del primo vitigno. La prima citazione scritta di un “Pagadebito bianco” tra le viti “de’ contorni di Rimino” è dell’Acerbi e risale al 1825. Nell’ambito della mostra ampelografica tenutasi a Forlì nel 1876 si ebbe la possibilità di confrontare tra loro grappoli di Pagadebito provenienti da diversi areali e si convenne che “Il Pagadebito gentile di Forlì, di Bertinoro e di Predappio si differenzia dal Pagadebito verdone per gli acini più sferici, meno grossi, meno verdi e più dolci”. Storicamente è stata riconosciuta una particolare e pregevole tradizione di coltivazione del Pagadebito nell’areale di Bertinoro, messa in evidenza anche nel Disciplinare della DOC “Pagadebit di Romagna” accolto con DPR 17-03-1988.

Sangiovese. La zona di diffusione principale del Sangiovese si colloca tra Romagna e Toscana ed è in questi due territori che da tempi storici si sono venuti a delineare vari biotipi, ma soprattutto vini differenti, frutto dell’interazione specifica e peculiare di territori diversi con questo vitigno. Nello studio della storia di un vino si fa spesso riferimento ai miti e alle religioni dei popoli, ma non bisogna trascurare un altro elemento fondamentale, la “tipicità”, poiché essa passa attraverso il territorio, la metodologia di produzione e il contesto temporale e sociale. Per quanto riguarda il Sangiovese la prima attestazione scritta della sua coltivazione in territorio Toscano risale alla fine del 1500 (Soderini), ma Cosimo Villifranchi nella seconda metà del Settecento parla di un “San Gioveto romano” coltivato in particolare nel Faentino. Tra Settecento e Ottocento sono poi numerosi i poemi e ditirambi che lodano questo vino. Nel 1839, il conte Gallesio giunse a Forlì, da Firenze, percorrendo la strada aperta dal granduca Pietro Leopoldo lungo il corso del fiume Montone ed ebbe modo di descrivere i vigneti incontrati nel percorso: “le vigne … sono tutte a ceppi bassi attaccati ad un picciolo palo come in Francia, le uve che vi si coltivano sono per la maggior parte il Sangiovese di Romagna”. Nei vecchi testi, quindi, viene spesso identificato un Sangiovese coltivato in Romagna con caratteristiche sue proprie che lo fanno distinguere da quelli coltivati in altre aree, ma soprattutto va rimarcato come fosse diverso l’approccio enologico al vitigno rispetto alla Toscana: in Romagna si vinificava in purezza, mentre in Toscana si trattava più spesso di uvaggi (come il ben noto Chianti) o di tagli con altri vitigni. Questa caratteristica è stata contemplata nel Disciplinare “Romagna” Sangiovese: l’uso della menzione geografica aggiuntiva per i vini di Sangiovese è subordinata all’utilizzo di almeno il 95% di uve del vitigno. La DOC “Sangiovese di Romagna”, confluita nella DOC “Romagna”, fu istituita con DPR 09-07-1967.

Trebbiano romagnolo. I “Trebbiani” sono una famiglia di vitigni molto antichi che hanno trovato alcune zone di elezione che gli hanno tributato la seconda parte del nome: Trebbiano romagnolo, piuttosto che toscano, modenese, abruzzese, per citarne alcuni. Nel Trecento il Trebbiano veniva annoverato tra i vini “di lusso” del medioevo, mentre in tempi più recenti appare un’immagine più differenziata del Trebbiano, che viene considerato anche un vino di carattere semplice. Lo citano il Soderini nel Cinquecento, il Trinci Settecento e tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento diversi autori cercano di mettere ordine tra le diverse tipologie e sinonimie. In Romagna si coltivava in prevalenza il Trebbiano della fiamma, così detto perché i grappoli esposti al sole prendono una colorazione giallo-rossastra. Nel Molon (1906) si legge che il vitigno era coltivato soprattutto nelle province di Forlì e Ravenna, meno nel Cesenate, dove prevaleva l’Albana e si riporta quanto affermato da Pasqualini e Pasqui in merito all’apprezzamento del Trebbiano nei filari di pianura, nonostante l’elevata umidità. La sua vasta diffusione è dovuta alla capacità di adattarsi alle più diverse tipologie di terreno e condizioni climatiche, alla costante produttività ed alle caratteristiche del vino: gradevole, corretto e facilmente commerciabile. Con il DPR 31-08-1973 viene istituita la DOC “Trebbiano di Romagna”, che ricomprende un’area di coltivazione che si estende dalla collina verso quelle aree di pianura dove i terreni sono più argillosi o argilloso-sabbiosi. Vini amabili, frizzanti e spumanti. La presenza in Romagna di vitigni tipicamente a maturazione medio-tardiva o tardiva (Trebbiano, Pagadebiti) faceva sì che il sopraggiungere del freddo invernale bloccasse la fermentazione lasciando nei vini residui zuccherini più o meno importanti. Da qui l’uso di bere vini dolci o amabili nel periodo autunno-invernale e vini frizzanti e spumanti nell’estate successiva la vendemmia. Infatti i vini con residuo zuccherino, una volta messi in bottiglia, riprendevano a fermentare con l’arrivo dei primi caldi, originando una frizzantatura naturale. Vi era quindi una tradizione, se si vuole involontaria, di spumanti e frizzanti, che con l’accrescersi delle conoscenze enologiche è stata perfezionata: l’uso del freddo in cantina consente di preservare profumi e aromi e l’uso di lieviti selezionati consente di ottimizzare le fermentazioni.

Il Vino DOC Romagna ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 22 settembre 2011.

ROMAGNA DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 22.09.2011, G.U. 235 del 8.10.2011
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate nel D.M. 26.05.2022

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Romagna D.O.C. 

 

(Denominazione in fase di aggiornamento)

 

La denominazione di origine controllata «Romagna» e alle relative Sottozone è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Albana Spumante Dolce 
  2. Bianco
  3. Bianco Frizzante
  4. Bianco Spumante 
  5. Rosato
  6. Rosato Frizzante
  7. Rosato Spumante 
  8. Rosso
  9. Cagnina
  10. Pagadebit
  11. Pagadebit Amabile
  12. Pagadebit Frizzante
  13. Pagadebit Amabile Frizzante
  14. Sangiovese
  15. Sangiovese Novello
  16. Sangiovese Passito
  17. Sangiovese Superiore
  18. Sangiovese Riserva
  19. Sangiovese Superiore Riserva
  20. Trebbiano
  21. Trebbiano Spumante
  22. Trebbiano Frizzante
  23. Sottozone del Vino Romagna DOC »

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Romagna

 

  • =Romagna Albana Spumante (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Doux
  • => 95% Vitigno Albana
  • =< 5% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla Spuma fine e persistente, Colore giallo dorato, Odore caratteristico, intenso, delicato e Sapore dolce, gradevole, vellutato.

  • =Romagna Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Trebbiano romagnolo
  • =< 30% Vitigni Albana, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio, Bombino bianco, Garganega, Grechetto gentile, Riesling Renano, Riesling Italico, Sangiovese, da soli o congiuntamente.
  • =< 10% vitigno Manzoni bianco
  • =< 5% vitigno Famoso.
  • => 11.50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal Colore giallo chiaro paglierino più o meno intenso, Odore fine, delicato, gradevole; Sapore sapido, armonico.

  • =Romagna Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Trebbiano romagnolo
  • =< 30% Vitigni Albana, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio, Bombino bianco, Garganega, Grechetto gentile, Riesling Renano, Riesling Italico, Sangiovese, da soli o congiuntamente.
  • =< 10% vitigno Manzoni bianco
  • =< 5% vitigno Famoso.
  • => 10.50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla Spuma fine e persistente, Colore giallo chiaro paglierino più o meno intenso, Odore gradevole, caratteristico; Sapore armonico, fresco.

  • =Romagna Bianco Spumante (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Brut-nature /Extra-brut /Brut
  • => 70% Vitigno Trebbiano romagnolo
  • =< 30% Vitigni Albana, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio, Bombino bianco, Garganega, Grechetto gentile, Riesling Renano, Riesling Italico, Sangiovese, da soli o congiuntamente.
  • =< 10% vitigno Manzoni bianco
  • =< 5% vitigno Famoso.
  • => 10.50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla Spuma fine e persistente; Colore giallo paglierino più o meno intenso, Odore fine, delicato; Sapore da Brut nature a Secco, sapido, armonico.

  • =Romagna Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Sangiovese
  • =< 30% Vitigni Albana, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio, Bombino bianco, Garganega, Grechetto gentile, Riesling Riesling Renano, Riesling Italico, Merlot e Uva Longanesi, da soli o congiuntamente.
  • =< 10% vitigno Manzoni bianco
  • =< 5% vitigno Famoso.
  • => 11.50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato daò Colore rosato più o meno intentso; Odore fine, delicato; Sapore armonico, fresco.

  • =Romagna Rosato Frizzante (Vino Rosato Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Sangiovese
  • =< 30% Vitigni Albana, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio, Bombino bianco, Garganega, Grechetto gentile, Riesling Riesling Renano, Riesling Italico, Merlot e Uva Longanesi, da soli o congiuntamente.
  • =< 10% vitigno Manzoni bianco
  • =< 5% vitigno Famoso.
  • => 10.50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Frizzante dalla Spuma fine e persistente; Colore rosato più o meno intentso; Odore gradevole, caratteristico; Sapore armonico, fresco.

  • =Romagna Rosato Spumante (Vino Rosato Spumante)
  • Versioni: Spumante Doux
  • => 70% Vitigno Sangiovese
  • =< 30% Vitigni Albana, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio, Bombino bianco, Garganega, Grechetto gentile, Riesling Riesling Renano, Riesling Italico, Merlot e Uva Longanesi, da soli o congiuntamente.
  • =< 10% vitigno Manzoni bianco
  • =< 5% vitigno Famoso.
  • => 10.50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Spumante dalla Spuma fine e persistente; Colore rosato più o meno intentso; Odore gradevole, caratteristico; Sapore armonico, fresco.

  • =Romagna Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Sangiovese
  • =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal Colore rosso rubino talvolta con riflessi violacei; Odore vinoso con profumo franco; Sapore armonico, leggermente tannico, con retrogusto gradevolmente amarognolo

  • =Romagna Cagnina (Vino Rosso)
  • Versioni: Dolce
  • => 85% Vitigno Cagnina
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal Colore rosso violaceo; Odore vinoso, caratteristico; Sapore dolce, di corpo, un po’ tannico, leggermente acidulo.

  • =Romagna Pagadebit (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Bombino Bianco
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal Colore paglierino più o meno intenso; Odore caratteristico, di biancospino; Sapore erbaceo, armonico, gradevole, delicato.

  • =Romagna Pagadebit Amabile (Vino Bianco)
  • Versioni: Amabile
  • => 85% Vitigno Bombino Bianco
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal Colore paglierino più o meno intenso; Odore caratteristico, di biancospino; Sapore amabile, erbaceo, armonico, gradevole, delicato.

  • =Romagna Pagadebit Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Bombino Bianco
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla Spuma fine e persistente; Colore paglierino più o meno intenso; Odore caratteristico, di biancospino; Sapore secco, erbaceo, fresco, armonico, delicato.

  • =Romagna Pagadebit Amabile Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Amabile
  • => 85% Vitigno Bombino Bianco
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla Spuma fine e persistente; Colore paglierino più o meno intenso; Odore caratteristico, di biancospino; Sapore amabile, erbaceo, fresco, armonico.

  • =Romagna Sangiovese (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal Colore rosso rubino talora con riflessi violacei; Odore vinoso con profumo delicato che talvolta ricorda la viola; Sapore armonico, leggermente tannico, con retrogusto gradevolmente amarognolo.

  • =Romagna Sangiovese Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Novello dal Colore rosso rubino; Odore vinoso, intenso, fruttato; Sapore secco o leggermente abboccato, sapido, armonico.

  • =Romagna Sangiovese Passito (Vino Rosso Passito)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Passito dal Colore rosso rubino talora con riflessi violacei; Odore fruttato, intenso, equilibrato; Sapore da secco ad amabile, armonico, leggermente tannico, talvolta con retrogusto amarognolo.

  • =Romagna Sangiovese Superiore (Vino Rosso Superiore)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 12,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Superiore dal Colore rosso rubino tendente al granato, talora con riflessi violacei; Odore vinoso con profumo delicato che ricorda la viola; Sapore armonico, leggermente tannico, con retrogusto gradevolmente amarognolo.

  • =Romagna Sangiovese Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal Colore rosso rubino tendente al granato, talora con riflessi violacei; Odore vinoso con profumo delicato che talvolta ricorda la viola; Sapore armonico, leggermente tannico, con retrogusto gradevolmente amarognolo.

  • =Romagna Sangiovese Superiore Riserva (Vino Rosso Superiore Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Superiore Invecchiato dal Colore rosso rubino tendente al granato, talora con riflessi violacei; Odore vinoso con profumo delicato che talvolta ricorda la viola; Sapore armonico, leggermente tannico, con retrogusto gradevolmente amarognolo.

  • =Romagna Trebbiano (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Trebbiano Romagnolo
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal Colore giallo paglierino più o meno intenso; Odore vinoso, gradevole; Sapore sapido, armonico.

  • =Romagna Trebbiano Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Trebbiano Romagnolo
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla Spuma fine e persistente, Colore giallo paglierino più o meno intenso, Odore gradevole, caratteristico; Sapore armonico, fresco.

  • =Romagna Trebbiano Spumante (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Brut /Extra-dry
  • => 85% Vitigno Trebbiano Romagnolo
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla Spuma fine e persistente; Colore giallo paglierino più o meno intenso; Odore gradevole, caratteristico; Sapore brut, extra dry in relazione alla specifica tipologia.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Romagna

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Romagna si estende sulle colline romagnole delle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, in porzioni di di territorio collinare adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

  • La Zona di Produzione del Vino DOC Romagna Albana Spumante è localizzata in:
    • per la provincia di Forlì-Cesena, il territorio dei comuni di Castrocaro Terme e Terra del Sole, Forlì, Forlimpopoli, Meldola, Bertinoro, Cesena, Montiano, Roncofreddo, Savignano sul Rubicone e Longiano.
    • per la provincia di Ravenna, il territorio dei comuni di Castel Bolognese, Riolo Terme, Faenza, Casola Valsenio e Brisighella.
    • per la provincia di Bologna, il territorio dei comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel San Pietro Terme, Dozza Imolese, Fontanelice, Imola e Ozzano Emilia.
  • La Zona di Produzione del Vino DOC Romagna Cagnina è localizzata in:
    • per la provincia di Forlì-Cesena, il territorio dei comuni di Bertinoro, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Cesena, Forlì, Forlimpopoli, Longiano, Montiano, Modigliana, Dovadola, Predappio, Mercato Saraceno, Meldola, Roncofreddo, Savignano sul Rubicone, Gatteo e San Mauro Pascoli.
    • per la provincia di Ravenna, il territorio dei comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza e Riolo Terme.
  • La Zona di Produzione del Vino DOC Romagna Pagadebit è localizzata in:
    • per la provincia di Forlì-Cesena, il territorio dei comuni di Bertinoro, Borghi, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Cesena, Dovadola, Forlì, Forlimpopoli, Longiano, Meldola, Montiano, Predappio, Roncofreddo, Savignano sul Rubicone e Sogliano al Rubicone.
    • per la provincia di Ravenna, il territorio dei comuni di Comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza e Riolo Terme.
    • per la provincia di Rimini, il territorio dei comuni di Coriano, Misano Adriatico, Morciano di Romagna, Poggio Berni, Rimini, Sant’Arcangelo di Romagna, San Clemente, San Giovanni in Marignano, Torriana e Verucchio.
  • La Zona di Produzione del Vino DOC Romagna Sangiovese è localizzata in:
    • per la provincia di Forlì-Cesena, il territorio dei comuni di Bertinoro, Borghi, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Cesena, Civitella di Romagna, Dovadola, Forlì, Forlimpopoli, Galeata, Longiano, Meldola, Mercato Saraceno, Modigliana, Montiano, Portico - San Benedetto, Predappio, Rocca San Casciano, Roncofreddo, S. Sofia, Savignano sul Rubicone, Sogliano al Rubicone, Sorbano-Sarsina e Tredozio.
    • per la provincia di Ravenna, il territorio dei comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza, Riolo Terme.
    • per la provincia di Bologna, il territorio dei comuni di Borgo Tossignano, Casal Fiumanese, Castel S. Pietro Terme, Dozza Imolese, Fontanelice, Imola e Ozzano dell'Emilia.
    • per la provincia di Rimini, il territorio dei comuni di Cattolica, Coriano, Gemmano, Misano Adriatico, Mondaino, Monte Colombo, Montefiore Conca, Montegridolfo, Montescudo, Morciano di Romagna, Poggio Berni, Riccione, Rimini, Saludecio, S. Arcangelo di Romagna, San Clemente, San Giovanni in Marignano, Torriana e Verucchio.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Romagna

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Romagna prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Romagna non dovrà essere superiore al 65%, al 70% per le tipologie Trebbiano e Pagadebit e al 50% per la tipologia Albana Spumante; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC.
  • Nella designazione dei Vini DOC Romagna può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Romagna è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, con esclusione delle tipologie Trebbiano Frizzante e Spumante.
  • Il vino DOC Romagna Sangiovese Novello deve essere ottenuto con almeno il 50% di vino proveniente dalla macerazione carbonica delle uve.
  • Durante la vinificazione dei Vini DOC Romagna Sangiovese e la tipologia Sangiovese Superiore è consentito effettuare un appassimento parziale delle uve.
  • Durante la vinificazione del Vino DOC Romagna Albana Spumante la fermentazione del mosto può essere effettuata, anche in parte, in contenitori di legno.
  • Il Vino DOC Romagna Albana Spumante deve essere ottenuto con il Metodo Classico o Charmat.
  • I Vino DOC Romagna Sangiovese Riserva e la tipologia Sangiovese Superiore Riserva devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 24 mesi di cui 6 di affinamento in bottiglia.
  • Le etichette del Vino DOC Romagna Cagnina devono riportare la specifica "Dolce".

4. Produttori di Vino DOC Romagna

Con l’utilizzo della DOC Romagna i Produttori Vinicoli Emiliano-Romagnoli sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Romagna

Piatti a base di carni rosse, salumi, tortellini, tagliatelle al ragù, parmigiano e grana stagionati e formaggio di fossa.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Romagna

La storia e la letteratura classica ci parlano spesso di una Romagna particolarmente produttiva, senza negare, però, produzioni di eccellenza: i vini di Cesena in epoca Romana e anche successiva, l’Albana di Bertinoro, come pure la “rosseggiante” Cagnina senza dimenticare il Pagadebito gentile.

Terrano. La dominazione bizantina potrebbe essere stata il momento in cui il Refosco d’Istria o Terrano d’Istria si è diffuso in Romagna. Sta di fatto che, in tempi storici, ha dato origine ad un vino molto apprezzato chiamato “Cagnina”, riconosciuto a DOC con DPR 17-03-1988 (Cagnina di Romagna). Riferisce Giovanni Manzoni che la Cagnina è un’uva probabilmente originaria della Jugoslavia, “tenuta in gran pregio sebbene anticamente fosse piccola di grappolo e di acini radi. Coltivata in Romagna già nel 1200 in alcune piane del Cesenate, del Forlivese e del Ravennate, fu poi limitata solamente a qualche modesto vigneto, come lo è ancora oggi, per la sua scarsa resa”. Diversi gli scritti e i componimenti poetici tra Ottocento e Novecento che attestano la diffusione e l’apprezzamento della Cagnina in Romagna.

Bombino bianco. Localmente detto Pagadebito gentile, da cui il nome del vino. L’origine del vitigno non è nota, ma si tratta di varietà diffusa lungo tutta la fascia adriatica della Penisola con nomi diversi nelle varie regioni, ma che richiamano spesso la sua capacità produttiva. Secondo Hohnerlein-Buchinger l’etimo sarebbe da “produce tanto da pagare i debiti”, in realtà la produttività, specie in collina, non è elevatissima ma costante negli anni; infatti si tratta di varietà rustica e con sottogemme fertili, tanto che se una gelata tardiva può compromettere gravemente la produzione della maggior parte degli altri vitigni, con il Pagadebito è comunque garantita una buona produzione. Nell’area di Bertinoro un tempo si facevano vigneti misti di Albana gentile e Pagadebiti proprio per compensare una eventuale carenza produttiva del primo vitigno. La prima citazione scritta di un “Pagadebito bianco” tra le viti “de’ contorni di Rimino” è dell’Acerbi e risale al 1825. Nell’ambito della mostra ampelografica tenutasi a Forlì nel 1876 si ebbe la possibilità di confrontare tra loro grappoli di Pagadebito provenienti da diversi areali e si convenne che “Il Pagadebito gentile di Forlì, di Bertinoro e di Predappio si differenzia dal Pagadebito verdone per gli acini più sferici, meno grossi, meno verdi e più dolci”. Storicamente è stata riconosciuta una particolare e pregevole tradizione di coltivazione del Pagadebito nell’areale di Bertinoro, messa in evidenza anche nel Disciplinare della DOC “Pagadebit di Romagna” accolto con DPR 17-03-1988.

Sangiovese. La zona di diffusione principale del Sangiovese si colloca tra Romagna e Toscana ed è in questi due territori che da tempi storici si sono venuti a delineare vari biotipi, ma soprattutto vini differenti, frutto dell’interazione specifica e peculiare di territori diversi con questo vitigno. Nello studio della storia di un vino si fa spesso riferimento ai miti e alle religioni dei popoli, ma non bisogna trascurare un altro elemento fondamentale, la “tipicità”, poiché essa passa attraverso il territorio, la metodologia di produzione e il contesto temporale e sociale. Per quanto riguarda il Sangiovese la prima attestazione scritta della sua coltivazione in territorio Toscano risale alla fine del 1500 (Soderini), ma Cosimo Villifranchi nella seconda metà del Settecento parla di un “San Gioveto romano” coltivato in particolare nel Faentino. Tra Settecento e Ottocento sono poi numerosi i poemi e ditirambi che lodano questo vino. Nel 1839, il conte Gallesio giunse a Forlì, da Firenze, percorrendo la strada aperta dal granduca Pietro Leopoldo lungo il corso del fiume Montone ed ebbe modo di descrivere i vigneti incontrati nel percorso: “le vigne … sono tutte a ceppi bassi attaccati ad un picciolo palo come in Francia, le uve che vi si coltivano sono per la maggior parte il Sangiovese di Romagna”. Nei vecchi testi, quindi, viene spesso identificato un Sangiovese coltivato in Romagna con caratteristiche sue proprie che lo fanno distinguere da quelli coltivati in altre aree, ma soprattutto va rimarcato come fosse diverso l’approccio enologico al vitigno rispetto alla Toscana: in Romagna si vinificava in purezza, mentre in Toscana si trattava più spesso di uvaggi (come il ben noto Chianti) o di tagli con altri vitigni. Questa caratteristica è stata contemplata nel Disciplinare “Romagna” Sangiovese: l’uso della menzione geografica aggiuntiva per i vini di Sangiovese è subordinata all’utilizzo di almeno il 95% di uve del vitigno. La DOC “Sangiovese di Romagna”, confluita nella DOC “Romagna”, fu istituita con DPR 09-07-1967.

Trebbiano romagnolo. I “Trebbiani” sono una famiglia di vitigni molto antichi che hanno trovato alcune zone di elezione che gli hanno tributato la seconda parte del nome: Trebbiano romagnolo, piuttosto che toscano, modenese, abruzzese, per citarne alcuni. Nel Trecento il Trebbiano veniva annoverato tra i vini “di lusso” del medioevo, mentre in tempi più recenti appare un’immagine più differenziata del Trebbiano, che viene considerato anche un vino di carattere semplice. Lo citano il Soderini nel Cinquecento, il Trinci Settecento e tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento diversi autori cercano di mettere ordine tra le diverse tipologie e sinonimie. In Romagna si coltivava in prevalenza il Trebbiano della fiamma, così detto perché i grappoli esposti al sole prendono una colorazione giallo-rossastra. Nel Molon (1906) si legge che il vitigno era coltivato soprattutto nelle province di Forlì e Ravenna, meno nel Cesenate, dove prevaleva l’Albana e si riporta quanto affermato da Pasqualini e Pasqui in merito all’apprezzamento del Trebbiano nei filari di pianura, nonostante l’elevata umidità. La sua vasta diffusione è dovuta alla capacità di adattarsi alle più diverse tipologie di terreno e condizioni climatiche, alla costante produttività ed alle caratteristiche del vino: gradevole, corretto e facilmente commerciabile. Con il DPR 31-08-1973 viene istituita la DOC “Trebbiano di Romagna”, che ricomprende un’area di coltivazione che si estende dalla collina verso quelle aree di pianura dove i terreni sono più argillosi o argilloso-sabbiosi. Vini amabili, frizzanti e spumanti. La presenza in Romagna di vitigni tipicamente a maturazione medio-tardiva o tardiva (Trebbiano, Pagadebiti) faceva sì che il sopraggiungere del freddo invernale bloccasse la fermentazione lasciando nei vini residui zuccherini più o meno importanti. Da qui l’uso di bere vini dolci o amabili nel periodo autunno-invernale e vini frizzanti e spumanti nell’estate successiva la vendemmia. Infatti i vini con residuo zuccherino, una volta messi in bottiglia, riprendevano a fermentare con l’arrivo dei primi caldi, originando una frizzantatura naturale. Vi era quindi una tradizione, se si vuole involontaria, di spumanti e frizzanti, che con l’accrescersi delle conoscenze enologiche è stata perfezionata: l’uso del freddo in cantina consente di preservare profumi e aromi e l’uso di lieviti selezionati consente di ottimizzare le fermentazioni.

Il Vino DOC Romagna ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 22 settembre 2011.

RENO DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 22.06.1987, G.U. 6 del 09.01.1988
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Reno D.O.C. 

La denominazione di origine controllata «Reno» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Montuni
  2. Montuni Frizzante
  3. Montuni Spumante
  4. Pignoletto
  5. Pignoletto Frizzante
  6. Pignoletto Spumante
  7. Bianco
  8. Bianco Frizzante
  9. Bianco Spumante

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Reno

 

  • Reno Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 40% Vitigni Albana e Trebbiano Romagnolo, da soli o congiuntamente;
  • =< 60% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal Colore giallo paglierino più o meno intenso, Odore gradevole, delicato e Sapore secco o abboccato o amabile o dolce, sapido, armonico.

  • Reno Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Spumante Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 40% Vitigni Albana e Trebbiano Romagnolo, da soli o congiuntamente;
  • =< 60% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla Spuma fine e persistente o vivace, Colore giallo paglierino più o meno intenso, Odore gradevole, delicato e Sapore secco o abboccato o amabile o dolce, sapido, armonico.

  • Reno Bianco Spumante (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Brut /Extra dry /Dry /Demi-sec /Doux
  • => 40% Vitigni Albana e Trebbiano Romagnolo, da soli o congiuntamente;
  • =< 60% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla Spuma fine e persistente, Colore giallo paglierino più o meno intenso, Odore gradevole, delicato e Sapore da secco a dolce, sapido, armonico.

  • Reno Montuni (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 85% Vitigno Montù
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal Colore giallo paglierino, Odore gradevole, caratteristico, vinoso e Sapore secco o abboccato o amabile o dolce, sapido, di giusto corpo.

  • Reno Montuni Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 85% Vitigno Montù
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla Spuma vivace, evanescente, Colore giallo paglierino di varia intensità, Odore gradevole, caratteristico, vinoso e Sapore secco o abboccato o amabile o dolce, sapido, di giusto corpo.

  • Reno Montuni Spumante (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Brut /Extra dry /Dry /Demi-sec /Doux
  • => 85% Vitigno Montù
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla Spuma fine e persistente, Colore giallo paglierino, Odore gradevole, caratteristico, vinoso e Sapore da secco a dolce, sapido, di giusto corpo.

  • Reno Pignoletto (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 85% Vitigno Pignoletto
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla Spuma fine e persistente, Colore giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli, Odore delicato, caratteristico e Sapore da secco a dolce, armonico, fine.

  • Reno Pignoletto Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 85% Vitigno Pignoletto
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla Spuma fine e persistente o vivace, Colore giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli, Odore delicato, caratteristico e Sapore secco o abboccato o amabile o dolce, armonico, fine.

  • Reno Pignoletto Spumante (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Brut /Extra dry /Dry /Demi-sec /Doux
  • => 85% Vitigno Pignoletto
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla Spuma fine e persistente, Colore giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli, Odore delicato, caratteristico e Sapore da secco a dolce, armonico, fine.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Reno

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Reno si estende ai piedi dell'Appennino emiliano, in un territorio pianeggiante, adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Reno è localizzata in: 

  • provincia di Bologna, e comprende il territorio dei comuni di Imola, Dozza, Castel San Pietro Terme, Castelguelfo, Medicina, Ozzano dell’Emilia, Castenaso, Budrio, Granarolo dell’ Emilia, Bologna, San Lazzaro di Savena, Bentivoglio, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale, Pieve di Cento, Castelmaggiore, Argelato, Castello d’Argile, Casalecchio di Reno, Calderara di Reno, Sala Bolognese, Zola Predosa, Crespellano, Anzola dell’Emilia, San Giovanni in Persiceto, Sant’ Agata Bolognese, Crevalcore e Bazzano.
  • provincia di Modena, e comprende il territorio dei comuni di Ravarino, Nonantola, Castelfranco Emilia, San Cesario sul Panaro e Savignano sul Panaro.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Reno

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Reno prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Reno non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Nella designazione dei Vini DOC Reno può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.

4. Produttori di Vino DOC Reno

Con l’utilizzo della DOC Reno i Produttori Vinicoli Emiliano-Romagnoli sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino del Vino DOC Reno

Piatti a base di pesce, salumi tipici romagnoli, prosciutto di Modena, culatello, spalla cotta, tortellini in brodo.


6. Storia e Letteratura del Vino del Vino DOC Reno

La D.O.C. “Reno” viene utilizzata e presentata abbinata ai nomi dei vitigni “Montuni” e “Pignoletto” in misura molto minore viene rivendicata la DOC “Reno” abbinata alla tipologia “Bianco”.

Il vitigno Montù è una delle prime varietà di uva bianca che compare nella zona pianeggiante e pede-collinare nei dintorni di Bologna. Si ricordano le citazioni dell' Acerbi che con il sinonimo di Montonego lo descrive già nel 1823 come vitigno presente nei dintorni di Bologna. Altre citazioni sono riportate nel "Saggio di ampelografia universale" da Giuseppe dei Conti di Rovasenda.

Domizio Cavazza nel testo "viticoltura" scrive della presenza del vitigno Montù nella pianura tra Modena e Bologna: cita il vino bianco asciutto, sapido, piacevolissimo. Anche nel testo "uve da vino" di Norberto Marzotto si cita il Montù tra le varietà maggiormente diffuse nella piana Bolognese.

Oggi nelle terre che furono dei Bentivoglio e in molti comuni della pianura bolognese e modenese, la coltura di questo vitigno è molto diffusa ed è fondamentale per i viticultori della zona e le loro cantine sociali, tantè che il vitigno Montù è tra le varietà più rappresentative nella zona di produzione della DOC “Reno”.

Il vitigno Pignoletto è diffuso da molto tempo nella pianura Bolognese. Dall'inizio del secolo fino agli anni '60 veniva coltivato principalmente in consociazione all'olmo nelle tradizionali "alberate bolognesi", sistemi di allevamento a filare che raggiungevano anche gli otto metri di altezza e rispondevano a due esigenze essenziali: la produzione di ottima uva da vino che veniva in gran parte commercializzata in castellate (antica misura di uva pigiata pari a circa 840 litri) e mezze (420 litri) nella città di Bologna e la difesa dal vento delle piantagioni di canapa, diffusissime nella zona.

Esso è stato oggetto di approfondito studio da parte dei Professori Faccioli e Marangoni dell'Istituto di Coltivazioni Arboree dell' Università di Bologna, studio pubblicato su "La Mercanzia", n. 2 - Marzo - Aprile 1978. Nella prefazione allo studio i Professori Faccioli e Marangoni citano testualmente: «Da tempo è diffuso nella parte nord-ovest della provincia di Bologna (comune di Bentivoglio e terreni limitrofi) un vitigno localmente chiamato "Pignoletto", "Pignolino", "Alionzina", che ha incontrato il favore dei viticoltori per le sue caratteristiche agronomico colturali ed enologiche.

La sua coltura si è estesa anche nella fascia collinare (zona dei Colli Bolognesi), ove veniva erroneamente chiamato "Pinot Bianco" ed è diventato uno dei vitigni fondamentali della locale viticoltura.

E ancora, al capitolo "Origini e Storia": «Sembra mancare una documentazione scritta riguardante questo vitigno nella provincia di Bologna, anche se si trovano accenni e riferimenti ad "Uve Pignole" (Tanara, 1658).

Oggi la coltura di questo vitigno si è ulteriormente estesa interessando anche il territorio dei comuni della media pianura modenese posti alla destra del fiume Panaro. Nell'ambito del territorio delimitato dalla zona di produzione dei vini a Denominazione di Origine Controllata Reno è diffusa, da molto tempo, la coltivazione di altri due importanti vitigni: l'Albana e il Trebbiano.

Il vitigno Trebbiano fece la sua comparsa in Emilia Romagna in epoca antichissima, con I'avvento del popolo etrusco. Pier Dè Crescenzi, nel suo trattato "Liber ruralium coinmodoruin", apparso nel 1305, scrive tra l'altro: "C'è un'altra specie di uva, detta tribiana, che è bianca, con acini tondi, piccoli e abbondanti; in giovane età questa vite non dà frutto, crescendo diventa feconda". Nello stesso secolo del Dè Crescenzi la parola trebbiano comincia a correre in tutta

Il Vino DOC Reno ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 22 giugno 1987.

Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

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