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Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 28.05.1968, G.U. 186 del 23.07.1968

  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. 87 del 12.04.2021

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Bardolino D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Bardolino” e della relativa Sottozona, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bardolino - Sottozona Montebaldo

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Bardolino - Sottozona Montebaldo

 

  • Bardolino (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • >< 35-95% Vitigno Corvina Veronese (Cruina o Corvina)
  • =< 20% Vitigno Corvinone
  • >< 5-40% Vitigno Rondinella
  • =< 15% Vitigno Molinara
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Verona, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal Colore rosso rubino tendente a volte al cerasuolo che si trasforma in granato con l’invecchiamento; Odore caratteristico, vinoso; Sapore asciutto, sapido, armonico.

  • Bardolino Classico (Vino Rosso Classico)
  • Versioni: Secco
  • >< 35-95% Vitigno Corvina Veronese (Cruina o Corvina)
  • =< 20% Vitigno Corvinone
  • >< 5-40% Vitigno Rondinella
  • =< 15% Vitigno Molinara
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Verona, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Classico dal Colore rosso rubino tendente a volte al cerasuolo che si trasforma in granato con l’invecchiamento; Odore caratteristico, vinoso; Sapore asciutto, sapido, armonico.

  • Bardolino Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco
  • >< 35-95% Vitigno Corvina Veronese (Cruina o Corvina)
  • =< 20% Vitigno Corvinone
  • >< 5-40% Vitigno Rondinella
  • =< 15% Vitigno Molinara
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Verona, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Novello dal Colore rosso rubino chiaro; Odore caratteristico, intenso, fruttato; Sapore asciutto, morbido, sapido, leggermente acidulo fresco, talvolta leggermente vivace.

  • Bardolino Classico Novello (Vino Rosso Classico Novello)
  • Versioni: Secco
  • >< 35-95% Vitigno Corvina Veronese (Cruina o Corvina)
  • =< 20% Vitigno Corvinone
  • >< 5-40% Vitigno Rondinella
  • =< 15% Vitigno Molinara
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Verona, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Classico Novello dal Colore rosso rubino chiaro; Odore caratteristico, intenso, fruttato; Sapore asciutto, morbido, sapido, leggermente acidulo fresco, talvolta leggermente vivace.

  • Bardolino Chiaretto (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • >< 35-95% Vitigno Corvina Veronese (Cruina o Corvina)
  • =< 20% Vitigno Corvinone
  • >< 5-40% Vitigno Rondinella
  • =< 15% Vitigno Molinara
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Verona, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal Colore rosa tendente all'aranciato; Odore caratteristico, fruttato, delicato; Sapore morbido, sapido, armonico.

  • Bardolino Classico Chiaretto (Vino Rosato Classico)
  • Versioni: Secco
  • >< 35-95% Vitigno Corvina Veronese (Cruina o Corvina)
  • =< 20% Vitigno Corvinone
  • >< 5-40% Vitigno Rondinella
  • =< 15% Vitigno Molinara
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Verona, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Classico dal Colore rosa tendente all'aranciato; Odore caratteristico, fruttato, delicato; Sapore morbido, sapido, armonico.

  • Bardolino Chiaretto Spumante (Vino Rosato Spumante)
  • Versioni: Spumante Brut
  • >< 35-95% Vitigno Corvina Veronese (Cruina o Corvina)
  • =< 20% Vitigno Corvinone
  • >< 5-40% Vitigno Rondinella
  • =< 15% Vitigno Molinara
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Verona, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Spumante dalla Spuma fine e persistente; Colore rosa chiaro anche tendente all'aranciato; Odore fragrante, fruttato quando spumantizzato con il Metodo Charmat; bouquet fine proprio della fermentazione in bottiglia, quando spumantizzato con il metodo tradizionale; Sapore da dosaggio zero a demi-sec, fresco, sapido, persistente.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Bardolino - Sottozona Montebaldo

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Bardolino si estende sulla fascia pedemontana in provincia di Verona, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

  • La Zona di Produzione del Vino DOC Bardolino - Sottozona Montebaldo è localizzata in:
    • provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Affi, Caprino Veronese, Costermano sul Garda e Rivoli Veronese.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Bardolino - Sottozona Montebaldo

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Bardolino prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Bardolino non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • La denominazione di origine controllata Bardolino può essere utilizzata per designare al vino spumante “Chiaretto” ottenuto con mosti o vini con metodi di spumantizzazione a fermentazione naturale. Tale tipologia deve essere commercializzata nei tipi brut, extra dry e dry.
  • Il vino DOC Bardolino imbottigliato entro il 31 dicembre dell’annata di produzione delle uve, può essere designato in etichetta con il termine “Novello” purché prodotto con l’85% di uva a macerazione carbonica.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Bardolino è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione della tipologia di Vino Chiaretto Spumante.

4. Produttori di Vino DOC Bardolino - Sottozona Montebaldo

Con l’utilizzo della DOC Bardolino i Produttori Vinicoli Veneti sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Bardolino - Sottozona Montebaldo

Il Bardolino Doc è ottimo con Prosciutto veneto e Piave fresco.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Bardolino - Sottozona Montebaldo

Ritrovamenti archeologici dell’età del bronzo, reperti romani per l’uso del vino nei riti religiosi, raffigurazioni di grappoli nelle chiese medioevali, documenti di compravendite di vigneti, nonché scritti di autori famosi del XV secolo, testimoniano la lunga ed ininterrotta tradizione vitivinicola della zona del Bardolino.

È nel XIX secolo che la produzione vinicola della zona incomincia ad essere identificata esplicitamente con il nome di “Bardolino”, con le prime analisi chimiche effettuate nel 1873. Come testimonia nel 1897 lo scrittore bresciano Giuseppe Solitro, “Tra i più reputati della regione sono quelli di Bardolino, che questo nome corron tutta l’Italia e competono con i migliori della penisola”.

Giovanni Battista Perez, in un testo pubblicato nel 1900, descrive il vino “di tinta rosso-chiara” del distretto di Bardolino, soffermandosi sulle caratteristiche organolettiche della produzione delle varie località di quella che è l’attuale area del Bardolino. Alcuni autori nei primi anni del 1900 caratterizzavano il Bardolino, come “salatino”, oppure “asciutto e leggero, dotato di una sottile sapidità”, peculiarità che tutt’oggi differenzia il Bardolino da vini simili ottenuti nelle zone limitrofe.

Per quanto riguarda il vino Chiaretto, tipico della zona, la tradizione vuole che la formula per la sua preparazione sia stata elaborata nel 1896 sul lago di Garda dal senatore, avvocato e scrittore veneziano Pompeo Molmenti, che sembra avesse appreso in Francia la tecnica della vinificazione “in bianco” delle uve rosse: Zeffiro Bocci nel 1970 scriveva che “nelle zone viticole veronesi adiacenti al Benaco, si è sempre prodotto un Chiaretto del Garda ben definito”.

Nel 1926 viene costituito il primo “Consorzio di difesa del vino tipico Bardolino”.

Studi pedologici degli anni ’30 individuano, nel contesto del territorio della denominazione Bardolino, la zona denominata Classica. Nel 1937 viene istituito il “Consorzio di difesa per la tutela dei vini pregiati veronesi”, indicando fra le tipologie tutelate il Bardolino.

Negli anni ’40 e ’50 bottiglie di vino etichettate come “Bardolino” o “Bardolino Extra” vengono già esportate negli Stati Uniti. La storia moderna del Bardolino ha ufficialmente origine nel 1968, data di approvazione del Decreto presidenziale che istituisce la Denominazione d’origine protetta “Bardolino” e l’anno successivo viene istituito il Consorzio di tutela del vino Bardolino. Grazie alla sua precisa identità storica e la sua qualità, oggi la denominazione Bardolino è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, dove viene venduto oltre il 60% del prodotto.

Il Vino DOC Bardolino ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 28 maggio 1968.

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 27.05.1970, G.U. 228 del 09.09.1970

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche relative alla Sottozona, riportate in G.U. n. 153 del 29.06.2021   


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Barbera d'Alba D.O.C. - Sottozona Castellinaldo

La denominazione di origine controllata “Barbera d'Alba” - Sottozona Castellinaldo - è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Sottozona Castellinaldo

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Barbera d'Alba - Sottozona Castellinaldo

 

  • Barbera d'Alba - Sottozona Castellinaldo (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Barbera
  • =< 15% Vitigno Nebbiolo
  • => 12.50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal Colore rosso rubino tendente al granato con l'invecchiamento; Odore fruttato e caratteristico; Sapore asciutto, sapido, armonico, di buona struttura.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Barbera d'Alba - Sottozona Castellinaldo

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Barbera d'Alba - Sottozona Castellinaldo si estende sulle colline delle Langhe, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Barbera d'Alba - Sottozona Castellinaldo è localizzata in:

  • provincia di Cuneo e comprende il territorio dei comuni di Castellinaldo d'Alba e, in parte, i territori dei comuni di Vezza d'Alba, Canale, Priocca, Magliano Alfieri, Castagnito e Guarene.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Barbera d'Alba - Sottozona Castellinaldo

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Barbera d'Alba prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Barbera d'Alba - Sottozona Castellinaldo non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto. 
  • Il vino DOC Barbera d'Alba - Sottozona Castellinaldo deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 14 mesi, di cui almeno 6 in botti di legno e 3 in bottiglia.
  • Nella designazione dei Vini DOC Barbera d'Alba - Sottozona Castellinaldo può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Barbera d'Alba - Sottozona Castellinaldo è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Barbera d'Alba - Sottozona Castellinaldo

Con l’utilizzo della DOC Barbera d'Alba - Sottozona Castellinaldo i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Barbera d'Alba - Sottozona Castellinaldo

Antipasti caldi piemontesi, agnolotti di carne, carni lesse e bollite, formaggi delle Langhe di media stagionatura, come robiole e raschera.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Barbera d'Alba - Sottozona Castellinaldo

Negli anni Settanta, il coinvolgimento della produzione albese in un mercato di statura internazionale e la costante ricerca qualitativa intrinseca a questo settore produttivo hanno trasformato poco per volta questo vino – e non solo nell’immagine – facendolo diventare un prodotto di classe, adatto a lungo invecchiamento, capace di competere con i grandi rossi per la presenza sulle tavole prestigiose di tutto il mondo, confermando i caratteri più originali di una terra e di un vitigno dal particolare prestigio

Il Vino DOC Barbera d'Alba ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 27 maggio 1970.

EMILIA ROMAGNA DOC

  • Denominazione di Origine Controllata - Approvata come tipologia della DOC “Emilia Romagna” pubblicata in G.U. del 05.01.2021
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche apportate da provvedimento Mipaaf del 20.04.21

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Emilia Romagna D.O.C. 

La Denominazione di Origine Controllata “Emilia Romanga” è riservata ai vini che rispondono ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Pignoletto
  2. Pignoletto Frizzante
  3. Pignoletto Spumante
  4. Pignoletto Passito
  5. Pignoletto Vendemmia Tardiva

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Emilia Romagna

 

  • Emilia Romagna Pignoletto (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • => 85% Vitigno Pignoletto
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna. Possono concorrere le uve dei vitigni Pinot nero e/o Pinot grigio vinificate in bianco.
  • => 10.5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore colore giallo paglierino più o meno intenso, talvolta con riflessi verdognoli; Odore caratteristico, fine; Sapore da secco ad abboccato, caratteristico, fruttato, armonico, talvolta leggermente amaroglono.

  • Emilia Romagna Pignoletto Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • => 85% Vitigno Pignoletto
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna. Possono concorrere le uve dei vitigni Pinot nero e/o Pinot grigio vinificate in bianco.
  • => 10.5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla Spuma fine ed evanescente; Colore giallo paglierino; Odore caratteristico, floreale, leggermente aromatico, Sapore da secco ad abboccato, caratteristico, fruttato, armonico, talvolta leggermente amarognolo.

  • Emilia Romagna Pignoletto Spumante (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Brut nature /Extra-Brut /Brut /Extra-Dry /Dry
  • => 85% Vitigno Pignoletto
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna. Possono concorrere le uve dei vitigni Pinot nero e/o Pinot grigio vinificate in bianco.
  • => 10.5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dalla Spuma fine e persistente, Colore colore giallo paglierino; Odore caratteristico, floreale, leggermente aromatico; Sapore sapido, caratteristico, fruttato, armonico, da Brut nature a Dry

  • Emilia Romagna Pignoletto Passito (Vino Bianco Passito)
  • Versioni: Amabile /Dolce
  • => 85% Vitigno Pignoletto
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna. Possono concorrere le uve dei vitigni Pinot nero e/o Pinot grigio vinificate in bianco.
  • => 15% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Passito, dal Colore colore giallo dorato tendente all'ambrato con l'invecchiamento; Odore fine, caratteristico, floreale, delicato; Sapore da amabile a dolce, morbido, fruttato.

  • Emilia Romagna Pignoletto Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • => 85% Vitigno Pignoletto
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna. Possono concorrere le uve dei vitigni Pinot nero e/o Pinot grigio vinificate in bianco.
  • => 14% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vendemmia Tardiva, dal Colore colore giallo dorato tendente all'ambrato con l'invecchiamento; Odore intenso, caratteristico, floreale; Sapore da amabile a dolce, fruttato, morbido, delicato.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Emilia Romagna

L’orografia collinare del territorio di produzione e l’esposizione prevalente dei vigneti, orientati a ad est sud est, e localizzati in zone particolarmente vocate alla coltivazione della vite, concorrono a determinare un ambiente adeguatamente ventilato, luminoso, con notevoli sbalzi termici e pertanto favorevole all’espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive della pianta. La tradizione millenaria della produzione di vino, insieme alle caratteristiche uniche del territorio, garantisce la qualità del vino a DOC Emilia Romagna.

La Zona di Produzione del Vino DOC Emilia Romagna è localizzata in:

  • provincia di Bologna, e comprende il territorio dei comuni di Anzola dell'Emilia, Argelato, Bentivoglio, Bologna, Borgo Tossignano, Budrio, Calderara di Reno, Casalecchio di Reno, Casalfiumanese, Castel Guelfo di Bologna, Castel Maggiore, Castel San Pietro Terme, Castello D'Argile, Castenaso, Crevalcore, Dozza, Fontanelice, Granarolo dell'Emilia, Imola, Loiano, Marzabotto, Medicina, Minerbio, Monte San Pietro, Monterenzio, Monzuno, Mordano, Ozzano dell'Emilia, Pianoro, Pieve di Cento, Sala Bolognese, San Giorgio di Piano,m San Giovanni in Persiceto, San Lazzaro di Savena, San Pietro in Casale,m Sant'Agata Bolognese, Sasso Marconi, Valsamoggia, Zola Predosa.
  • provincia di Modena, e comprende il territorio dei comuni di Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Camposanto, Carpi, Concordia sul Secchia, finale Emilia, Fiorano Modenese, Formigine, Guiglia, Maranello, Marano sul Panaro, Medolla, Mirandola, Modena, Nonantola, Novi di Modena, Prignano sul Secchia, Ravarino, S. Cesario sul Panaro, S. Felice sul Panaro, S. Possidonio, S. Prospero sulla Secchia, Sassuolo, Savignano sul Panaro, Serramazzoni, Soliera, Spilamberto, Vignola, Zocca. 
  • provincia di Ravenna, e comprende il territorio dei comuni di Faenza, Brusighella, Riolo Terme, Castel Bolognese. 

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Emilia Romagna

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Emilia Romagna prevedono, tra l'altro, che:

  • La produzione massima d'uva per ettaro non deve essere superiore a 21 ton/ha. Nelle annate favorevoli detto limite può essere superato fino al 20%. Oltre detto limite decate il diritto alla denominazione DOC per l'intera produzione.

4. Produttori di Vino DOC Emilia Romagna

LCon l’utilizzo della DOC Emilia Romagna i Produttori Vinicoli Emiliano-Romagnoli sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Emilia Romagna

Piatti a base di pesce, come antipasti, primi piatti, crostacei, fritture, ma si abbina bene anche a verdure e a formaggi giovani.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Emilia Romagna

Quando i romani, circa due secoli prima della nascita di Cristo, sottomisero ed unificarono sotto il segno della lupa i territori dell'attuale Emilia Romagna abitati dalle tribù dei galli boi, avevano probabilmente mille motivi per farlo, non esclusi quelli legati alle ricchezze agricole di tali zone. I filari di vite erano maritati ad alberi vivi, secondo l’uso introdotto dagli etruschi e sviluppato successivamente dai galli. Tale metodo infatti, lo si chiama “arbustum gallicum”, particolarmente adatto non solo alle terre basse ed umide della pianura, ma soprattutto si era incrementato notevolmente sulla zona collinare. È accertato che da tali terreni, soprattutto quelli collinari posti a sud di Bononia, i nostri antenati latini producessero vini che li appassionarono moltissimo.

Le terre dell’agro bononiense erano coltivate dai veterani di tante campagne militari in tutto il mondo allora conosciuto, per cui la bevanda bacchica era palesemente bevuta, gustata ed apprezzata. Plinio il Vecchio - I° sec. d.C. - nel capitolo “Ego sum pinus laeto” tratto dalla monumentale opera di agronomia “Naturalis historia”, enuncia che in “apicis collibus bononiensis” vi si produceva un vino frizzante ed albano, cioè biondo, molto particolare ma non abbastanza dolce per essere piacevole e quindi non apprezzato, poiché è risaputo che durante l’epoca imperiale era gradito il vino dolcissimo, speziato ed aromatizzato con innumerevoli essenze, inoltre, sempre molto “maturo” in quanto i vini giovani non erano in grado di soddisfare i pretenziosi palati della nobiltà. Erano trascorsi poco meno di tre secoli dalla conquista romana - 179 a.C. - che il vino era radicalmente mutato, ma non le qualità e caratteristiche uniche di tale nettare.

Riprendendo il cammino alla ricerca di tracce che ci possano condurre ai vini che oggi degustiamo, ci imbattiamo nelle biografie dell’operosità di tali monaci-agresti che sono giunte fino ai giorni nostri, in cui si menzionano i notevoli impulsi dati per lo sviluppo della vite. Si sparsero in tutte le regioni italiane e nel migrare verificarono che sulle colline bolognesi si produceva un buon vinello dorato e mordace, appunto frizzante. "Omnia alla vina in bonitate excedir" - decisamente “…un vino superiore per bontà a tutti gli altri…” e bevuto non solo durante le pratiche liturgiche, ma anche con gioia alla tavola del nobile e del volgo, ottenuto da uve conosciute ed apprezzate come pignole!

I secoli che da allora sono trascorsi per giungere fino ai giorni nostri, sono stati indiscussi testimoni di innumerevoli fatti e citazioni riguardanti i vini delle nostre splendide colline bolognesi. Nel 1300, Pier de’ Crescenzi, nel più importante trattato di agronomia medievale “Ruralium commordorum - libro XII” descriveva le caratteristiche organolettiche del “pignoletto” che si beveva allora, in quanto il vino, oltre che maggiormente prodotto, era quello più gradito per piacevolezza e per la vivace e dorata spuma. Agostino Gallo ne “Le venti giornate dell’agricoltura” del 1567, sollecitava di piantare le uve pignole in quanto per la notevole produzione, permetteva un florido commercio perché sempre ricercate. Medico e botanico di Papa Sisto V°, il Bacci, nel personale trattato del 1596 “De naturalis vinarium istoria de vitis italiane”, asseriva le “…rare et optime…” qualità intrinseche dell’uva pignola. Così pure Soderini, noto agronomo fiorentino, sempre in quegli anni, ne confermava le caratteristiche. Il Trinci - 1726 - pone in evidenzia le caratteristiche di tale vitigno: l’odierno pignoletto si riscontra nella sua quasi totalità di tali affermazioni, per non dire che sono le medesime. Ulteriori conferme sono riportate nel “Bullettino Ampelograficho” del 1881, in cui è nominata l’uva pignola prodotta nelle colline poste a sud dell’urbe di Bologna, la cui assomiglianza con l’attuale produzione è stupefacente, e non lascia più adito ad altri dubbi di sorti. Lo statuto di Bologna del 1250 ordina la costruzione della “Strada dei vini” per trasportare con sicurezza verso Bologna i vini ottenuti nelle colline a sud della città.


CIRO' CLASSICO DOCG

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Gazzetta 16/12/2023 n.293.

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Cirò Classico D.O.C.G.

La Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Cirò Classico” è riservata ai vini che rispondono ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  • Classico

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Cirò Classico

 

  • Cirò Classico (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 90% Vitigno Gaglioppo
  • =< 10% Vitigni a bacca nera Magliocco e Greco Nero.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino con tendenza al granato con l'invecchiamento; Odore intenso e complesso con profumi di frutta rossa e note speziale; Sappore secco, di corpo, armonico, persistente.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Cirò Classico

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Cirò Classico è situata nell'area a nord-est della Provincia di Crotone, sul litorale della costa Ionica e nel suo entroterra collinare.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Cirò Classico è localizzata in provincia di Crotone, e comprende il territorio dei comuni di Cirò e Cirò Marina.


3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Cirò Classico

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Cirò prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOCG “Cirò Classico” non deve essere superiore a 8 tonnellate per ettaro di vigneto in coltura specializzata. Anche in annate eccezionalmente favorevoli, la resa dovrà essere riportata a detto limite, purché la produzione non superi il 20%; oltre detto limite decade il diritto alla denominazione di origine per tutta la partita.

4. Produttori di Vino DOCG Cirò Classico

Con l’utilizzo della DOCG Cirò Classico i Produttori Vinicoli Calabresi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Cirò Classico

Primi piatti conditi con ragù, carni rosse, cacciagione, la tradizionale 'nduja calabrese, il pecorino crotonese e i salumi tipici della Calabria.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Cirò Classico

La vocazione del territorio di Cirò a produrre vini di grande qualità è nota da molti secoli.

Il comprensorio della Docg “Cirò Classico” infatti è la zona di più antica presenza della vite dell’intera area. L’attuale vino Cirò deriva da un vino che anticamente era chiamato “Krimisa”.

Il nome probabilmente deriva da quello di una colonia greca, Cremissa appunto, situata dove ora sorge Cirò Marina. A Cremissa sorgeva peraltro un importante tempio dedicato al dio del vino, Bacco, e Krimisa era il vino offerto in dono agli atleti vincitori delle Olimpiadi.

Il vino continuò la sua fama anche in epoca romana e successivamente fino all’epoca Normanna e Angioina. Nel Cinquecento e per tutta l’epoca moderna il vino viene descritto come uno degli elementi caratterizzanti un’agricoltura e un’economia propri di una Calabria felix, prospera, fertile, secondo immagini veritiere che vengono tramandate di padre in figlio.

Per rinnovare l’antica tradizione, il Cirò è stato servito come vino ufficiale alle Olimpiadi svoltesi a Città del Messico nel 1968. Milone di Crotone, vincitore di ben sei edizioni dei giochi di Atene, era un grande estimatore di questo vino.

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