Assovini
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  • Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 24.05.1968, G.U. 178 del 15.07.1968
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 19.01.2023 - G.U. n. 30 del 06.02.2023

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione         Sottozona

 


Vino Montepulciano d'Abruzzo D.O.C. Sottozona Teate

La denominazione d'origine controllata "Montepulciano d'Abruzzo", e alle relative Sottozone, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Montepulciano d'Abruzzo
  2. Sottozone del Vino Montepulciano d'Abruzzo DOC »

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Teate

 

  • Sottozona Teate (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco 
  • => 90% Vitigno Montepulciano
  • =< 10% Uve da altri Vitigni a bacca nera non aromatici, idonei alla coltivazione per la regione Abruzzo.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal Colore colore rosso rubino intenso, con lievi sfumature violacee, tendenti al granato con l’invecchiamento, Odore profumi di frutti rossi maturi, spezie, intenso, etereo e con sentori di confettura se sottoposto a parziale appassimento delle uve, dal Sapore pieno, robusto, armonico, leggermente tannico.

  • Sottozona Teate Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco 
  • => 90% Vitigno Montepulciano
  • =< 10% Uve da altri Vitigni a bacca nera non aromatici, idonei alla coltivazione per la regione Abruzzo.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal Colore colore rosso rubino intenso, con lievi sfumature violacee, tendenti al granato con l’invecchiamento, Odore profumi di frutti rossi maturi, spezie, intenso, etereo e con sentori di confettura se sottoposto a parziale appassimento delle uve, dal Sapore sapido, pieno, robusto, armonico, leggermente tannico, persistente.

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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Teate

La zona geografica vocata alla produzione del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo Sottozona Teate comprende circa un terzo dell’intero territorio amministrativo della provincia di Chieti, ed è costituita da un’ampia ed estesa fascia della collina litoranea, che va dal fiume Foro al Trigno, seguita dalla collina interna ed infine da quella pedemontana che giunge nella parte nord-occidentale sino ai piedi della Maiella.

La Zona di Produzione del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Teate è localizzata in:

  • provincia di Chieti e comprende il territorio dei comuni di Altino, Archi, Ari, Arielli, Atessa, Bomba, Bucchianico, Canosa Sannita, Casacanditella, Casalanguida, Casalincontrada, Carpineto Sinello, Casalbordino, Casoli, Castel Frentano, Chieti, Crecchio, Cupello, Fara Filiorum Petri, Filetto, Fossacesia, Francavilla, Fresagrandinaria, Frisa, Furci, Gissi, Giuliano Teatino, Guardiagrele, Lanciano, Lentella, Miglianico, Monteodorisio, Mozzagrogna, Orsogna, Ortona, Paglieta, Palmoli, Perano, Poggiofiorito, Pollutri, Ripa Teatina, Roccamontepiano, Rocca San Giovanni, San Buono, Sant'Eusanio del Sangro, San Giovanni Teatino, Santa Maria Imbaro, San Martino sulla Marrucina, San Salvo, San Vito Chietino, Scerni, Tollo, Torino di Sangro, Torrevecchia Teatina, Treglio, Vasto, Villalfonsina, Villamagna, Vacri.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Teate

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Teate prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70% per entrambe tipologie di Montepulciano d'Abruzzo Sottozona Teate e Riserva. Qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Nella designazione dei Vini DOC Montepulciano d'Abruzzo può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Il vino a denominazione di origine controllata Montepulciano d'Abruzzo Sottozona Teate deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento di almeno 21 mesi di cui almeno 9 in recipienti di legno.
  • La tipologia con menzione Riserva deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento di almeno 30 mesi di cui almeno 9 in recipienti di legno.

4. Produttori Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Teate

Con l’utilizzo della DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Teate i Produttori vinicoli abruzzesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la visita alle cantine vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Teate

Primi piatti con ragù di carne, carni rosse grigliate e al forno, agnello alla griglia, pecora al caldaro, maiale in porchetta, spezzatino di maiale, formaggi vari, minestre e cacciagione.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Teate

La prima testimonianza storica sulla produzione enoica abruzzese, come ci ricorda Polibio, storico greco vissuto tra il 205 ed il 123 a.C., risale alle famose gesta di Annibale (216 a.C.) ed alla sua vittoria di Canne. Polibio ricordava la produzione di ottimo vino della zona adriatica e scriveva che Annibale “…attraversati e devastati i territori dei Pretuzi, di Adria, nonché dei Marrucini e dei Frentani (attuale provincia di Chieti), si diresse nella sua marcia verso la Iapigia” ossia la Puglia.

Da allora innumerevoli sono le testimonianze storiche sulla presenza della vite e del vino nella provincia di Chieti, in particolare a partire dal secolo XIII. Infatti, nell’agosto del 1200 a Venezia venne stipulato un atto notarile che istituiva una “colleganza”, un tipo di contratto commerciale, tra Venezia, Ancona, Ortona e la Slavonia.

I numerosi traffici che coinvolgevano Ortona, oggi maggiore centro di produzione di vino della regione, riguardavano i generi alimentari maggiormente prodotti all’epoca; uno dei principali era il vino, sia bianco che rosso, come dimostrano numerose testimonianze provenienti dall’Archivio di Stato di Dubrovnik, l’antica Ragusa.

Un’ulteriore testimonianza dell’importanza della coltura della vite, della vinificazione e del commercio del vino in provincia di Chieti proviene da Giovan Battista De Lectis ed è datata 1576, così come quella di fra’ Serafino Razzi (1531-1611), sacerdote domenicano e Priore prima del convento di Penne (tra luglio 1574 e maggio 1576) e poi di Vasto (tra maggio 1576 e dicembre 1577), che parlando nella sua opera Viaggi in Abruzzo ricorda: “Il Vasto: Terra deliziosa, che già era chiamata una picciola Napoli, risiede in sito basso, rispetto a gli alti monti che gli stanno alle spalle......Abonda questa terra di ogni bene, di pane, di carne, di pesce, e d’uova. Et il vino ci è in tanta copia che ciaschedun’anno se ne caricano assai barche per Ischiavonia, per Vinezia e per altri luoghi. E con tutto che siano vini preciosi, sono nondimeno per lo più del tempo a bonissimo mercato”.

Altra importante testimonianza viene dal barone Giuseppe Nicola Durini (1765-1845) il cui saggio dal titolo De’ vini degli Abruzzi, contenuto negli Annali Civili del regno delle Due Sicilie (n°36, 1820), costituisce un valido compendio ampelografico ed enologico che conserva ancora oggi una certa validità. Il Durini scriveva a proposito dei vini degli Abruzzi : “…Pure avendo già detto che quella marna variamente si compone, avviene che dove la combinazione ne sia favorevole, produconsi vini non ispregevoli.

Per tale cagione nella Provincia di Chieti la lagrima di Tollo, i vini di Ortona e quelli di Vasto riescono assai buoni e sono ricercati....; nella Provincia di Teramo i vini di Castellamare, come in quella di Aquila, que’ di Popoli e di Capestrano..... Né vogliansi lodar meno i vini di Bugnara e Prezza nella valle di Solmona, perché le vigne son messe fra ciottoli silicei rivestiti di bianchissima crosta calcarea e nettissimi, sopra de’ quali riposa e viene a maturità il grappolo che acquista un singolar sapore..... Questo vino ha quel raro gusto che dicesi di sasso da’ francesi”.

Ma come afferma Franco Cercone nel suo libro La meravigliosa storia del Montepulciano d’Abruzzo, la prima notizia storica sulla presenza del vitigno Montepulciano in Abruzzo, è contenuta nell’opera di Michele Torcia dal titolo Saggio Itinerario Nazionale pel Paese dei Peligni fatto nel 1792 (Napoli 1793).

Questo vitigno, rimasto in splendido isolamento e perfettamente acclimatatosi nelle aree interne, si è diffuso sul finire del 1800 verso la fascia costiera ed a partire dal secondo dopoguerra è diventato il vitigno rosso più coltivato in regione, in particolare nella provincia di Chieti.

Esso costituisce oggi la base del vino abruzzese più importante ed apprezzato, simbolo enoico di un’intera regione, il “Montepulciano d’Abruzzo” DOC, riconosciuto nel 1968, il cui disciplinare è stato negli anni oggetto di alcune modifiche volte alla qualificazione del prodotto ed alla identificazione territoriale mediante la individuazione di cinque sottozone, tra le quali quella denominata “Teate”.

CASAURIA DOCG

  • Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 24.05.1968, G.U. 178 del 15.07.1968
  • Denominazione aggiornata in Casauria DOCG con le modifiche riportate in G.U. n. 62 del 14.03.2023

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione         Sottozona

 


Vino Casauria DOCG

La denominazione d'origine controllata e garantita "Casauria" è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Casauria
  2. Casauria Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Casauria

 

  • Casauria (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco 
  • => 90% Vitigno Montepulciano
  • =< 10% Uve a bacca nera prodotte da Vitigni coltivati nella regione Abruzzo
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal Colore colore rosso rubino intenso, con lievi sfumature violacee tendenti al granato con l’invecchiamento; Odore profumi di frutti rossi maturi, spezie, intenso, etereo; Sapore pieno, robusto, armonico, giustamente tannico.

  • Casauria Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco 
  • => 90% Vitigno Montepulciano
  • =< 10% Uve a bacca nera prodotte da Vitigni coltivati nella regione Abruzzo
  • => 13,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal Colore colore rosso rubino intenso, con lievi sfumature violacee tendenti al granato con l’invecchiamento; Odore profumi di frutti rossi maturi, spezie, intenso, etereo; Sapore pieno, robusto, armonico, giustamente tannico.

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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Casauria

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Casauria comprende la fascia collinare interna e pedemontana della provincia di Pescara delimitata a sud-ovest dal massiccio della Maiella ed a nord-ovest da quello del Gran Sasso. Queste colline danno luogo ad un paesaggio ondulato, con ampi dossi quasi pianeggianti e versanti poco acclivi e rotondeggianti.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Casauria è localizzata in:

  • provincia di Pescara e comprende il territorio dei comuni di Bolognano, Castiglione a Casauria, Cugnoli, Pietranico, Scafa, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Torre de' Passeri e Turrivalignani. Comprende in parte i territori dei seguenti comuni: Alanno, Bussi sul Tirino, Brittoli, Corvara, Lettomanopello, Manopello, Pescosansonesco, Popoli, Serramonacesca e Tocco di Casauria.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Casauria

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOCG prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino è pari al 70%, con una tolleranza di superamento fino al 75%,  Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
  • Il vino DOCG Casauria deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento di almeno 18 mesi, e 24 per la tipologia Riserva.

4. Produttori di Vino DOCG Casauria

Con l’utilizzo della DOCG Casauria i Produttori vinicoli abruzzesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la visita alle cantine vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Casauria

Primi piatti con ragù di carne, carni rosse grigliate e al forno, agnello alla griglia, pecora al caldaro, maiale in porchetta, spezzatino di maiale, formaggi vari, minestre e cacciagione.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Casauria

Le notizie storiche sulla presenza della vite e del vino nell’area delimitata, come testimoniano diversi autori di differenti epoche, è legata soprattutto all’instancabile opera dei padri benedettini presenti nelle diverse abbazie sorte sul territorio quali quella di S. Clemente a Casauria e quella di Santa Maria d’Arabona del 1209 (Manoppello).

Il toponimo “Casauria” fu reso celebre nel Medioevo dal fatto che il territorio che esso identificava fu scelto per la costruzione del monastero di S. Clemente a Casauria per volere dell’imperatore Ludovico II che acquistò le terre nell’871.

Nel Chronicon Casauriense, che racconta la storia del monastero con tutte le vicissitudini che ne caratterizzarono la costruzione e l’evoluzione, c’è un tentativo da parte del cronista di attribuire al termine “Casauria” un’origine legata alla costruzione dell’edificio sacro. Ma i documenti di compravendita dell’871 per l’acquisizione delle terre nonché altri atti, attestano che il termine “Casauria” già esisteva e con ogni probabilità risaliva all’epoca romana. Una volta accorpati in un’unica proprietà i terreni di pertinenza della badia, il toponimo fu esteso all’intero corpo e, per la sacralità ad esso associata, anche a tutta l’area geografica circostante.

Ma, facendo un salto di alcuni secoli, come afferma il Prof. Franco Cercone in uno dei suoi numerosi scritti “dobbiamo sicuramente alle famiglie dei Mezzana e dei Tabassi, alla fine del 1700, l’ampliamento dell’area di coltivazione del vitigno Montepulciano poiché queste, benché proprietarie di vasti possedimenti in Sulmona e nei centri limitrofi, indirizzarono le proprie mire sui fertili territori posti oltre le Gole di Popoli e lungo la Valle Pescara”. In quest’area vengono infatti a formarsi ricchi feudi, per lo più in tenimento di Torre dei Passeri, Tocco da Casauria e Musellaro.

E’ da ritenersi che le condizioni climatiche e le caratteristiche geologiche dell’alta Val Pescara, particolarmente favorevoli alla viticoltura, siano alla base delle motivazioni che indussero esponenti della nobiltà sulmonese ad espandere i loro possedimenti in quest’area ed è probabile che diversi vitigni, tra cui il Montepulciano, siano stati trapiantati dai Mezzana a Torre dei Passeri e da qui, il “vitigno portabandiera dell’Abruzzo”, sia migrato agli inizi del 1900 verso il chietino, la costa pescarese ed il teramano.

La zona interna della provincia di Pescara vanta antiche tradizioni viticole tanto che un sinonimo del vitigno Montepulciano è “Montepulciano di Torre dé Passeri” o semplicemente “Torre dé Passeri” come ricorda Bruno Bruni nel capitolo dedicato al Montepulciano in una pubblicazione del Ministero dell’Agricoltura - Commissione per lo studio ampelografico dei principali vitigni ad uve da vino coltivati in Italia del 1955.

Da quanto detto si evince che la presenza del vitigno Montepulciano nell’entroterra della provincia di Pescara, ossia nella zona casauriense, risale ormai ad oltre due secoli ed è proprio in questa zona che esso ha potuto esprimere tutte le sue potenzialità, evidenziando peculiari caratteristiche legate sia agli aspetti olfattivi che gustativi. Esso costituisce oggi la base del vino abruzzese più importante ed apprezzato, simbolo enoico di un’intera regione, il “Montepulciano d’Abruzzo” DOC, riconosciuto nel 1968, il cui disciplinare è stato negli anni oggetto di alcune modifiche volte alla qualificazione del prodotto ed alla identificazione territoriale mediante la individuazione di specifiche sottozone quali quella di “Casauria” o “Terre di Casauria”.

  • Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 24.05.1968, G.U. 178 del 15.07.1968
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 19.01.2023 - G.U. n. 30 del 06.02.2023

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione         Sottozona

 


Vino Montepulciano d'Abruzzo D.O.C. Sottozona Alto Tirino

La denominazione d'origine controllata "Montepulciano d'Abruzzo", e alle relative Sottozone, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Montepulciano d'Abruzzo
  2. Sottozone del Vino Montepulciano d'Abruzzo DOC »

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Alto Tirino

 

  • Sottozona Alto Tirino (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco 
  • => 95% Vitigno Montepulciano
  • =< 5% Uve di altri Vitigni a bacca nera non aromatici, idonei alla coltivazione per la regione Abruzzo.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal Colore colore rosso rubino intenso, con lievi sfumature violacee, tendenti al granato con l’invecchiamento, Odore profumi di frutti rossi maturi, spezie, intenso, etereo, e Sapore sapido, pieno, robusto, armonico, leggermente tannico, persistente.

  • Sottozona Alto Tirino Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco 
  • => 95% Vitigno Montepulciano
  • =< 5% Uve di altri Vitigni a bacca nera non aromatici, idonei alla coltivazione per la regione Abruzzo.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Riserva dal Colore colore rosso rubino intenso, con lievi sfumature violacee, tendenti al granato con l’invecchiamento, Odore profumi di frutti rossi maturi, spezie, intenso, etereo, e Sapore sapido, pieno, robusto, armonico, leggermente tannico, persistente.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Alto Tirino

La zona geografica vocata alla produzione del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo Sottozona Alto Tirino comprende una piccola conca intermontana denominata “Piano” in agro di Ofena nonché le aree circostanti ricadenti nei territori di Capestrano e Villa S. Lucia, definita dalle pendici sud-orientali del massiccio del Gran Sasso e dalla catena del Sirente.

La Zona di Produzione del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Alto Tirino è localizzata in:

  • provincia di L'Aquila e comprende il territorio dei comuni di Capestrano, Ofena e Villa S. Lucia.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Alto Tirino

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Alto Tirino prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70% per entrambe tipologie di Montepulciano d'Abruzzo Sottozona Alto Tirino e Riserva. Qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Nella designazione dei Vini DOC Montepulciano d'Abruzzo può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Il vino a denominazione di origine controllata Montepulciano d'Abruzzo Sottozona Alto Tirino deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento di almeno 12 mesi.
  • La tipologia con menzione Riserva deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento di almeno 30 mesi.

4. Produttori di Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Alto Tirino

Con l’utilizzo della DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Alto Tirino i Produttori vinicoli abruzzesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la visita alle cantine vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti Cibo-Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Alto Tirino

Primi piatti con ragù di carne, carni rosse grigliate e al forno, agnello alla griglia, pecora al caldaro, maiale in porchetta, spezzatino di maiale, formaggi vari, minestre e cacciagione.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Alto Tirino

La presenza della vitivinicoltura nelle aree interne dell’Abruzzo trova una fondamentale testimonianza storica nel poeta latino Publio Ovidio Nasone, nato a Sulmona nel 43 a.C. e morto in esilio a Tomi sul Mar Nero nel 17 d.C., che rievoca con i versi che seguono la sua terra natale: “Sulmona, la terza parte della campagna Peligna mi tiene, una terra piccola, ma salubre per le acque di fonte.

Anche se il sole, quando è vicino, spacca la pietra e la stella del cane di Icaro risplende violenta, i campi Peligni son percorsi da limpide correnti, e sul suolo morbido l’erba rigogliosa verdeggia. Terra fertile della spiga di Cerere, e ancor più di uva, qualche campo dà anche l’albero di Pallade, l’ulivo, ...”.

Molti secoli dopo un’altra importante testimonianza viene dal barone Giuseppe Nicola Durini (1765-1845) il cui saggio dal titolo De’ vini degli Abruzzi, contenuto negli Annali Civili del regno delle Due Sicilie (n°36, 1820), costituisce un valido compendio ampelografico ed enologico che conserva ancora oggi una certa validità. Il Durini scriveva a proposito dei vini degli Abruzzi : “…Pure avendo già detto che quella marna variamente si compone, avviene che dove la combinazione ne sia favorevole, produconsi vini non ispregevoli. Per tale cagione nella Provincia di Chieti la lagrima di Tollo, i vini di Ortona e quelli di Vasto riescono assai buoni e sono ricercati....; nella Provincia di Teramo i vini di Castellamare, come in quella di Aquila, que’ di Popoli e di Capestrano..... Né vogliansi lodar meno i vini di Bugnara e Prezza nella valle di Solmona, perché le vigne son messe fra ciottoli silicei rivestiti di bianchissima crosta calcarea e nettissimi, sopra de’ quali riposa e viene a maturità il grappolo che acquista un singolar sapore..... Questo vino ha quel raro gusto che dicesi di sasso da’ francesi”.

Ma come afferma Franco Cercone nel suo libro La meravigliosa storia del Montepulciano d’Abruzzo, la prima notizia storica sulla presenza del vitigno Montepulciano in Abruzzo, è contenuta nell’opera di Michele Torcia dal titolo Saggio Itinerario Nazionale pel Paese dei Peligni fatto nel 1792 (Napoli 1793). L’archivista e bibliotecario di Ferdinando IV ebbe infatti modo di 30 osservare il vitigno Montepulciano e di degustarne il vino nell’agro sulmonese da lui definito per la feracità del suolo “la vera tempe dell’Italia”.

Anche se la provenienza di questo vitigno nell’area sulmonese resta sconosciuta, nel primo ottocento il Montepulciano di fatto resta in splendido isolamento nella Valle Peligna e nell’Alto Tirino e non ancora si affaccia a quella finestra naturale costituita dalle Gole di Popoli. Si deve sicuramente alle famiglie dei Mezzana e dei Tabassi l’ampliamento dell’area di coltivazione del Montepulciano poiché queste, benché proprietarie di vasti possedimenti in Sulmona e nei centri limitrofi, indirizzano le proprie mire sui fertili territori posti oltre le Gole di Popoli e lungo la Valle della Pescara. In quest’area vengono infatti a formarsi ricchi feudi, per lo più in tenimento di Torre dei Passeri, Tocco da Casauria e Musellaro.

E’ da ritenersi che le condizioni climatiche, particolarmente favorevoli alla viticoltura, siano alla base delle motivazioni che indussero esponenti della nobiltà sulmonese ad espandere i loro possedimenti in quest’area ed è probabile che il Montepulciano sia stato trapiantato dai Mezzana a Torre dei Passeri e da qui il “vitigno portabandiera dell’Abruzzo” sia migrato agli inizi del ‘900 verso il chietino, la costa pescarese ed il teramano.

Dopo il Torcia sono innumerevoli i testi storici ed i manuali tecnici nei quali vengono descritte le caratteristiche di questo vitigno: ricordiamo in particolare Edoardo Ottavi e Arturo Marescalchi che nell’opera dal titolo Vade-Mecum del commerciante di uve e di vini in Italia, la cui prima edizione venne pubblicata nel 1897, descrivono in maniera dettagliata la viticoltura della provincia di L’Aquila all’epoca: “i vitigni a bacca bianca più coltivati erano il Camplese o Campolese (Passerina), il Racciapollone (Montonico), il Tivolese, il Verdicchio, la Malvasia, il Moscatello, mentre tra le uve rosse il Montepulciano (cordisco e primutico), il Gaglioppo, l’Aleatico, la Lacrima.

La produzione totale di vino di tutta la provincia era di 500.000 ettolitri di cui il 63% rosso ed il 37% bianco. La piazza di Milano ne consumava la maggior parte”. Da allora è trascorso molto tempo ed i produttori dell’Alto Tirino hanno fatto molti progressi sulla strada della qualità, riscuotendo unanimi consensi. Purtroppo, lo spopolamento delle aree interne e l’utilizzo dei suoli per usi non agricoli hanno contribuito e non poco al significativo ridimensionamento della vitivinicoltura in questa splendida area.

Attualmente essa interessa solo alcune zone dell’areale delimitato, ma la riscoperta della viticoltura di montagna sta suscitando notevole interesse intorno a questa coltura con significativi investimenti in nuovi vigneti.

I Vini della Regione Veneto


 


I Vini della Regione Veneto

A dare il via allo sviluppo vitivinicolo nella regione, già abitata dai Veneti e dai Reti, sono stati gli Etruschi, ma ad ampliare la coltivazione della vite con la relativa produzione dei vini furono i Romani, la cui fama dei vini Retici, dei Colli Euganei e del Vicentino non tardò a diffondersi un pò ovunque in Europa. Un primo periodo di declino si ebbe al tempo delle invasioni barbariche, ma gli ecclesiastici furono tra coloro che si opposero fermamente alla decadenza; persino San Zeno, vescovo di Verona, nelle sue omelie invitava i fedeli a non abbandonare le vigne (per questa ragione la sua effigie compare nel marchio di tutela Vino Bardolino DOC).

La viticoltura prosperò sotto la Repubblica di Venezia, giungendo nel Cinquecento al suo massimo sviluppo. Tuttavia, alcuni disastri naturali ridimensionarono questa ricchezza viticola: l'eccezionale ondata invernale del 1709 causò gravissimi danni che si ripercossero per lungo tempo, e, ancor peggio, nel secolo successivo, le viti furono preda dell'Oidio, della Peronospora e della Fillossera, costringendo i viticoltori a ripristinare le vigne con vitigni provenienti dalla Francia e da altre regioni italiane, segnando l'inizio di una nuova e brillante fase della vitivinicoltura veneta, i cui vini oggi si attestano autorevolmente nelle posizioni di rilievo dei mercati internazionali.


Dati statistici della Produzione Vinicola regionale

  • Superficie vitata: 78.200 ettari di cui: Montagna: 29% | Collina: 15% | Pianura: 56% |
  • Produzione totale Vino: 8.989.000 ettolitri di cui: Vini DOP 52,7% | Vini IGP 40,7%.
  • Produzione dei Vini Rossi e Rosati: 30% | Vini Bianchi 70%.
  • Denominazioni vinicole presenti in Veneto: Vini DOCG: 14 | Vini DOC: 28 | Vini IGT: 10 |

(Dati 2013. Fonte: UIV - ISTAT ed elaborazioni)


Mappa delle Zone di Produzione Vini del Veneto

Il Veneto è la regione vitivinicola più estesa e produttiva del paese, nella quale si possono distinguere alcune macrozone principali: il Veronese, che si mette in luce con i Vini Bardolino, Valpolicella e Soave; il Vicentino con i Vini di Gambellara e i Colli Berici; il Padovano con i Colli Euganei; la zona di Venezia con il Lison; il Trevigiano con i Vini del Piave e le numerose versioni di Prosecco.

██  Bardolino Superiore. La zona di produzione è localizzata in provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Bardolino, Garda, Lazise, Affi, Costermano, Cavaion, Torri del Benaco, Caprino, Rivoli Veronese, Pastrengo, Bussolengo, Sona, Sommacampagna, Castelnuovo, Peschiera e Valeggio.

██  Amarone della Valpolicella. La zona di produzione è localizzata in provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Marano, Fumane, Negrar, S. Ambrogio, S. Pietro in Cariano, Dolcè, Verona, S. Martino Buon Albergo, Lavagno, Mezzane, Tregnago, Illasi, Colognola ai Colli, Cazzano di Tramigna, Grezzana, Pescantina, Cerro Veronese, S. Mauro di Saline e Montecchia di Crosara.

██  Recioto di Soave. La zona di produzione è localizzata in provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Soave, Monteforte d'Alpone, San Martino Buon Albergo, Mezzane di Sotto, Roncà, Montecchia di Crosara, San Giovanni Ilarione, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Caldiero, Illasi e Lavagno.

██  Recioto di Gambellara. La zona di produzione è localizzata in provincia di Vicenza e comprende il territorio dei comuni di Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso e Zermeghedo.

██  Colli Euganei. La zona di produzione è localizzata in provincia di Padova e comprende il territorio dei comuni di Arquà Petrarca, Galzignano Terme, Torreglia e, in parte, il territorio dei comuni di Abano Terme, Montegrotto Terme, Battaglia Terme, Due Carrare, Monselice, Baone, Este, Cinto Euganeo, Lozzo Atestino, Vò, Rovolon, Cervarese S. Croce, Teolo, Selvazzano Dentro. il territorio del comune di Villamagna e, in parte, il territorio dei comuni di Bucchianico e Vacri.

██  Bagnoli Friularo. La zona di produzione è localizzata in provincia di Padova e comprende il territorio dei comuni di Agna, Arre, Bagnoli di Sopra, Battaglia Terme, Bovolenta, Candiana, Due Carrare, Cartura, Conselve, Monselice, Pernumia, S. Pietro Viminario, Terrassa e Tribano.

██  Montello Rosso. La zona di produzione è localizzata in provincia di Treviso e comprende il territorio dei comuni di Castelcucco, Cornuda, Monfumo e, in parte, il territorio dei comuni di Asolo, Borso del Grappa, Caerano S. Marco, Cavaso del Tomba, Crespano del Grappa, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Maser, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa Pederobba, Possagno, S. Zenone degli Ezzelini e Volpago del Montello.

██  Colli Asolani - Prosecco. La zona di produzione è localizzata in provincia di Treviso e comprende il territorio dei comuni di Castelcucco, Cornuda e Monfumo e parte del territorio dei comuni di Asolo, Caerano S. Marco, Cavaso del Tomba, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Maser, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa, Pederobba, Possagno, S. Zenone degli Ezzelini e Volpago del Montello.

██  Conegliano Valdobbiadene Prosecco. La zona di produzione è localizzata in provincia di Treviso e comprende il territorio dei comuni di Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor e Vittorio Veneto.

██  Colli di Conegliano. La zona di produzione è localizzata in provincia di Treviso e comprende il territorio dei comuni di Conegliano, Susegana, Pieve di Soligo, Farra di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, Miane, Follina, Cison di Valmarino, Revine Lago, Tarzo, Vittorio Veneto, Fregona, Sarmede, Cappella Maggiore, Cordignano, Colle Umberto, San Fior, San Vendemiano, e Vidor.

██  Piave Malanotte. La zona di produzione è localizzata in:

  • provincia di Treviso e comprende il territorio dei comuni di Arcade, Breda di Piave, Casale sul Sile, Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Codognè, Fontanelle, Godega Sant’Urbano, Gorgo al Monticano, Mareno di Piave, Maserada sul Piave, Monastier, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Ponzano Veneto, Portobuffolè, Povegliano, Roncade, Salgareda, San Biagio di Callalta, San Fior, San Polo di Piave, Santa Lucia di Piave, Spresiano, Vazzola, Zenson di Piave e, in parte, il territorio dei comunidi Carbonera, Casier, Gaiarine, Mansuè, Mogliano Veneto, Orsago, Preganziol, Silea, Villorba, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Giavera del Montello, Montebelluna, Motta di Livenza, Nervesa della Battaglia, Paese, San Vendemiano, Susegana, Trevignano, Vittorio Veneto, Volpago del Montello.
  • provincia di Venezia e comprende il territorio dei comuni di Fossalta di Piave, Marcon, Meolo, Noventa di Piave, Quarto d’Altino, San Donà di Piave e, in parte, il territorio dei comuni di Venezia, Ceggia, Eraclea, Jesolo, Musile di Piave, Torre di Mosto.

██  Lison. La zona di produzione è localizzata in: 

  • provincia di Venezia, e comprende il territorio dei comuni di Annone Veneto, Cinto Caomaggiore, Gruaro, Fossalta di Portogruaro, Pramaggiore, Teglio Veneto, e parte del territorio dei comuni di Caorle, Concordia Sagittaria, Portogruaro, San Michele al Tagliamento e Santo Stino di Livenza.
  • provincia di Treviso, e comprende il territorio dei comuni di Meduna di Livenza e parte del territorio di Motta di Livenza.
  • provincia di Pordenone, e comprende il territorio dei comuni di Chions, Cordovado, Pravisdomini e parte dei territori di Azzano Decimo, Morsano al Tagliamento, Sesto al Reghena.

██  Garda. La zona di produzione è localizzata in:

  • provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Bardolino, Castelnuovo del Garda, Cazzano di Tramigna, Garda, lllasi, Lazise, Mezzane, Montecchia di Crosara, Roncà, Sant'Ambrogio Valpoticella, S. Giovanni Ilarione, San Pietro in Cariano, Tregnago, e in parte il territorio dei comuni di: Affi, Badia, Calavena, Brentino Belluno, Bussolengo, Caldiero, Caprino Veronese, Cerro, Cavaion, Colognola ai Colli, Costermano, Dolcè, Fumane, Grezzana, Lavagno, Marano, Monteforte d'Alpone, Negrar, Pastrengo, Pescantina, Peschiera, Rivoli, San Bonifacio, San Martino B.A., San Mauro di Saline, Soave, Sommacampagna, Sona, Torri dei Benaco, Valeggio sul Mincio, Verona, Vestenanuova e Villafranca.
  • provincia di Mantova e comprende il territorio dei comuni di Monzambano, Ponti sul Mincio e, in parte, il territorio dei comuni di Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Solferino e Volta Mantovana.
  • provincia di Brescia e comprende il territorio dei comuni di Limone sul Garda, Tremosine, Tignale, Gargnano, Vobarno, Toscolano Maderno, Gardone Riviera, Salò, Roè Volciano, Villanuova sul Clisi, Gavardo, S. Felice del Benaco, Puegnago, Muscoline, Manerba del Garda, Polpenazze, Moniga del Garda, Soiano del lago, Calvagese della Riviera, Padenghe sul Garda, Bedizzole, Lonato, Desenzano del Garda, Pozzolengo e Sirmione.

██  S. Martino della Battaglia. La zona di produzione è localizzata in:

  • provincia di Brescia e comprende il territorio dei comuni di Sirmione, Desenzano, Lonato e Pozzolengo.
  • provincia di Verona e comprende il territorio del comune di Peschiera del Garda.

██  Custoza. La zona di produzione è localizzata in provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Sommacampagna, Villafranca di Verona, Valeggio sul Mincio, Peschiera del Garda, Lazise, Castelnuovo del Garda, Pastrengo, Bussolengo e Sona.

██  Valdadige Terradeiforti. La zona di produzione è localizzata in:

  • provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Brentino Belluno, Dolce' e Rivoli Veronese.
  • provincia di Trento e comprende il territorio del comune di Avio.

██  Monti Lessini. La zona di produzione è localizzata in:

  • provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Vestenanova, San Giovanni Ilarione e, in parte il territorio dei comuni di: Montecchia di Crosara, Roncà, Cazzano di Tramigna, Tregnago, Badia Calavena.
  • provincia di Vicenza e comprende il territorio dei comuni di Arzignano, Castelgomberto, Chiampo, Brogliano, Gambugliano, Trissino e, in parte, il territorio dei comuni di Cornedo, Costabissara, Gambellara, Isola Vicentina, Malo, Marano Vicentino, Monte di Malo, Montebello Vicentino, Montecchio Maggiore, Montorso Vicentino, Nogarole Vicentino, San Vito di Leguzzano, Schio, Zermeghedo.

██  Arcole. La zona di produzione è localizzata in:

  • provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Arcole, Cologna Veneta, Albaredo d’Adige, Zimella, Veronella, Zevio, Belfiore d’Adige e, in parte,il territorio dei comuni di Caldiero, San Bonifacio, Soave, Colognola ai Colli, Monteforte, Lavagno, Pressana, Rovereto di Guà, Vago e San Martino Buon Albergo.
  • provincia di Vicenza e comprende il territorio dei comuni di Alonte, Lonigo, Orgiano, Sarego e Sossano.

██  Merlara. La zona di produzione è localizzata in:

  • provincia di Padova e comprende il territorio dei comuni di Masi, Castelbaldo, Merlara, Urbana e Casale di Scodosia.
  • provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Terrazzo, Bevilacqua e Boschi S. Anna.

██  Gambellara. La zona di produzione è localizzata in provincia di Vicenza e comprende il territorio dei comuni di Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso e Zermeghedo.

██  Colli Berici. La zona di produzione è localizzata in provincia di Vicenza e comprende il territorio dei comuni di Albettone, Alonte, Altavilla, Arcugnano, Barbarano Vicentino, Brendola, Castegnero, Grancona, Mossano, Nanto, Orgiano, San Germano dei Berici, Sovizzo, Villaga, Zovencedo e, in parte, il territorio dei comuni di Asigliano Veneto, Campiglia dei Berici, Creazzo, Longare, Lonigo, Montebello Vicentino, Montecchio Maggiore, Montegalda, Montegaldella, Monteviale, Sarego, Sossano e Vicenza.

██  Breganze. La zona di produzione è localizzata in provincia di Vicenza e comprende il territorio dei comuni di Breganze, Fara Vicentino, Molvena, ed in parte quelli dei comuni di: Bassano del Grappa, Lugo di Vicenza, Marostica, Mason Vicentino, Montecchio Precalcino, Pianezze, Salcedo, Sandrigo, Sarcedo e Zugliano.

██  Corti Benedettine del Padovano. La zona di produzione è localizzata in:

  • provincia di Padova e comprende il territorio dei comuni di Agna, Anguillara Veneta, Arre, Arzergrande, Bagnoli di Sopra, Bovolenta, Brugine, Candiana, Cartura, Casalserugo, Conselve, Due Carrare, Legnaro, Maserà di Padova, Pernumia, Piove di Sacco, Polverara, Ponte S. Nicolò, Pontelongo, S. Angelo di Piove di Sacco, S. Pietro Viminario, Terrassa Padovana e Tribano e, in parte, il territorio dei comuni di Albignasego, Battaglia Terme, Codevigo, Correzzola, Monselice e Pozzonovo.
  • provincia di Venezia e comprende il territorio dei comuni di Cona e Cavarzere.

██  Riviera del Brenta. La zona di produzione è localizzata in:

  • provincia di Padova e comprende il territorio dei comuni di Borgoricco, Cadoneghe, Campodarsego, Curtarolo, Massanzago, S. Giorgio delle Pertiche, Vigodarzere, Vigonza, Villanova di Camposampiero e, in parte, il territorio dei comuni di Campo S. Martino, Camposampiero, Limena (Parte ex del Brenta), Loreggia, Noventa Padovana, Padova, Piove di Sacco, S. Giorgio in Bosco, Santa Giustina in Colle, S. Angelo di Piove, Saonara, Trebaseleghe e Villa del Conte.
  • provincia di Venezia e comprende il territorio dei comuni di Camponogara, Dolo, Fiesso d'Artico, Fossò, Mirano, Noale, Pianiga, Salzano, S. Maria di Sala, Spinea, Stra, Vigonovo e, in parte, il territorio dei comuni di Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Martellago, Mira, Scorzé e Venezia.

Clima, Territorio e Sistemi di coltivazione della vite

La morfologia del territorio veneto è caratterizzata dagli imponenti rilievi montuosi dell'Altopiano di Asiago, dal Monte Grappa e dai gruppi dolomitici. La pianura giunge al mare con un ampio tratto di costa, delimitato dalle foci del Po e del Tagliamento. Numerosi fiumi importanti attraversano la regione per intero (Po), o in parte (Adige), o con il loro intero corso (Piave, Brenta, Bacchiglione, Livenza, Sile). Al Veneto appartiene la sponda orientale del Lago di Garda. 

Il Clima Temperato nella fascia costiera, che determina inverni rigidi ed estati afose, assume peculiarità tipiche del Clima Continentale per via delle forti escursioni termiche stagionali e dell'aumento delle piogge man mano che ci si allontana dal mare.

Le risorse qualitative del territorio veneto e la varietà dei terreni viticoli permettono ai vitigni di inglobare importanti sostanze minerali, le cui caratteristiche emergono durante la degustazione dei vini. In particolare, i Terreni Basaltici dei Monti Lessini, ricchi di ferro e manganesio, offrono ai vini sapidità e freschezza; nella zona tra Soave e Gambellara, Terreni Tufaceo-Calcarei di origine vulcanica esaltano le note minerali della Garganega; nella pianura sud-occidentale i Terreni Sabbiosi danno eleganza a molti vini bianchi, mentre i Terreni Sabbioso-Argillosi sono più ideali per la produzione di vini freschi da bere giovani. 

I Sistemi di allevamento della vite più diffusi in Veneto sono il Guyot, il Sylvoz, la Pergola, il Tendone veronese, le Cortine e il Bellussi, presente soltanto nelle pianure trevigiane e veneziane.


Degustando... in Veneto

La cucina veneta, legata fortemente al territorio e alle antiche tradizioni contadine e marinare, è molto varia e spesso aromatizzata con spezie orientali introdotte dai mercanti della Serenissima.

Tra l'amplissimo menu, i Cicchetti veneziani (filetti di acciughe farciti con un impasto di olive, capperi, origano e Olio Extravergine di Oliva Veneto DOP dei Colli Euganei e Berici), si abbinano bene con un Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Spumante Extra Dry, mentre le Sarde in saor (fritte con cipolla in agrodolce, uvetta e pinoli), richiedono la freschezza e l'eleganza dei profumi di un Vino Soave Superiore.

Primi piatti come i Bigoli al sugo d'anatra si degustano con un Vino Valpolicella Superiore, mentre un Vino Piave Manzoni Bianco esalta benissimo il gusto di un Risotto al brodetto di go (il ghiozzo di laguna); il Risotto con il Radicchio rosso di Treviso è ideale con un Vino Colli Berici Tai Rosso.

Tra i secondi piatti, il mitico Baccalà alla vicentina con polenta bianca si abbina bene con un Vino Breganze Vespaiolo, mentre la Pastissada de caval (carne di cavallo macerata nel vino con spezie e aromi), esalta il proprio sapore con un Vino Amarone della Valpolicella.

Il momento del dessert richiama molti dolci come lo squisito Bussolà (ciambellone con pinoli e mandorle), da abbinare con un Vino Breganze Torcolato; la Pinza (a base di pane raffermo, semi di finocchio, uvetta, fichi secchi e scorze di arancia) con un Vino Recioto di Soave. Tra i dolci natalizi,  il Mandorlato di Cologna Veneta va bene con un Vino Gambellara Classico Vin Santo, mentre il Pandoro di Verona è perfetto con un Vino Colli Euganei Fior d'Arancio Spumante. Infine la Fugassa (un dolce pasquale a base di uova, burro, mandorle e scorze di arancia e cannella, vaniglia e chiodi di garofano, spesso macerati nella Grappa), si degusta piacevolmente con un Vino Recioto di Gambellara.

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