ROMA DOC

ROMA DOC

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 02.08.2011, G.U. 194 del 22.08.2011

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento Ministeriale 6 aprile 2016, le modifiche di cui al riscontro alle osservazioni della Commissione UE-REF ARES (2017) n.3593631 del 17/07/2017 e le modifiche riguardanti il riscontro alle osservazioni della Commissione UE ARES (2018) n.2319088 del 02/05/2018.


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Roma D.O.C. 

La denominazione di origine controllata “Roma” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie, tenuto conto che la specificazione “Classico” e consentita per i vini della zona di origine più antica ad esclusione della tipologia Romanella “Spumante”.

  1. Bianco, anche nella versione amabile
  2. Rosso, anche nella versione amabile
  3. Rosso Riserva
  4. Rosato
  5. Romanella Spumante
  6. Malvasia puntinata
  7. Bellone

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Roma

 

  • Roma Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Malvasia del Lazio
  • => 35% Vitigni Bellone, Bombino Bianco, Greco Bianco, Trebbiano Giallo e Trebbiano Verde, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino talvolta con riflessi verdognoli, odore delicato, etereo e sapore asciutto, sapido, armonico, talvolta con note floreali e fruttate.

  • Roma Classico Bianco (Vino Bianco Classico)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Malvasia del Lazio
  • => 35% Vitigni Bellone, Bombino Bianco, Greco Bianco, Trebbiano Giallo e Trebbiano Verde, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Classico dal colore giallo paglierino talvolta con riflessi verdognoli, odore delicato, etereo e sapore asciutto, armonico.

  • Roma Bianco Amabile (Vino Bianco)
  • Versioni: Amabile
  • => 50% Vitigno Malvasia del Lazio
  • => 35% Vitigni Bellone, Bombino Bianco, Greco Bianco, Trebbiano Giallo e Trebbiano Verde, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino talvolta con riflessi verdognoli, odore fruttato, delicato, fine e sapore amabile, sapido, armonico.

  • Roma Classico Bianco Amabile (Vino Bianco Classico)
  • Versioni: Amabile
  • => 50% Vitigno Malvasia del Lazio
  • => 35% Vitigni Bellone, Bombino Bianco, Greco Bianco, Trebbiano Giallo e Trebbiano Verde, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Classico dal colore giallo paglierino talvolta con riflessi verdognoli, odore fruttato, delicato, fine e sapore amabile, sapido, armonico.

  • Roma Romanella Spumante (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Brut /Extra dry
  • => 50% Vitigno Malvasia del Lazio
  • => 35% Vitigni Bellone, Bombino Bianco, Greco Bianco, Trebbiano Giallo e Trebbiano Verde, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e evanescente, limpidezza brillante, colore giallo paglierino tenue, odore caratteristico, delicato, fine, con sentore di lievito e sapore fresco ed equilibrato, da brut a extra-dry.

  • Roma Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Montepulciano
  • => 35% Vitigni Cesanese Comune, Cesanese di Affile, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino con riflessi violacei anche tendenti al granato con l’invecchiamento, odore caratteristico, intenso e sapore secco, armonico, buona struttura e persistenza.

  • Roma Classico Rosso (Vino Rosso Classico)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Montepulciano
  • => 35% Vitigni Cesanese Comune, Cesanese di Affile, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Classico dal colore rosso rubino con riflessi violacei anche tendenti al granato con l’invecchiamento, odore caratteristico, intenso e sapore secco, armonico, buona struttura e persistenza.

  • Roma Rosso Amabile (Vino Rosso)
  • Versioni: Amabile
  • => 50% Vitigno Montepulciano
  • => 35% Vitigni Cesanese Comune, Cesanese di Affile, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino con riflessi violacei, odore armonico, intenso, fruttato e sapore amabile, persistente, armonico.

  • Roma Classico Rosso Amabile (Vino Rosso Classico)
  • Versioni: Amabile
  • => 50% Vitigno Montepulciano
  • => 35% Vitigni Cesanese Comune, Cesanese di Affile, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Classico dal colore rosso rubino con riflessi violacei, odore armonico, intenso, fruttato e sapore amabile, persistente, armonico.

  • Roma Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Montepulciano
  • => 35% Vitigni Cesanese Comune, Cesanese di Affile, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino con riflessi violacei anche tendenti al granato con l’invecchiamento, odore intenso e caratteristico di sentori fruttati e/o speziati e sapore secco, armonico, buona struttura e persistenza.

  • Roma Classico Rosso Riserva (Vino Rosso Classico Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Montepulciano
  • => 35% Vitigni Cesanese Comune, Cesanese di Affile, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Classico Invecchiato dal colore rosso rubino con riflessi violacei anche tendenti al granato con l’invecchiamento, odore caratteristico, intenso e sapore secco, armonico, buona struttura e persistenza.

  • Roma Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Montepulciano
  • => 35% Vitigni Cesanese Comune, Cesanese di Affile, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosato più o meno intenso, odore delicato, fine e sapore secco, fresco, fruttato, sapido.

  • Roma Classico Rosato (Vino Rosato Classico)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Montepulciano
  • => 35% Vitigni Cesanese Comune, Cesanese di Affile, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Classico dal colore rosato più o meno intenso, odore delicato, fine, con note floreali e frutttata e sapore secco, fresco, fruttato, sapido.

  • Roma Malvasia Puntinata (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Malvasia Puntinata
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino carico, odore caratteristico della varietà, gradevole e sapore secco, equilibrato, morbido.

  • Roma Classico Malvasia Puntinata (Vino Bianco Classico)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Malvasia Puntinata
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Classico dal colore giallo paglierino carico, odore caratteristico della varietà, gradevole, fine, con note floreali e fruttate e sapore secco, equilibrato, morbido.

  • Roma Bellone (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Bellone
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino con talvolta riflessi verdognoli, odore caratteristico, fine, gradevole e sapore secco, equilibrato, sapido.

  • Roma Classico Bellone (Vino Bianco Classico)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Bellone
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Classico dal colore giallo paglierino con talvolta riflessi verdognoli, odore caratteristico, fine, gradevole, con note floreali e fruttate.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Roma

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Roma si estende sui territori della Sabina romana, i Colli Albani, i Colli Prenestini e parte della Campagna romana, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Roma è localizzata in:

  • provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Affile, Albano Laziale, Allumiere, Anguillara Sabazia, Anzio, Arcinazzo Romano, Ardea, Ariccia, Bracciano, Campagnano di Roma, Canale Monterano, Capena, Castel Gandolfo, Castelnuovo di Porto, Cave, Cerveteri, Ciampino, Civitavecchia, Colonna, Fiano Romano, Fonte Nuova, Formello, Frascati, Gallicano nel Lazio, Genazzano, Genzano di Roma, Grottaferrata, Guidonia Montecelio, Ladispoli, Lanuvio, Lariano, Manziana, Marcellina, Marino, Mentana, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Montelibretti, Monterotondo, Montorio Romano, Moricone, Morlupo, Nemi, Nerola, Nettuno, Olevano Romano, Palestrina, Palombara Sabina, Pomezia, Rocca di Papa, Rocca Priora, Roiate, San Cesareo, San Polo dei Cavalieri, San Vito Romano, Santa Marinella, Sant’Angelo Romano, Tolfa, Trevignano Romano, Velletri, Zagarolo e, in parte, il territorio dei comuni di Artena, Fiumicino e Roma.

La Sottozona Roma Classico comprende il territorio del comune di Roma, escluso alcuni tratti interni del GRA (Grande Raccordo Anulare).


3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Roma

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Roma prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Roma non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Roma è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad esclusione della tipologia Spumante.
  • Il vino DOC Roma Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi.
  • La specificazione “classico” è consentita per i vini della zona di origine più antica, ad esclusione della tipologia Romanella “spumante”.

4. Produttori di Vino DOC Roma

Con l’utilizzo della DOC Roma i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Roma

Antipasti di pesce, zuppe di frutti di mare, crostacei bolliti, fritturina di pesce azzurro, carni bianche al forno, formaggi giovani.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Roma

La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra del “Roma”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Roma”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Roma”.

Nella storia di Roma, dalle origini alla caduta dell’Impero, il vino ha sempre svolto un ruolo di primo piano e per giunta polivalente: accanto alla sua indispensabile funzione nell’alimentazione quotidiana, ha avuto un posto di rilievo anche nel campo della medicina ed in ambito religioso, raggiungendo il culmine della sacralità con il Cristianesimo.

Agli inizi dell'età imperiale la coltivazione della vite si estese ulteriormente (anche in terreni fertili per ottenere più elevate produzioni) allo scopo di produrre il vino necessario per soddisfare l’esportazione e l’aumento del consumo interno. I Romani destinavano a vigneto le terre più idonee e perciò preferivano il suolo vulcanico dei Colli Laziali, di Caere, della Sabina. Columella ci ha lasciato ne l’Arte dell’agricoltura un’interessante descrizione delle ville rustiche romane, dove la coltivazione principale era quella della vite.

Oltre alla parte così detta urbana, dimora del padrone dotata di ogni genere di confort, c’era la parte detta fructuaria, dove si lavoravano e si conservavano, oltre al grano, soprattutto vino e olio d’oliva. Gabelle, proibizioni, bandi ed editti proliferarono intorno al vino, come dimostrano i regesti e i numerosi libri della gabella del vino conservati nell’Archivio di Stato di Roma a partire dal 1422. In tal modo il potere papale disciplinava la produzione nei vigneti di Roma e dei territori circostanti.

Proprio sotto il pontificato di Paolo III il mercato romano fu invaso dai vini dei Castelli, della Sabina, dei Colli predestini, sia perché il vino romanesco non era sufficiente per il consumo della città, sia perché papi e cardinali amavano avere sulle mense vini diversi e di qualità. La diversificazione tra vino romanesco (quello prodotto entro sette miglia dal Campidoglio) e vino dei Castelli è attestato fino al XIX secolo.

Nel 1539, Sante Lancerio, bottigliere di Paolo III Farnese, nella sua opera Della natura dei vini e dei viaggi di Paolo III descritti da Sante Lancerio suo bottigliere, ci ha lasciato numerose informazioni sui vini romaneschi, per la gran parte robusti e adatti all’invecchiamento. I migliori, a suo dire, erano quelli che si producevano dalle vigne sul Gianicolo, fuori dalla Porta di San Pancrazio, in Vaticano e a Monte Mario, conosciuto come il vino di maggior pregio. Per quanto concerne il vino romano, il periodo più nero coincise con il trasferimento del Papato ad Avignone agli inizi del XIV secolo. Durante il pontificato dei Papi Avignonesi, infatti, i vini italiani in genere furono temporaneamente messi in disparte a favore di quelli francesi.

Intorno alla prima metà del XVI secolo, toccò a Paolo III della famiglia Farnese (1534- 1549) rendere nuovamente giustizia al vino nostrano, che finalmente tornò a troneggiare sulle mense papali. Sui sette colli sorsero splendide ville attorniate da giardini, boschi e soprattutto vigne, dove nobili, cardinali e gli stessi papi trascorrevano le loro vacanze.

Nel 1596 il Bacci in Sulla storia dei vini, dei vini d’Italia e dei conviti degli antichi in sette libri, ci conferma che la Roma cinquecentesca è una città ammantata di vigneti e si sofferma ad elencare le vigne più importanti: quelle di San Pancrazio, di Porta Pinciana e di Monte Mario, che producono i vini romaneschi migliori, moscatelli e trebbiani, e poi quelle sull’Aventino, il Celio, il Quirinale e l’Esquilino, anch’esse di discreta qualità.

Per quanto concerne i vini dell’hinterland romano, si parla dei vini di Ariccia e di Albano, per il quale l’autore esprime particolare lode, di Marino, di Colonna, del Tuscolo, di Castel Gandolfo e di Velletri, nell’area dei Castelli Romani. Anche lo scrittore francese Michel de Montaigne, fermatosi a Roma tra il 1580 e il 1581, narra nel Giornale di viaggio in Italia le sue giornate romane impegnate a visitare antichità e vigne, indicando tra le più degne di nota quella d’Este a Monte Cavallo (l’odierno Quirinale), la Farnese sul Palatino e quella di Villa Madama. La Roma papale si ammanta di verde riempiendosi di ville e di vigne.

Nella Pianta di Roma di Leonardo Bufalini, redatta nella prima metà del XVI secolo, si contano 43 vigne. Anche il gesuita Eschinardi nella Descrizione di Roma e dell’agro romano(1750), oltre a citare numerose vigne all’interno delle mura, riporta a conferma dell’estensione della coltivazione “…vigne, le quali per l’ordinario si stendono fuori Roma tra le due e tre miglia”.

Nei primi decenni del diciannovesimo secolo i vigneti sono presenti in tutta Roma in grande numero, tanto che sia il Venuti nella Accurata e succinta descrizione topografica delle antichità di Roma (1824) che il Nibby in Roma nell’anno 1838, riportano ben 120 toponimi di vigna, tutti entro le mura o nelle immediate vicinanze. E a testimonianza di questa ’”epoca d’oro” rimane la toponomastica di molte vie romane: Vigna Clara, Vigna Stelluti, Vigna Pia, Via delle Vigne Nuove, via di Vigna Fabbri, Vigna Murata, via di Vigna Putti.

Famose erano le vigne di alcuni pontefici come quella di Clemente VII, a Monte Mario. Rinomata anche la villa di Sisto V sull’Esquilino, costruita anche questa nel bel mezzo di una vigna, posta nel luogo più elevato di Roma e quella di Leone XIII (1878-1903). La più nota però era la villa di Giulio III (1550-1555), che si trovava in una zona di Roma conosciuta un tempo come Vigna Vecchia, nei pressi di Villa Borghese. Si dice che il pontefice amasse talmente dedicarsi alla sua vigna da trascurare persino il concistorio.

Villa Borghese nacque nel 1580 intorno ad una vigna, alla quale se ne aggiunsero altre fino al 1833. Tra le numerose stampe che Bartolomeo Pinelli ha dedicato alle vedute romane, ce ne sono alcune che testimoniano che ancora fino al XIX secolo si vendemmiava a Villa Borghese come sull’Aventino.

Tra le testimonianze tecniche risalenti alla fine dell’Ottocento e relative alla coltivazione della vite nel territorio romano, preziosissima è la monografia dell’onorevole Camillo Mancini, pubblicata nel 1888 ed intitolata Il Lazio viticolo e vinicolo. Vi si apprende che la viticoltura avveniva ancora essenzialmente secondo i precetti del latino Columella e che, specie dentro Roma, si coltivavano comunemente in mezzo ai filari finocchi e carciofi con il deprecabile risultato, a giudizio dell’autore, di conferire al vino il classico sapore amarognolo proprio del carciofo. Sempre il Mancini ci informa che i vitigni più comuni a quei tempi erano il trebbiano verde e bianco, il bello e il buonvino per quanto concerne i vini bianchi, il cesanese, il buonvino rosso, la lacrima e l’aleatico per i rossi.

In Agricoltura e quistioni economiche: che la riguardano, (1860) Vol. 2, Frédéric Passy riporta “La coltura della vigna è nondimeno una di quelle che più aggradiscono gli abitanti, è la sola che si permetta il romano, e Roma è tutta circondata di vigne e vigneti. Si va alla vigna come fra noi si andava ai campi per diporto, ed ogni villa suburbana porta scritto sul sommo della sua entrata Vigna di…., e il nome del proprietario. Si usano insieme negli Stati Romani due metodi di coltura affatto diversa: l'una, generalmente in uso nei dintorni di Roma e nelle paludi Pontine, consiste a sostenere il tralcio per mezzo di canne che si fanno espressamente crescere in grandissimo numero..”.

Con la crescita urbana di Roma iniziata subito dopo il 1870, l’estensione delle vigne si ridusse e le produzioni si allontanarono dalle zone di consumo. L’espansione della città continuò prevalentemente lungo gli assi della Flaminia, Salaria, Nomentana, Tiburtina e dell’Appia. L’urbanizzazione comportò la concentrazione delle produzioni nelle zone maggiormente vocate: Castelli Romani, Cerveteri, Sabina. Anche se la vite si “allontana” dalla città di Roma, resta un elemento di aggregazione e richiamo nella cultura popolare.

Il vino è ancora oggi una voce importante dell’economia del territorio romano e, come ai tempi di Virgilio, Bacco continua a prediligere i colli, cosicché soprattutto l’hinterland romano appare inequivocabilmente vocato all’antica coltura.

Il Vino DOC Roma ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 2 agosto 2011

Additional Info

  • Regione: Lazio
  • Tipologie: Vino Bianco, Vino Rosso, Vino Rosato
  • Versioni: Secco - (Vino privo di residuo zuccherino), Amabile - (Vino mediamente dolce), Classico - (Vino prodotto nel territorio di origine più antico), Riserva - (Vino sottoposto ad invecchiamento), Spumante Brut - (Residuo zuccherino inf. a 15 grammi/litro), Spumante Extra-dry - (Residuo zuccherino da 12 a 20 grammi/litro)
  • Denominazione: D.O.C. (Denominazione di Origine Controllata)
Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

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