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ASPRINIO

Varietà: 016 ASPRINIO - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 Gazzetta ufficiale: G.U. 149 - 17/06/1970


Vitigno Asprinio | Assovini.it


Il vitigno Asprinio, a bacca bianca, viene coltivato nelle regioni Basilicata, Campania e Puglia.

Le origini di questo vitigno si devono alla zona di territorio circostante di Aversa, terra anticamente nota come Liburia, esisteva “un'uva che non aveva eguali”. Si sa che in epoca normanna Louis Pierrefeu, cantiniere di corte di Roberto d'Angiò, individuò nei dolci declivi vicino Aversa il suolo ideale per impiantare le viti che assicurassero alla corte normanna una riserva ricca di spumanti. La scelta si rivelò giusta: i tralci di vite, infatti, appoggiandosi agli alberi di pioppo, che fungevano da sostegno, crescevano in altezza ed a festoni, consentendo così la produzione di quella caratteristica uva divenuta famosa fin dai tempi angioini.

Tale sistema di viticultura, molto particolare in quanto le viti, dette maritate poiché si appoggiano appunto ai pioppi innalzandosi anche oltre i 10-15 metri di altezza, si chiama "Alberata Aversana". Tale sistema di allevamento della vite viene anche comunemente detto "Vite maritata".


  • Caratteristiche del vitigno
    • Foglia: media, pentalobata
    • Grappolo: medio, conico. allungato, spesso alato, compatto o leggermente spargolo
    • Acino: medio, elissoidale
    • Buccia: pruinosa, di spessore medio, di colore grigio-verdastro


  • Caratteristiche sensoriali del vino
    • Dalle uve Asprinio si ottiene un vino leggero, dal tenore alcolico contenuto e dall'acidità spiccata: un vino poco longevo che patisce i primi caldi estivi. Da sempre è stata sfruttata la sua naturale propensione a frizzante, tento che oggi, come secoli da secoli or sono, l'Asprinio di Aversa è lo spumante del sud.

BARBERA

Varietà: 019 BARBERA - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 Gazzetta ufficiale: G.U. 149 - 17/06/1970


Vitigno Barbera | Assovini.it


Il vitigno Barbera, a bacca nera, viene coltivato nelle regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.

Il vitigno Barbera ha origini molto antiche e i primi documenti che ne danno testimonianza risalgono a qualche secolo fa. La prima traccia formale si trova in un documento catastale del comune di Chieri, presso Torino, nel 1514. Non è però lontana dal vero l’ipotesi secondo cui la sua diffusione risalga a molto prima, magari con nomi differenti a seconda dei luoghi, cosa molto frequente in passato. Frequenti ad esempio i riferimenti contenuti nel Codex Astensis ad un’uva chiamata “de bonus vitibus berbexinis”, che si dice molto diffusa a Canelli e dintorni già nel XIII secolo e forse identificabile proprio con il vitigno Barbera.

La Barbera, come ci ricorda il Professor Dalmasso (uno dei più importanti enologi italiani del ‘900), viene poi nominata in una lettera del 1609, scoperta dal Dottor Arturo Bersano nell’archivio comunale di Nizza Monferrato. In essa risulta che in quell’anno vennero inviati "nel Contado di Nizza de la Paglia appositi incaricati per assaggiare il vino di questi vigneti, e in particolare lo vino barbera per servizio di S.A. Serenissima e di pagargli al giusto prezzo". Il che significa che la fama del vino Barbera prodotto nell’astigiano era giunta fino alla corte ducale di Mantova dove non mancavano le occasioni per banchettare e per apprezzare i migliori vini d’Italia .

Alla fine del Settecento, nel primo trattato di ampelografia dei vitigni piemontesi, veniva così definita «vino possente, sempre piuttosto severo, ma ricco d’un profumo squisito, e d’un sapore che alla forza accoppia la finezza» (Sulla coltivazione della viti, Nuvolone, 1798).

A fine Ottocento se ne attestava quindi la storicità e l’importanza per l’enologia piemontese: «vitigno conosciutissimo ed una delle basi principali dei vini dell’Astigiano e del basso Monferrato, dove è indigeno e da lunghissimo tempo coltivato…» (Ampelografia della provincia di Alessandria, Carlo Leardi e Pier Paolo Demaria, 1875).


Barbera del Sannio

Vitigno a bacca rossa adottato soprattutto nella Valle Telesina, terzo per ordine di importanza nello scenario produttivo dei vini rossi sanniti. L'uva mostra caratteristiche peculiari,  diverse da quella dell'omonimo vitigno piemontese. Il grappolo si presenta conico piramidale; acino di forma ovoide, di colore blu-nero, ricco di pruina; polpa non colorata.

Di questo vitigno non si trova nessuna informazione tra le Viti coltivate nella provincia di Benevento descritte dalla Commissione ampelografica presieduta da Giuseppe Frojo, lavoro pubblicato nel 1879. Così come non vi è traccia nei Primi studi ampelografici nella provincia di Terra di Lavoro (provincia di cui il Sannio telesino faceva parte prima dell'Unità d'Italia), operati sempre dal Frojo e pubblicati l'anno precedente. Sempre il Frojo cita un vitigno Barbera riferendosi all'area del Vesuvio. Notizia ripresa anche dal Molon, nel 1909, quando parlava della diffusione del vitigno originario del Monferrato in provincia di Ancona, nel mandamento di Monte Pulciano e poi in quello di Loreto, introdottovi dall'Amministrazione della Santa Casa. Ed ancora in provincia de L'Aquila,  in quella di Napoli, nel comune di Somma Vesuviana, e in provincia di Campobasso, nel Comune di Gildone.

Molto è cambiato in questi ultimi secoli, anche grazie ad etichette vinicole di pregio che hanno rivoluzionato la percezione e l’immagine della Barbera sul mercato interno e internazionale.


  • Caratteristiche del vitigno
    • Foglia: media, pentagonale, pentalobata, verde chiara.
    • Grappolo: medio, piramidale, compatto, alato.
    • Acino: medio, ellissoidale
    • Buccia: pruinosa,  di colore blu intenso, sottile, consistente, dal sapore neutro.


  • Caratteristiche sensoriali del vino
    • Impiegato esclusivamente per la vinificazione, il Barbera mostra ottime proprietà sia quando lavorato in purezza, sia quando abbinato ad altre varietà. Se da solo, presenta colore rosso rubino, è ricco di profumi con richiami di frutta rossa, sottobosco e spezie, mentre in bocca lascia emergere un gusto asciutto, austero, sostenuto da acidità evidente. Quando abbinato, apporta alle varietà associate alcol, acidità e spesso anche colore.

  • Produttori di Vino con utilizzo di uve "Barbera del Sannio"
    • Di seguito l'elenco dei Produttori vinicoli della Campania con la lista dei rispettivi Vini prodotti in tutto o in parte con uve "Barbera del Sannio" e il Certificato di Qualità rilasciato dal Panel Assovini Sommelier. 

CABERNET SAUVIGNON

Varietà: 043 CABERNET SAUVIGNON - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 Gazzetta ufficiale: G.U. 149 - 17/06/1970


Vitigno Cabernet Sauvignon | Assovini.it


Il vitigno Cabernet Sauvignon, a bacca nera, viene coltivato nelle regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Valle d'Aosta, Veneto.

Di origine Bordolese, nelle zone del Mèdoc e delle Graves, è senz'altro la varietà più rinomata al mondo per la produzione di vini di grande qualità e longevità. Viene spesso usato in assemblaggio con Cabernet franc e Merlot, uvaggio che ha preso il nome di bordolese, dove è stato introdotto. In Italia ne esistono molte versioni, sia in purezza che con altri vitigni rossi.


  • Caratteristiche del vitigno
    • Foglia: di media grandezza, pentagonale, quinquelobata con seni chiusi a bordi sovrapposti, quasi glabra.
    • Grappolo: medio-piccolo, cilindrico, spesso con un'ala evidente, mediamente compatto
    • Acino: medio, sferoidale
    • Buccia: di colore blu-violaceo, consistente, polpa un po' carnosa e di sapore leggermente erbaceo.


  • Caratteristiche sensoriali del vino
    • Il Vitigno Cabernet Sauvignon è in grado di produrre vini intensi già nel colore, ricchi di tannini e sostanze aromatiche, capaci di lungo invecchiamento; grazie alla grande struttura di questo vitigno, si possono osare lunghe macerazioni e affinamento in legno, soprattutto rovere francese, che gli consentono di esprimere nel tempo un bouquet complesso e affascinante.
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