LAMBRUSCO, UN VINO DAL GUSTO POLIEDRICO
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LAMBRUSCO, UN VINO DAL GUSTO POLIEDRICO

12 Ottobre 2018 Author :  

Come tutte le eccellenze vinicole italiane, anche il Lambrusco, il vino rosso frizzante più famoso al mondo, ha molte cose da raccontare: da dove proviene, come viene vinificato, quali sono le caratteristiche che lo differenziano e lo rendono davvero unico.

 

Un pò di Storia

Le prime testimonianze di vitigni denominati Lambruschi risalgono all’epoca degli Etruschi, anche se i documenti storici più significativi sono successivi: nel II secolo a.c. Catone chiama Labrusca, nel suo “De agri cultura”, la vite selvatica nata spontaneamente da seme. Quasi due secoli più tardi anche Varrone, nel “De re rustica, parla di vite labruca e come lui anche Plinio il Vecchio nel primo secolo d.C. Agli inizi del Trecento lo studioso bolognese Pier De Crescenzi cita, nel suo testo “Ruralium Commodorum libri duodecim”, un vino ottenuto da una vite chiamata Lambrusca, mentre tre secoli dopo il Bacci (1596) utilizza lo stesso termine per definire non più una vite selvatica ma un tipo di vitigno, elevando pertanto per la prima volta il Lambrusco a questo rango. Oggi risulta chiaro che il nome generico di vite selvatica, o labrusca, sia divenuto il nome proprio di alcuni vitigni derivanti dalla domesticazione di viti cresciute spontaneamente, soprattutto nella pianura padana dove la distinzione tra vite spontanea e coltivata è rimasta sempre molto confusa e sfumata.

E’ certo che il processo di domesticazione ha origini antichissime, se è vero che i primi popoli paleoliguri iniziarono le coltivazioni già 3.500 anni prima di Cristo. Questo lungo processo proseguì fino al XVII secolo, quando si contavano più di 50 tipi di “Lambrusche”, metà delle quali a bacca bianca; il Molon (1906) ne riduceva il numero a 23 (di cui una solo bianca), mentre Cosmo e Polsinelli (1962) ne descrivevano solo 10 e tutte a bacca nera, poi ridotte a 8 nelle ultime trattazioni di Calò, Costacurta e Scienza (2001). Resta da chiarire un’ultima cosa: la Vitis Lambrusca appartiene al gruppo delle viti americane, a differenza della Vitis Vinifera che è di origine euroasiatica. L’errore più grande è stato avere considerato, in tutte le epoche, che tra la Vitis Lambrusca e i Lambruschi ci fosse familiarità: invece, nonostante il nome, non hanno nulla in comune.

 

Il Territorio

Dai vigneti della pianura padana si producono uve dall’energia dirompente ricche di sali minerali che si esaltano con profumi netti, puliti e nel sapore asciutto. I vigneti della zona collinare e subcollinare a sud della via Emilia producono uve che poi esprimono nei vini note olfattive vinose ed una spuma evanescente dalle delicate sfumature violacee.

Senza dubbio i territori che accolgono la maggiore presenza di Lambruschi sono quelli delle province di Modena e Reggio Emilia, anche se i diversi vitigni sono coltivati un po’ ovunque nella pianura padana (in particolare nelle province di Parma, Bologna, Ferrara, Mantova, Cremona, Treviso e Rovigo. Una delle cause dell’erosione genetica dei Lambruschi, che ha portato a definire attualmente solo pochi tipi, è da attribuire alle selezioni clonali operate negli ultimi decenni.

Di seguito le schede di ogni singolo vitigno per una descrizione accurata delle caratteristiche della pianta.

 

I Vitigni

Lambrusco a Foglia frastagliata »

Lambrusco Barghi »

Lambrusco di Sorbara »

Lambrusco Grasparossa »

Lambrusco Maestri »

Lambrusco Marani »

Lambrusco Montericco »

Lambrusco Oliva »

Lambrusco Salamino »

Lambrusco Viadanese »

 



Fino agli anni ‘60 il Lambrusco, nelle zone storiche di coltivazione, era prevalentemente un vino artigianale che veniva imbottigliato in primavera – di solito nel periodo della luna di marzo – e fatto rifermentare in bottiglia senza l’eliminazione successiva dei lieviti. In questo modo il vino faceva il fondo, nel dialetto emiliano chiamato “fisso”, e tendeva a deteriorarsi al minimo movimento o in occasione del caldo estivo. Il mercato era in gran parte limitato al vino venduto sfuso dalle cantine e imbottigliato a casa. A partire dagli anni ’70 si sviluppa un processo di industrializzazione della produzione di Lambrusco (alte rese in vigneto e tecnologia di trasformazione in cantina) che porta a vinificazioni più attente e a un processo di spumantizzazione svolto quasi esclusivamente in autoclave, con conseguente imbottigliamento in cantina. Sono rare oggi le versioni di Lambrusco da rifermentazione in bottiglia.

Le Denominazioni vinicole del Vino Lambrusco

13. (Emilia) Lambrusco di Sorbara DOC »

14. (Emilia) Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC »

15. (Emilia) Lambrusco Salamino di Santacroce DOC »

16. (Emilia) Lambrusco di Modena DOC »

15. (Lombardia) Lambrusco Mantovano DOC »

 

Ringraziamenti: 

La Redazione ringrazia la Cantina Mingazzini per aver gentilmente concesso l'utilizzo delle immagini.

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Cantina Mingazzini

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