Assovini
Assovini

Assovini

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

ATINA DOC

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 26.04.1999, G.U. 103 del 05.05.1999

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Atina D.O.C.

La denominazione di origine controllata «Atina» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso
  2. Rosso Riserva
  3. Cabernet
  4. Cabernet Riserva
  5. Semillon

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Atina

 

  • Atina Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Cabernet Suvignon
  • => 10% Vitigno Cabernet Franc
  • => 10% Vitigno Merlot
  • => 10% Vitigno Syrah
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso più o meno intenso, odore, fruttato, caratteristico del vitigno base e sapore armonico, pieno, asciutto, talvolta erbaceo.

  • Atina Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Cabernet Suvignon
  • => 10% Vitigno Cabernet Franc
  • => 10% Vitigno Merlot
  • => 10% Vitigno Syrah
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso più o meno intenso, tendente al granato con l’invecchiamento, odore fruttato, caratteristico del vitigno base e sapore armonico, pieno, asciutto, talvolta erbaceo.

  • Atina Cabernet (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Cabernet Franc e Cabernet Suvignon, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso più o meno intenso, odore fruttato, caratteristico del vitigno base e sapore armonico, pieno, asciutto, talvolta erbaceo.

  • Atina Cabernet Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Cabernet Franc e Cabernet Suvignon, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso più o meno intenso, tendente al granato con l’invecchiamento, odore fruttato, caratteristico del vitigno base e sapore armonico, pieno, asciutto, talvolta erbaceo.

  • Atina Semillon (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Semillon
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato con note floreali e fruttate e sapore secco, sapido, morbido, persistente.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Atina

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Atina si estende nelle alture della Val di Comino (nella parte sud orientale del Lazio), il cui territorio, adeguatamente ventilato e luminoso, favorisce l'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Atina è localizzata in:

  • provincia di Frosinone e comprende il territorio dei comuni di Atina, Gallinaro, Belmonte Castello, Picinisco, Sant’Elia Fiumerapido, Alvito, Villa Latina, San Donato Val di Comino, Vicalvi, Casalattico, Casalvieri e Settefrati.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Atina

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Atina prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Atina non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Atina è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve. 
  • I Vini DOC Atina Rosso Riserva e Cabernet Riserva, devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 6 in botti legno.

4. Produttori di Vino DOC Atina

Con l’utilizzo della DOC Atina i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Atina

Piatti corposi a base di carni sia bianche che rosse, selvaggina da pelo.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Atina

La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’antico “Sannio”, dai Romani, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Atina”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Atina”.

In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Atina” è attestata fin dall’epoca dei Romani, in molte opere dei georgici latini. In tempi più recenti, la valenza dei viticoltori è riportata dal Castrucci nell’opera citata che scrive “Alvito.. vi si trova fra due falde de' monti un'amena e feconda valle a modo d'un triangolo, nella quale il dottor Ascanio Panicali, vi ha fatto un vaghissimo arboreto con copie di viti, e spalliere di ramerini e rose , disposte con uno stradone a modo di giardino, ed una selva di piante, che portano delicati e singolari frutti, e saporiti vini, dove anco vi è un pozzo di fresca e chiara acqua”, “Picinisco.. È tutto il territorio in monti, selve, boschi, e colli, parte coltivati con arboreti e vigne, arbori fruttiferi, con bell' ordine, e vaghezza disposti, circondate da belle fratte, o siepi di verdeggianti frondi tessute, ed avviticchiate in modo di pareti di giardini , che apporta gran diletto, e fa una bellissima vista; portano graziosissimi vini, in gran quantità, non dissimili dalli Albani; vero è, che ha poco territorio fertile a grano”, “Atino (l’odierna Atina)..con molte amene e deliziose colline, e feconde valli ornate d' arboreti, vigne, che portano seco frutti e delicatissimi vini”.

Durante i secoli XIX e XX la viticoltura ha vissuto vicende molto importanti e subito profonde modificazioni che hanno interessato anche la Val di Comino. Infatti, accanto alle varietà tradizionalmente coltivate, ad opera di Pasquale Visocchi insigne agronomo di Atina, furono introdotte numerose varietà francesi sia a bacca bianche che a bacca rossa che trasformarono profondamente la base ampelografica dell’area.

L’opera del Visocchi, anche attraverso la creazione di un campo sperimentale in località S. Michele, da cui prese il nome commerciale uno dei migliori vini dell’azienda, fu volta al miglioramento della produzione vitivinicola della zona che era basata principalmente su vitigni e forme di allevamento tradizionali. Il motto “Il genio del vino è nel vitigno” riportato nel logo della cantina Fratelli Visocchi dell’epoca, fa pensare come la cantina avesse puntato dal punto di vista commerciale sui vitigni francesi: i vini si distinguevano in Sammichele rosso fino (Cabernet), Sammichele rosso extra (Pinot rosso), Sammichele rosso superiore (Malbek e Gamay), Sammichele bianco extra-fine (Pinot Bianco), Sammichele bianco extra (Sauvignon) e Sammichele bianco superiore (Sèmeillon).

La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, con la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del vino “Atina”.

Il Vino DOC Atina ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 26 aprile 1999.

APRILIA DOC

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 13.05.1966, G.U. 174 del 16.07.1966

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Aprilia D.O.C.

La denominazione di origine controllata «Aprilia» è riservata ai vini bianchi e rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le tipologie:

  1. Bianco
  2. Rosso
  3. Rosato
  4. Merlot

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Aprilia

 

  • Bianco di Aprilia (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
  • >< 5-35% Vitigno Chardonnay
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino talora con riflessi verdolini, odore intenso, caratteristico, con note floreali e sapore secco, intenso, equilibrato.

  • Rosso di Aprilia (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • >< 5-25% Vitigno Cabernet Sauvignon
  • >< 5-25% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino con riflessi granati con l’invecchiamento, odore intenso, fine con sentori di frutta matura e sapore secco, intenso, armonico, di giusto corpo.

  • Rosato di Aprilia (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • >< 5-25% Vitigno Cabernet Sauvignon
  • >< 5-25% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosa tenue, odore delicato, floreale e sapore fresco, secco, sapido.

  • Merlot di Aprilia (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino, tendente al granato con l’invecchiamento, odore vinoso, gradevole e sapore secco, di corpo, caratteristico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Aprilia

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Aprilia si estende nelle zone pianeggianti comprese tra l’Agro Romano e l’Agro Pontino, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Aprilia è localizzata in:

  • provincia di Latina e comprende il territorio del comune di Aprilia e, in parte, il territorio dei comuni di Cisterna e Latina.
  • provincia di Roma e comprende il territorio del comune di Nettuno.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Aprilia

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Aprilia prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Aprilia non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Aprilia è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Aprilia

Con l’utilizzo della DOC Aprilia i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Aprilia

Zuppe di verdura, fritture di pesce azzurro, cozze alla marinara, risotti alle erbe, gnocchi alla romana, spaghetti alla carbonara, arrosti di carni bianche, carni rosse alla griglia o stufate, pollame e coniglio alla cacciatora.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Aprilia

La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra “Pontina”, purtroppo persa per molti secoli a causa dei fattori naturali ed umani succedutesi nel tempo – ma comunque insita nelle caratteristiche intrinseche del territorio - è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Aprilia”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i vini “Aprilia”.

In particolare il lento e progressivo recupero del territorio paludoso, protrattosi per secoli, ha contribuito alla rinascita dell’agricoltura e segnatamente della viticoltura dell’area: l’opera dell’uomo, in particolare quella dei coloni insediatosi nella prima metà del secolo scorso, hanno dato a questa terra la possibilità di esprimere al meglio il suo potenziale viticolo.

La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, dovuta alla professionalità degli operatori, all’impianto di nuovi vigneti e alla nascita di nuove aziende, che hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del vino “Aprilia”.

Il Vino DOC Aprilia ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 13 maggio 1966.

ALEATICO DI GRADOLI DOC

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 21.06.1972, G.U. 217 del 22.08.1972

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Aleatico di Gradoli D.O.C.

La denominazione d’origine controllata “Aleatico di Gradoli” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le tipologie:

  1. Aleatico di Gradoli
  2. Aleatico di Gradoli Liquoroso
  3. Aleatico di Gradoli Liquoroso Riserva
  4. Aleatico di Gradoli Passito

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Aleatico di Gradoli

 

  • Aleatico di Gradoli (Vino Rosso)
  • Versioni: Dolce
  • => 95% Vitigno Aleatico
  • =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso granato con tonalità violacee, odore finemente aromatico, caratteristico, dal sapore di frutto fresco, morbido, vellutato, dolce.

  • Aleatico di Gradoli Liquoroso (Vino Rosso Liquoroso)
  • Versioni: Dolce
  • => 95% Vitigno Aleatico
  • =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 17,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Liquoroso dal colore rosso granato più o meno intenso, talvolta con riflessi violacei, odore aromatico, delicato, caratteristico, dal sapore pieno, dolce, armonico, gradevole.

  • Aleatico di Gradoli Liquoroso Riserva (Vino Rosso Liquoroso Invecchiato)
  • Versioni: Dolce
  • => 95% Vitigno Aleatico
  • =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 17,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Liquoroso Invecchiato dal colore rosso granato più o meno intenso, tendente talvolta all’arancione con l’invecchiamento, odore aromatico, caratteristico dell’invecchiamento in botte di rovere, dal sapore pieno, dolce più o meno tannico, armonico, gradevole.

  • Aleatico di Gradoli Passito (Vino Rosso Passito)
  • Versioni: Dolce
  • => 95% Vitigno Aleatico
  • =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Passito dal colore rosso rubino talvolta con riflessi violacei, odore fruttato, finemente aromatico, caratteristico, dal sapore di frutta matura, dolce.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Aleatico di Gradoli

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Aleatico di Gradoli si estende sulle pendici del distretto vulcanico Vulsino a nord del Lazio, in un territorio di media-alta collina adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Aleatico di Gradoli è localizzata in:

  • provincia di Viterbo e comprende il territorio dei comuni di Gradoli, Grotte di Castro, San Lorenzo Nuovo e, in parte, il territorio del comune di Latera.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Aleatico di Gradoli

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Aleatico di Gradoli non dovrà essere superiore al 70% e al 45% per la tipologia Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Aleatico di Gradoli è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve. 
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Aleatico di Gradoli Passito devono essere sottoposte ad un periodo di appassimento naturale.
  • Il Vino DOC Aleatico di Gradoli Liquoroso deve essere ottenuto mediante pratica di alcolizzazione ed essere sottoposto ad affinamento per 6 mesi.
  • Il Vino a denominazione di origine controllata Aleatico di Gradoli Liquoroso può fregiarsi della menzione Riserva dopo essere stato sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi in botti di rovere di capacità massima di 250 litri ed un ulteriore periodo di affinamento in bottiglia per almeno 12 mesi.

4. Produttori di Vino DOC Aleatico di Gradoli

Con l’utilizzo della DOC Aleatico di Gradoli i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Aleatico di Gradoli

Pasticceria a base di cioccolato e secca (dolci alle mandorle, biscotti con nocciole), crostate con confetture di frutta.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Aleatico di Gradoli

La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra di “Gradoli”, dagli etruschi, passando dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Aleatico di Gradoli”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Aleatico di Gradoli”.

In particolare la presenza della viticoltura nella zona di “Gradoli” è attestata fin dall’epoca romana, in molte opere dei georgici latini. Nel medioevo: i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura.

In tempi più recenti, nell’opera Viaggi ai vulcani spenti d’Italia nello Stato Romano verso il Mediterraneo (1814), il Procaccini Ricci, esperto geologo, descrive un viaggio in cui passa nei territori di Bolsena, Latera, Gradoli, ed oltre a descrivere le caratteristiche delle rocce e dei terreni riporta anche l’agricoltura presente. A proposito di vitivinicoltura scrive: “Gradoli…I vigneti qui attorno vi prosperano assai bene, e danno uve eccellenti, capaci di formare vini squisiti.

L’Aleatico vi è stato introdotto da qualche industre viticoltore, e vi ha provato a maraviglia, ed io stesso ho bevuto questo vino così buono allo stomaco e soavissimo al palato, che mi è paruto non cedere al tanto celebre ed a ragione encomiatissimo di Toscana, e di Firenze segnatamente”.

Successivamente il Moroni nel Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica (1854), nel parlare di Gradoli riporta “..Il territorio è fertile, fruttifero di eccellenti vini bianchi e rossi, massimo l’aleatico”. Anche il Nigrisoli nella Rivista dei più importanti prodotti naturali e manifatturieri dello Stato Pontificio (1857), parla dei prodotti naturali esistenti nella Delegazione di Viterbo e scrive: “.. La cultura delle viti è giunta ad un alto grado di sviluppo, raccogliendosi dai campi, e dalle vigne vini rossi, e bianchi vigorosi”, ed ancora “mentre tra i vini rossi sono in maggior credito quelli delle Grotte di San Lorenzo, di Gradoli, di Castro”.

Sempre nel 1857, nella Topografia statistica dello stato pontificio il Palmieri scrive per Gradoli “Il ridetto popolo di Gradoli, ove sono molto belle le donne, è occupato con attività parte nella pesca, parte in lavorare botti, tini, cerchi, ed il più negli agrarii lavori del proprio territorio della superficie di tavole 131419, dove sono assai feraci le terre, in specie quelle dette del Piano del Lago di Gradoli, ove raccolgono in copia castagne, legumi, tutta sorta di buone frutta, e vini bianchi e rossi così prelibati, che si fa di essi grande commercio nella Capitale, ed in ispecie dell'eccellente Alleatico vino”, per Latera “..vi si raccolgono buoni vini bianchi, e rossi” e per Grotte di Castro “il territorio..assai ben coltivato, feracissimo, e abbonda di squisito vino”.

Negli Atti della Giunta per la Inchiesta Agraria e sulle condizioni della classe agricola (1883), si riporta “Dei vini di lusso nella provincia di Roma, non se ne producono in quantità apprezzabile; e soltanto l’Aleatico di Gradoli gode di una qualche reputazione”.

La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, dall’impianto di nuovi vigneti, dalla nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del vino “Aleatico di Gradoli”.

Il Vino DOC Aleatico di Gradoli ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 21 giugno 1972.

FRASCATI SUPERIORE DOCG

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 20.09.2011, G.U. 240 del 14.10.2011

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte con D.M. 07.03.2014 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Frascati Superiore D.O.C.G.

La denominazione di origine controllata e garantita «Frascati Superiore», è riservata al vino che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Frascati Superiore
  2. Frascati Superiore Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Frascati Superiore

 

  • Frascati Superiore (Vino Bianco Superiore)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Malvasia Bianca di Candia e/o Malvasia del Lazio
  • =< 30% Vitigni Bellone, Bombino Bianco, Greco Bianco, Trebbiano Toscano, Trebbiano Giallo, da soli o congiuntamente, nonché altri Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio, nella misura pari al 15% massimo della quota  del =<30%. 
  • =>12% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco Superiore dal colore dal giallo paglierino più o meno intenso, odore intenso, con profumo caratteristico, delicato e sapore secco, sapido, morbido, fine e vellutato.

  • Frascati Superiore Riserva (Vino Bianco Superiore Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Malvasia Bianca di Candia e/o Malvasia del Lazio
  • =< 30% Vitigni Bellone, Bombino Bianco, Greco Bianco, Trebbiano Toscano, Trebbiano Giallo, da soli o congiuntamente, nonché altri Vitigni a bacca bianca coltivati nella regione Lazio, nella misura pari al 15% massimo della presente porzione di quota. 
  • =>12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Superiore Invecchiato, dal colore dal giallo paglierino più o meno intenso, odore intenso, con profumo caratteristico, delicato e sapore secco, sapido, morbido, fine e vellutato.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Frascati Superiore

L’orografia collinare dell’areale di produzione costituita dalle pendici settentrionali del vulcano Laziale, e l’esposizione a ovest e nord-ovest, concorrono a determinare un ambiente arioso, luminoso e con un suolo naturalmente sgrondante dalle acque reflue, particolarmente vocato per la coltivazione dei vigneti del “Frascati Superiore”. Da tale area sono peraltro esclusi i terreni ubicati a quote troppo basse non adatti ad una viticoltura di qualità.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Frascati Superiore è localizzata in: 

  • provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone e, in parte, il territorio dei comuni di Roma e Montecompatri.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Frascati Superiore

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Frascati Superiore prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima delle uve in vino finito non deve essere superiore al 70% per il vino «Frascati Superiore». Qualora la resa uva/vino superi detto limite, ma non oltre il 75%, l'eccedenza non ha diritto ad alcuna denominazione di origine controllata e garantita; oltre il 75% decade il diritto alla denominazione di origine controllata e garantita per tutto il prodotto.
  • Le pratiche relative all’elaborazione dei vini che sono quelle tradizionalmente consolidate in zona per la vinificazione di vini bianchi complessi ed equilibrati, adeguatamente differenziate tra le tipologie Superiore e Riserva, riferita quest’ultima a vini la cui elaborazione comporta determinati periodi di invecchiamento ed affinamento in bottiglia obbligatori.

4. Produttori di Vino DOCG Frascati Superiore

Con l’utilizzo della DOCG Frascati Superiore i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Frascati Superiore

Primi piatti delicati o di mare, portate di pesce e carni bianche.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Frascati Superiore

La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra del “Tusculum”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Frascati Superiore”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Frascati Superiore”. In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Frascati” è attestata fin dall’epoca romana, in molti reperti dei georgici latini.

Nel medioevo i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura. Con la caduta dell'impero romano e la fine delle invasioni barbariche, la viticoltura in queste terre, nonostante i danni subiti, non perde la sua continuità con il passato e mantiene sempre un ruolo importante; come testimoniano i numerosi atti notarili, inerenti i terreni vitati, custoditi negli archivi monastici. Gli Statuti della Città di Frascati, emanati nel 1515, regolavano l’ordinamento della Comunità di Frascati su cui era basata la vita sociale, economica, religiosa, agricola e pastorale. Diversi Articoli degli Statuti trattano della vite e del vino a testimonianza dell’importanza che anche allora rivestiva la vitivinicoltura. Un anonimo cronista al seguito del cardinale Scipione Borghese, raffinato buongustaio, così parla del Frascati, già noto nella prima metà del '600: “della bontà del sito non mi è necessario dirlo, perché la virtù et la varietà et la opportunità del terreno si mostra pur anco hoggidì, quando le sue vigne producono frutti et liquori di tale squisitezza, che io non intendo in quale parte si trovino migliori”. Succesivamente, in merito alla poca durata dei vini di Toscana, il Tergioni Tozzetti, in Riflessioni sopra la poca durata dei moderni Vini di Toscana (1791) porta come esempio tra gli altri il Frascati, come vino da imitare in quelle terre “.. che il Tiburtino, cioè di Frascati, era nel suo fiore in capo a 10 anni, e quanto più invecchiava, tanto più migliorava” e citando Bacci riporta che all’epoca (1595) i vini di “Grotta Ferrata” bastavano fino a quattro anni. Il Marocco, in Monumenti dello Stato pontificio e relazione topografica di ogni paese (1835), riporta per Monte Porzio Catone “Gli abitanti sono pieni di convenienza , si applicano ai lavori della campagna, e la maggiore utilità l'hanno sul commercio dèl vino”, per Grottaferrata “i vini sono eccellenti” e per Frascati “Il territorio e feracissimo.. produce eccellenti vini”. Il Coppi, nel Discorso agrario del 1865, letto nell’Accademia tiberina il dì 15 gennaio 1866, riporta che Fabio Cavalletti nel suo podere di Grottaferrata (tuttora esistente) adottò un nuovo sistema di coltivare la vite e che il vino è di qualità eccellente. Il Dalmasso, autore di uno dei primi trattati sui vini d'Italia, nella sua “Storia della vite e del vino in Italia” (1931-37), ricorda come il medico di Sisto V, Andrea Bacci, avesse definito Frascati “luogo di delizie, generoso di uve e di vari frutti", mettendo in evidenza che “quegli industri coltivatori avevano propagato nelle loro vigne le viti più elette d'Italia” dalle quali si ottenevano vini che venivano forniti “ai conviti principeschi, nonché alle mense borghesi di Roma”.

Interessante e pittoresca è la cronaca di una gita effettuata Grottaferrata in occasione della fiera nell’anno 1869 e riportata nel Buonarroti scritti sopra le arti e le lettere da Enrico Narducci: oltre ad una accorta e gustosa descrizione degli abitanti e delle loro abitudini riporta in merito al vino “..bottiglie freschissime di vino color oro, di quello che scende benefico all’ugola, apportatore di vita” e testimonia inoltre dell’esistenza di una società enologica che commerciava in vini “..sappiamo che in Frascati è costituita una società enologica, composta dai Signori Ambrogini e Santovetti e presieduta dall’onorevole dottor Gualandi. I vini che questa da al commercio sebbene finora in piccola scala, dicono chiaro bensì, che mai potrebbesi riprometter con essi”.

Il 23 Maggio 1949 nasce il Consorzio, su iniziativa di 18 produttori, con la Denominazione di "Consorzio del Frascati". L’intento era quello di tutelare, valorizzare e propagandare il vino “Frascati” autentico, ottenuto dalle uve delle vigne tuscolane. Infatti già all’epoca il nome Frascati era conosciuto in tutto il mondo e garantiva quindi ottime possibilità di vendita; per cui non era più accettabile si vendesse falso vino di Frascati. È sempre esistito un legame tra il Frascati e la letteratura ed infatti numerosi poeti hanno dedicato a questo nobile ed illustre vino i loro versi in italiano, in dialetto romanesco e in dialetto frascatano. Il poeta romanesco Trilussa in un sonetto del 1912 intitolato ‘Er battesimo civile’ scrive: “Pe’ nun faje er battesimo davero, / ho battezzato la pupetta mia / co’r vino de Frascati all’osteria / davanti a ‘no stennardo rosso e nero” e più avanti “..doppo du’ o tre bevute, er comparetto, / a cavallo a ‘na botte de Frascati, / ce fece un… verso, e recitò un sonetto”.

Ai giorni nostri così scrive Alberto Bevilacqua, a dispetto del proprio cognome: “T’accenderà questo vino frascatano / il nero immemore degli occhi, / sarà amore sotto la tua nuda pelle dorata / ti donerà ricreata / nel cuore d’altri anni la tua età...”. La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori, hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “Frascati Superiore”, fino al recente passaggio alla categoria DOCG, avvenuto nel 2011. 

Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

Assovini

Assovini.it è il sito del Vino e delle Cantine ideato nel 1986 e realizzato da un team di Sommelier con la collaborazione di Enologi e Produttori per diffondere i migliori Vini italiani nel mondo.

  • Referente: Salvo Spedale - Sommelier AIS
  • Telefono: +39 389-2856685
  • Email: info@assovini.it

 

Pubbliche Relazioni