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BRACHETTO D'ACQUI DOCG

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 13.08.1969, G.U. 282 del 07.11.1969 - Approvato DOCG con D.M. 24.04.1996, G.U. 132 del 07.06.1996.

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal DG PQAI - PQAI 04 - Prot. Uscita N.0056959 del 07/08/2019.


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Brachetto d'Acqui (o Acqui) D.O.C.G. 

La denominazione di origine controllata e garantita “Brachetto d’Acqui” o “Acqui” è riservata ai vini che rispondono ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Brachetto d’Acqui o Acqui
  2. Brachetto d’Acqui o Acqui Spumante
  3. Brachetto d’Acqui o Acqui Passito

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Brachetto d'Acqui

 

  • Brachetto d'Acqui (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco /Abboccato / Amabile /Dolce
  • => 97% Vitigno Brachetto
  • =< 3% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino di media intensità e tendente al granato chiaro o rosato o rosè, odore caratteristico, molto delicato, talvolta fruttato o tendente allo speziato nella versione meno zuccherina e dal sapore delicato, caratteristico, da secco a dolce.
  • Abbinamenti: Dessert.

  • Brachetto d'Acqui Spumante (Vino Rosso Spumante)
  • Versioni: Spumante Extra-brut /Brut /Extra-dry /Dry / Demi-sec /Doux
  • => 97% Vitigno Brachetto
  • =< 3% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Spumante dalla spuma fine, persistente, colore rosso rubino di media intensità e tendente al granato chiaro o rosato o rosè, odore caratteristico, molto delicato, talvolta fruttato o tendente allo speziato nella versione meno zuccherina, dal sapore delicato, caratteristico, da extra-brut a dolce.
  • Abbinamenti: Aperitivi, Pasticceria secca.

  • Brachetto d'Acqui Passito (Vino Rosso Passito)
  • Versioni: Dolce
  • => 97% Vitigno Brachetto
  • =< 3% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Passito dal colore rosso rubino di media intensità e tendente al granato, odore aroma muschiato, molto delicato, caratteristico del vitigno brachetto, talvolta con sentore di legno e sapore dolce, aroma muschiato, molto delicato, caratteristico del vitigno brachetto, talvolta con sentore di legno.
  • Abbinamenti: Dessert, Pasticceria secca e cremosa, Formaggi erborinati.

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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Brachetto d'Acqui

Sono le colline dolci e sinuose dell’Alto Monferrato la culla del Brachetto d’Acqui, un’area vocata e variegata dove il vitigno aromatico si esprime al meglio sin dall’antichità. All’interno della zona di produzione si trovano terreni di composizione argillosa nella zona di Nizza Monferrato mentre nell’acquese vi è presenza di sabbia e limo. Queste caratteristiche influiscono nettamente ed in modo rilevante sulle sfumature olfattive delle uve prodotte e dei vini derivanti.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Brachetto d'Acqui è localizzata in:

  • provincia di Asti, il territorio dei comuni di Vesime, Cessole, Loazzolo, Bubbio, Monastero Bormida, Rocchetta Palafea, Montabone, Fontanile, Mombaruzzo, Maranzana, Quaranti, Castel Boglione, Castel Rocchero, Sessame, Castelletto Molina, Calamandrana, Cassinasco e Nizza Monferrato.
  • provincia di Alessandria, il territorio dei comuni di Acqui Terme, Terzo, Bistagno, Alice Bel Colle, Strevi, Ricaldone, Cassine e Visone.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Brachetto d'Acqui

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Brachetto d'Acqui prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70% per il Brachetto d'Acqui e per la tipologia Spumante, e al 45% per la tipologia Passito. Qualora questi parametri vengano superati fino al 5%, l'eccedenza non ha diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
  • Relativamente al Brachetto d'Acqui Spumante, le pratiche di spumantizzazione possono effettuarsi con il metodo della fermentazione naturale in autoclave o in bottiglia e il processo di lavorazione per la presa di spuma non può avere una durata inferiore a mesi 1 compreso il periodo di affinamento in bottiglia.
  • Le pratiche di produzione del Brachetto d'Acqui Passito prevedono l’appassimento delle uve sulla pianta e/o in ambienti atti a favorire le condizioni ottimali per la conservazione e l’appassimento.

4. Produttori di Vino Vino DOCG Brachetto d'Acqui

Con l’utilizzo della DOCG Brachetto d'Acqui i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Brachetto d'Acqui

Dessert e macedonie, fragole con panna, pesche bagnate al Brachetto d'Acqui, crostate di frutta, dolci a pasta lievitata, pan di spagna, gelatine di frutta, dolci di pasta fritti.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Brachetto d'Acqui

Si narra che all’epoca dell’Impero Romano, Giulio Cesare prima e Marco Antonio poi, facessero precedere il loro arrivo in Egitto alla corte della bella Cleopatra da otri di “Vinum Acquense”, apprezzatissimo dalla Regina per risvegliare gli ardori dei suoi leggendari amanti. Il “Vinum Acquense” era dolce per natura, vivace ed inebriante, proveniva dall’attuale Alto Monferrato. E soprattutto, gli si attribuiva potere afrodisiaco.

Un filo diretto che si snoda attraverso storia, territorio e comuni caratteristiche, collega e porta il “Vinum Acquense! all’attuale Brachetto, suo diretto discendente. In età moderna, nel 1817, il naturalista Gallesio lo definisce “Vino Celebre” classificandolo vino da dessert che risultava alcolico e poco colorato, che invecchiando assumeva il sapore del Porto o del vino Xeres e riferisce che il Brachetto, dolce o spumante, era conosciuto e commercializzato con successo nei mercati dell’America Meridionale: da ciò si può dedurre che la produzione in quel periodo doveva essere di entità tutt’altro che trascurabile.

La prima definizione ufficiale è del 1922 a firma di Garino Canina, che ne fu il vero classificatore scientifico “ … Tra i vini di lusso il Brachetto appartiene alla categoria dei vini rossi dolci ed aromatici: è infatti un vino con profumo speciale, moderatamente alcolico e zuccherino, non molto colorito che per lo più si consuma spumeggiante o spumante …” Tra le varie notizie che il Canina dava, una delle più interessanti riguarda il fatto che il Brachetto fosse diffuso in particolare nel circondario di Acqui e di Nizza Monferrato, indicando, però, una produzione per il mercato di soli 500 hl.

L’avvento della filossera aveva, alla fine della prima guerra mondiale, devastato i vigneti. i vignaioli, al momento di reimpiantarli, avevano privilegiato altri vitigni che assecondavano maggiormente le tendenze del mercato, a discapito di questa varietà che richiedeva attenzione e cure particolari. Inizia così il suo secondo sonno. Da cui si risveglierà negli anni Cinquanta, dalle colline del sud Piemonte dove la produzione continuava in piccole nicchie di estimatori, un produttore rispettoso della tradizione ma lungimirante quale Arturo Bersano di Nizza Monferrato, mise a punto un Brachetto Spumante elaborato in autoclave con metodo Martinotti/Charmat. Da allora il Brachetto ha continuato il suo percorso di protagonista tra i grandi vini aromatici, tra i quali si distingue per le proprie particolarità e apprezzamento degli intenditori più raffinati.

BAROLO DOCG

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 23.04.1966, G.U. 146 del 15.6.1966 - Approvato DOCG con D.P.R. 01.07.1980, G.U. 21 del 22.01.1981

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 17.04.2015 - G.U. n. 97 del 28.04.2015


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Barolo D.O.C.G. 

La denominazione di origine controllata e garantita “Barolo” è riservata ai vini rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Barolo
  2. Barolo Riserva
  3. Barolo e Barolo Riserva con menzioni geografiche aggiuntive (vedi elenco al punto 3), alle quali può essere aggiunta la menzione «Vigna» 
  4. Barolo Chinato

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Barolo

 

  • Barolo (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • = 100% Vitigno Nebbiolo
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso granato, odore intenso e caratteristico, dal sapore asciutto, pieno e armonico.
  • Abbinamenti: Arrosti, Brasato, Fonduta con tartufi, Parmigiano reggiano.

  • Barolo Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • = 100% Vitigno Nebbiolo
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso granato, odore intenso e caratteristico, dal sapore asciutto, pieno e armonico.
  • Abbinamenti: Arrosti, Brasato, Fonduta con tartufi, Parmigiano reggiano.

  • Barolo Chinato (Vino Rosso Liquoroso)
  • Versioni: Dolce
  • = 100% Vitigno Nebbiolo
  • = Erbe aromache per infusione
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • La denominazione "Barolo Chinato" è consentita per i vini aromatizzati preparati utilizzando come base vino Barolo senza aggiunta di mosti o vini non aventi diritto a tale denominazione e con una aromatizzazione tale da consentire il riferimento nella denominazione alla china.
  • Abbinamenti: Lepre in dolceforte, Pere cotte alle spezie, Torta alle pere e cioccolato, Castagnaccio, Cioccolato fondente.

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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Barolo

Il Barolo nasce nelle langhe, termine che secondo alcuni studiosi deriverebbe da "Langues" che non sono altro che delle lingue di terra che si estendono in un vivace gioco di profili, modulati dal mutare delle stagioni.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Barolo è localizzata in:

  • provincia di Cuneo e comprende il territorio dei comuni di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d'Alba e, in parte, il territorio dei comuni di Monforte d'Alba, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour, Diano d'Alba, Cherasco e Roddi.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Barolo

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Barolo prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino finito non dovrà essere superiore al 70% per entrambe tipologie di Barolo. Qualora tale resa superi la percentuale indicata, ma non oltre il 75%, l’eccedenza non avrà diritto alla D.O.C.G. e oltre detto limite percentuale decade il diritto alla D.O.C.G. per tutto il prodotto.
  • Nel rispetto della % di resa uva/vino e in presenza di determinati requisiti di coltivazione può essere menzionata la dizione "Vigna".
  • Entrambe le tipologie di vino devono essere sottoposte a un periodo di invecchiamento obbligatorio minimo di 38 mesi per il Vino Barolo e di 62 mesi per il Vino Barolo Riserva. Finito il periodo di invecchiamento, la resa massima dell'uva in vino non dovrà essere superiore al 68% per ambedue tipologie di Barolo.
  • La DOCG «Barolo» e «Barolo Riserva» può essere seguita da una delle seguenti «menzioni geografiche aggiuntive»: Albarella, Altenasso o Garblet Suè o Garbelletto Superiore, Annunziata, Arborina, Arione, Ascheri, Bablino, Badarina, Baudana, Bergeisa, Bergera-Pezzole, Berri, Bettolotti, Boiolo, Borzone, Boscareto, Boscatto, Boschetti, Brandini, Brea, Breri, Bricco Ambrogio, Bricco Boschis, Bricco Chiesa, Bricco Cogni, Bricco delle Viole, Bricco Luciani, Bricco Manescotto, Bricco Manzoni, Bricco Rocca, Bricco Rocche, Bricco San Biagio, Bricco San Giovanni, Bricco San Pietro, Bricco Voghera, Briccolina, Broglio, Brunate, Brunella, Bussia, Campasso, Cannubi, Cannubi Boschis o Cannubi, Cannubi Muscatel o Cannubi, Cannubi San Lorenzo o Cannubi, Cannubi Valletta o Cannubi, Canova, Capalot, Cappallotto, Carpegna, Case Nere, Castagni, Castellero, Castelletto, Castello, Cerequio, Cerrati, Cerretta, Cerviano- Merli, Ciocchini, Ciocchini-Loschetto, Codana, Collaretto, Colombaro, Conca, Corini-Pallaretta, Costabella, Coste di Rose, Coste di Vergne, Crosia, Damiano, del comune di Barolo, del comune di Castiglione Falletto, del comune di Cherasco, del comune di Diano d'Alba, del comune di Grinzane Cavour, del comune di La Morra, del comune di Manforte d'Alba, del comune di Novello, del comune di Roddi, del comune di Serralunga d’Alba, del comune di Verduno, Drucà, Falletto, Fiasco, Fontanafredda, Fossati, Francia, Gabutti, Galina, Gallaretto Garretti, Gattera, Giachini, Gianetto, Ginestra, Gramolere, Gustava, La Corte, La Serra, La Vigna, La Volta, Lazzarito, Le Coste, Le Coste di Monforte, Le Turne, Lirano, Liste, Manocino, Mantoetto, Marenca, Margheria, Mariondino o Monriondino o Bricco Moriondino, Massara, Meriame, Monprivato, Monrobiolo di Bussia, Montanello, Monvigliero, Mosconi, Neirane, Ornato, Paiagallo, Panerole, Parafada, Parussi, Pernanno, Perno, Piantà, Pira, Pisapola, Prabon, Prapò, Preda, Pugnane, Ravera, Ravera di Monforte, Raviole, Riva Rocca, Rivassi, Rive, Rivette, Rocche dell’Annunziata, Rocche dell'Olmo, Rocche di Castiglione, Rocchettevino, Rodasca, Roere di Santa Maria, Roggeri, Roncaglie, Ruè, San Bernardo, San Giacomo, San Giovanni, San Lorenzo, San Lorenzo di Verduno, San Pietro, San Ponzio, San Rocco, Santa Maria, Sant’Anna, Sarmassa, Scarrone, Serra, Serra dei Turchi, Serradenari, Silio, Solanotto, Sorano, Sottocastello di Novello, Teodoro, Terlo, Torriglione, Valentino, Vignane, Vignarionda, Vignolo, Villero, Zoccolaio, Zonchetta, Zuncai.

4. Produttori di Vino DOCG Barolo

Con l’utilizzo della DOCG Barolo i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Barolo

Piatti a base di selvaggina (fagiano e lepre), arrosti di carne, formaggi piccanti, piatti a base di tartufo.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Barolo

La storia e l’economia delle Langhe sono state segnate dal percorso intrapreso dal vitigno Nebbiolo (l’unico utilizzabile al 100% per la produzione del Barolo, con le diverse sottovarietà: Lampia, Michet e Rosè), coltivato in zone uniche, nel tempo divenute veri must e fiori all’occhiello, nonché simbolo di orgoglio e vanto che ogni anno i quasi 800 produttori mostrano al panorama vinicolo mondiale.

Nel 1600 l’uva Nebbiolo era già apprezzata e consumata dai nobili e dai Reali di Casa Savoia, ma è grazie al contributo del Conte Camillo Benso di Cavour e alla sua chiamata all’enologo francese Alexandre-Pierre Odart, che i processi di produzione migliorarono, portando alla creazione del “Re dei vini”, che da quel momento vide iniziare la propria scalata al successo e alla conquista dei palati più sopraffini del mondo.

I primi riconoscimenti arrivarono a partire dal 1873, con ben 7 medaglie d’oro vinte al concorso di Vienna, che confermarono che il Barolo era un vino adatto all’invecchiamento. Da allora il successo non si è mai fermato e oggi il Barolo si presenta come un vino di sicura presenza sulle nostre tavole, un invito al concedersi un momento di estasi, un viaggio dalle dinamiche evolutive che solo il tempo è capace di trasformare in importante ed esclusivo, un vino da aprire nelle ricorrenze più significative.

Dopo il periodo di stagnazione causato dall’arrivo della fillossera e dal susseguirsi delle guerre per il predominio dell’Europa ad opera dei francesi, la zona di origine del Barolo venne delimitata per la prima volta nel 1909 dal Comitato Agrario di Alba. Un altro passo di svolta avvenne nel 1933, quando il Barolo fu riconosciuto come “vino tipico di pregio” e l’anno successivo, quando, il 30 giugno venne fondato il Consorzio dei vini tipici di Barolo e Barbaresco. L’ultimo suggello arrivò nel 1966, con il riconoscimento della DOC, a conferma che a rendere importante il Barolo era ed è la sua struttura che esprime un bouquet complesso e avvolgente, in grado di svilupparsi nel tempo senza perdere le sue caratteristiche organolettiche.

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 09.01.1970, G.U. 72 del 21.03.1970 - Approvato DOCG con D.M. 27.06.2008, G.U. 158 del 08.07.2008

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Barbera del Monferrato superiore D.O.C.G.

La Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Barbera del Monferrato Superiore” è riservata ai vini rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie, specificazioni aggiuntive o menzioni:

  • Barbera del Monferrato Superiore

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Barbera del Monferrato Superiore

 

  • Barbera del Monferrato Superiore (Vino Rosso Superiore)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Barbera
  • =< 15% Freisa, Grignolino e Dolcetto, da soli o congiuntamente
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico (anche per la menzione Vigna)
  • Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino tendente al rosso granato con l’invecchiamento, odore intenso e caratteristico, tendente all’etereo con l’invecchiamento, dal sapore asciutto, tranquillo, di corpo, con adeguato invecchiamento più armonico, gradevole e di gusto pieno.
  • Abbinamenti: Bagna cauda, Minestre, Panissa, Bolliti, Formaggi semiduri, Gorgonzola.

  • Barbera del Monferrato Superiore Vigna (Vino Rosso Superiore Vigna)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Barbera
  • =< 15% Freisa, Grignolino e Dolcetto, da soli o congiuntamente
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico (anche per la menzione Vigna)
  • Vino Rosso Superiore Vigna dal colore rosso rubino tendente al rosso granato con l’invecchiamento, odore intenso e caratteristico, tendente all’etereo con l’invecchiamento, dal sapore asciutto, tranquillo, di corpo, con adeguato invecchiamento più armonico, gradevole e di gusto pieno.
  • Abbinamenti: Bagna cauda, Minestre, Panissa, Bolliti, Formaggi semiduri, Gorgonzola.

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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Barbera del Monferrato Superiore

L’area di produzione è posta nel territorio del Monferrato caratterizzata da un sistema collinare poco elevato, compreso per lo più tra i 150 e i 400 metri di altitudine, clima temperato o temperato-caldo, poco ventoso e con una piovosità annuale media intorno ai 700 millimetri.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Barbera del Monferrato Superiore è localizzata in:

  • provincia di Alessandria, il territorio dei comuni di: a) Alto Monferrato: Acqui, Alice Bel Colle, Belforte, Bergamasco, Borgoratto Alessandrino, Bistagno, Carpeneto, Capriata d’Orba, Cartosio, Carentino, Cassine, Cassinelle, Castelletto d’Erro, Castelletto d’Orba, Castelnuovo Bormida, Cavatore, Cremolino, Denice, Frascaro, Gamalero, S. Rocco di Gamalero, Grognardo, Lerma, Melazzo, Merana, Malvicino, Molare, Montaldeo, Montaldo Bormida, Morbello, Morsasco, Montechiaro d’Acqui, Orsara Bormida, Ovada, Pareto, Ponti, Ponzone, Prasco, Predosa, Ricaldone, Rivalta Bormida, Rocca Grimalda, Sezzadio, Silvano d’Orba, Spigno Monferrato, Strevi, Tagliolo, Terzo, Trisobbio e Visone; b) Basso Monferrato: Alfiano Natta, Altavilla Monferrato, Bassignana, Camagna, Camino, Casale Monferrato, Castelletto Merli, Castelletto Monferrato, Cellamonte, Cereseto, Cerrina, Coniolo, Conzano, Cuccaro, Fubine, Frassinello Monferrato, Gabiano, Lu Monferrato, Masio, Mirabello Monferrato, Mombello Monferrato, Moncestino, Montecastello, Murisengo, Occimiano, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Olivola, Ottiglio Monferrato, Ozzano, Pomaro Monferrato, Pecetto di Valenza, Pietra Marazzi, Pontestura, Ponzano Monferrato, Quargnento, Rosignano Monferrato, Rivarone, Sala, San Salvatore Monferrato, San Giorgio Monferrato, Serralunga di Crea, Solonghello, Terruggia, Treville, Valenza, Vignale, Villadeati e Villamiroglio.
  • provincia di Asti, il territorio dei comuni di Agliano Terme, Albugnano, Antignano, Aramengo, Asti, Azzano d’Asti, Baldichieri, Belveglio, Berzano San Pietro, Bruno, Bubbio, Buttigliera d’Asti, Calamandrana, Calliano, Calosso, Camerano Casasco, Canelli, Cantarana, Capriglio, Casorzo, Cassinasco, Castagnole Lanze, Castagnole Monferrato, Castel Boglione, Castell’Alfero, Castellero, Castelletto Molina, Castello d’Annone, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea, Castelnuovo Don Bosco, Castel Rocchero, Celle Enomondo, Cerreto d’Asti, Cerro Tanaro, Cessole, Chiusano d’Asti, Cinaglio, Cisterna d’Asti, Coazzolo, Cocconato, Corsione, Cortandone, Cortanze, Cortazzone, Cortiglione, Cossombrato, Costigliole d’Asti, Cunico, Dusino San Michele, Ferrere, Fontanile, Frinco, Grana, Grazzano Badoglio, Incisa Scapaccino, Isola d’Asti, Loazzolo, Maranzana, Maretto, Moasca, Mombaldone, Mombaruzzo, Mombercelli, Monale, Monastero Bormida, Moncalvo, Moncucco Torinese, Mongardino, Montabone, Montafia, Montaldo Scarampi, Montechiaro d’Asti, Montegrosso d’Asti, Montemagno, Montiglio Monferrato, Moransengo, Nizza Monferrato, Olmo Gentile, Passerano Marmorito, Penango, Piea, Pino d’Asti, Piovà Massaia, Portacomaro, Quaranti, Refrancore, Revigliasco d’Asti, Roatto, Robella, Rocca d’Arazzo, Roccaverano, Rocchetta Palafea, Rocchetta Tanaro, San Damiano d’Asti, San Giorgio Scarampi, San Martino Alfieri, San Marzano Oliveto, San Paolo Solbrito, Scurzolengo, Serole Sessame, Settime, Soglio, Tigliole, Tonco, Tonengo, Vaglio Serra, Valfenera, Vesime, Viale d’Asti, Viarigi, Vigliano, Villafranca d’Asti, Villa San Secondo e Vinchio.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Barbera del Monferrato Superiore

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Barbera del Monferrato Superiore prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino finito non dovrà essere superiore al 70%. Qualora tale resa superi la percentuale sopra indicata, ma non oltre il 75%, l’eccedenza non avrà diritto alla Denominazione di Origine Controllata e Garantita, oltre detto limite percentuale decade il diritto alla denominazione di origine controllata e garantita per tutto il prodotto.
  • Nel rispetto della % di resa uva/vino e in presenza di determinati requisiti di coltivazione può essere menzionata la dizione "Vigna".
  • I vini Barbera del Monferrato Superiore e la tipologia "Vigna" devono essere sottoposti ad un periodo di invecchiamento minimo di 14 mesi di cui 6 in legno (Botti di rovere di qualsiasi dimensione).
  • E’ ammessa la colmatura con uguale vino conservato in altri contenitori, per non più del 10% del totale del volume, nel corso dell’intero invecchiamento obbligatorio.
  • Relativamente alle uve destinate alla produzione dei vini D.O.C.G. Barbera del Monverrato Superiore è consentito mutare la scelta vendemmiale verso le denominazioni di origine Monferrato rosso, Piemonte Barbera e Monferrato Chiaretto e Ciaret.
  • I vini destinati alla D.O.C.G. “Barbera d’Asti” possono essere riclassificati, con la denominazione di origine controllata Monferrato rosso o Piemonte Barbera.

4. Produttori di Vino DOCG Barbera del Monferrato Superiore

Con l’utilizzo della DOCG Barbera del Monferrato Superiore i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Barbera del Monferrato Superiore

Piatti di carne rossa, selvaggina e formaggi ovini stagionati.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Barbera del Monferrato Superiore

Il Barbera appare nel 1798, alla stesura della prima ampelografia dei vitigni coltivati sul territorio piemontese compiuta dal conte Nuvolone, sotto il nome di “Vitis vinifera Montisferratensis”. Tale denominazione si doveva al nome storico della regione collinosa, centro principale ancora oggi, di coltivazione del vitigno Barbera: il Monferrato. Con ogni probabilità la varietà di uva Barbera è nata da uno spontaneo incrocio di semi di vitigni più antichi. E’ certo però, che le origini del vitigno Barbera sono antichissime, anche se i documenti che ne danno testimonianza risalgono solamente a qualche secolo fa. Infatti, la prima traccia formale del Barbera si trova in un documento del XVIII secolo conservato nel municipio di Nizza Monferrato.

In ordine cronologico, la prima grande lode al Barbera è raccontata da Paolo Diacono secondo il quale nella battaglia di Refrancore del 663, le schiere dei Longobardi di Grimaldo batterono i Franchi dopo averli ubriacati con vino delle cantine vicine. Si racconta infatti che per l’occasione i Longobardi riempirono di questo vino numerosissime anfore che disseminarono appositamente per i campi. Queste servirono da richiamo per i Franchi i quali le svuotarono avidamente.

Oggi il vino Barbera rappresenta circa il 50% dell’intera produzione viticola del Piemonte. Si può affermare, infatti, che il Barbera è il vino del Piemonte per antonomasia al punto tale da immedesimarsi con l’immagine vinicola della Regione.

BARBERA D'ASTI DOCG

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 09.01.1970, G.U. 73 del 23.03.1970 - Approvato DOCG con D.M. 08.07.2008, G.U. 169 del 21.07.2008

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento del 19.11.2014 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Barbera d'Asti D.O.C.G. 

La denominazione di origine controllata e garantita (D.O.C.G.) “Barbera d’Asti” è riservata ai vini rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal presente disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie, specificazioni aggiuntive o menzioni:

  1. Barbera d’Asti
  2. Barbera d’Asti Superiore
  3. Sottozona Colli Astiani o Astiano »
  4. Sottozona Tinella »

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Barbera d'Asti

 

  • Barbera d'Asti (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 90% Vitigno Barbera
  • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al rosso granato con l’invecchiamento, odore intenso e caratteristico, tendente all’etereo con l’invecchiamento e sapore asciutto tranquillo, di corpo, con adeguato invecchiamento più armonico, gradevole, di gusto pieno.
  • Abbinamenti: Bagna cauda, Minestre, Panissa, Bolliti, Formaggi semiduri, Gorgonzola.

  • Barbera d'Asti Superiore (Vino Rosso Superiore)
  • Versioni: Secco
  • => 90% Vitigno Barbera
  • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino tendente al rosso granato con l’invecchiamento, odore intenso e caratteristico, tendente all’etereo con l’invecchiamento e sapore asciutto tranquillo, di corpo, con adeguato invecchiamento più armonico, gradevole, di gusto pieno.
  • Abbinamenti: Bagna cauda, Minestre, Panissa, Bolliti, Formaggi semiduri, Gorgonzola.

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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Barbera d'Asti

L’area di produzione è posta nel territorio del Monferrato caratterizzata da un sistema collinare poco elevato, compreso per lo più tra i 150 e i 400 metri di altitudine, clima temperato o temperato-caldo, poco ventoso e con una piovosità annuale media intorno ai 700 millimetri.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Barbera d'Asti è localizzata in:

  • provincia di Asti, e comprende il territorio dei comuni di Agliano Terme, Albugnano, Antignano, Aramengo, Asti, Azzano d’Asti, Baldichieri, Belveglio, Berzano S. Pietro, Bruno, Bubbio, Buttigliera d’Asti, Calamandrana, Calliano, Calosso, Camerano Casasco, Canelli, Cantarana, Capriglio, Casorzo, Cassinasco, Castagnole Lanze, Castagnole Monferrato, Castel Boglione, Castell’Alfero, Castellero, Castelletto Molina, Castello d’Annone, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea, Castelnuovo Don Bosco, Castel Rocchero, Celle Enomondo, Cerreto d’Asti, Cerro Tanaro, Cessole, Chiusano d’Asti, Cinaglio, Cisterna d’Asti, Coazzolo, Cocconato, Corsione, Cortandone, Cortanze, Cortazzone, Cortiglione, Cossombrato, Costigliole d’Asti, Cunico, Dusino San Michele, Ferrere, Fontanile, Frinco, Grana, Grazzano Badoglio, Incisa Scapaccino, Isola d’Asti, Loazzolo, Maranzana, Maretto, Moasca, Mombaldone, Mombaruzzo, Mombercelli, Monale, Monastero Bormida, Moncalvo, Moncucco Torinese, Mongardino, Montabone, Montafia, Montaldo Scarampi, Montechiaro d’Asti, Montegrosso d’Asti, Montemagno, Montiglio Monferrato, Moransengo, Nizza Monferrato, Olmo Gentile, Passerano Marmorito, Penango, Piea, Pino d’Asti, Piovà Massaia, Portacomaro, Quaranti, Refrancore, Revigliasco d’Asti, Roatto, Robella, Rocca d’Arazzo, Roccaverano, Rocchetta Palafea, Rocchetta Tanaro, San Damiano D’Asti, San Giorgio Scarampi, San Martino Alfieri, San Marzano Oliveto, San Paolo Solbrito, Scurzolengo, Serole, Sessame, Settime, Soglio, Tigliole, Tonco, Tonengo, Vaglio Serra, Valfenera, Vesime, Viale d’Asti, Viarigi, Vigliano, Villafranca d’Asti, Villa San Secondo e Vinchio.
  • provincia di Alessandria, e comprende il territorio dei comuni di Acqui, Alfiano Natta, Alice Bel Colle, Altavilla Monferrato, Bergamasco, Bistagno, Borgoratto Alessandrino, Camagna Monferrato, Camino, Carentino, Casale Monferrato, Cassine, Castelletto Merli, Cellamonte, Cereseto, Cerrina, Coniolo, Conzano, Cuccaro Monferrato, Frascaro, Frassinello Monferrato, Fubine, Gabiano, Gamalero, Lu Monferrato, Mirabello Monferrato, Mombello Monferrato, Moncestino, Murisengo, Occimiano, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Olivola, Ottiglio, Ozzano Monferrato, Pontestura, Ponzano Monferrato, Ricaldone, Rosignano Monferrato, Sala Monferrato, S. Giorgio Monferrato, S. Salvatore Monferrato, Serralunga di Crea, Solonghello, Strevi, Terruggia, Terzo, Treville, Vignale, Villadeati e Villamiroglio.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Barbera d'Asti

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Barbera d'Asti prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino finito non dovrà essere superiore al 70% per entrambe tipologie di Barbera d'Asti. Qualora tale resa superi la percentuale indicata, ma non oltre il 75%, l’eccedenza non avrà diritto alla D.O.C.G. e oltre detto limite percentuale decade il diritto alla D.O.C.G. per tutto il prodotto.
  • Nel rispetto della % di resa uva/vino e in presenza di determinati requisiti di coltivazione può essere menzionata la dizione "Vigna".
  • I seguenti vini devono essere sottoposti ad un periodo di invecchiamento:
    • Barbera d’Asti minimo 4 mesi;
    • Barbera d’Asti “Vigna” minimo 4 mesi;
    • Barbera d’Asti Superiore minimo 14 mesi di cui 6 in legno;
    • Barbera d’Asti Superiore “Vigna” minimo 14 mesi di cui 6 in legno.
  • E’ ammessa la colmatura con uguale vino conservato in altri contenitori, per non più del 10% del totale del volume, nel corso dell’intero invecchiamento obbligatorio.
  • Relativamente alle uve destinate alla produzione dei vini D.O.C.G. Barbera d’Asti è consentito mutare la scelta vendemmiale verso le denominazioni di origine Monferrato rosso, Piemonte Barbera e Monferrato Chiaretto e Ciaret.
  • I vini destinati alla D.O.C.G. “Barbera d’Asti” possono essere riclassificati, con la denominazione di origine controllata “Monferrato” rosso, “Piemonte” Barbera, “Piemonte” rosso.

4. Produttori di Vino DOCG Barbera d'Asti

Con l’utilizzo della DOCG Barbera d'Asti i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Barbera d'Asti

Primi piatti con sughi elaborati, arrosti, brasati, selvaggina e formaggi stagionati.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Barbera d'Asti

Le origini di questo vitigno sono antichissime, ma i primi documenti che ne danno testimonianza risalgono solamente a qualche secolo fa. Infatti, la prima traccia formale del Barbera si trova in un documento del XVII secolo conservato nel Municipio di Nizza Monferrato. Mentre se ne fa mensione ufficiale solo nel 1798, alla stesura della prima ampelografia dei vitigni coltivati sul territorio piemontese compiuta dal conte Nuvolose, vicedirettore della Società Agraria di Torino. “Vino possente, sempre piuttosto severo, ma ricco d’un profumo squisito, e d’un sapore che alla forza accoppia la finezza”.

Il Barbera, o meglio la Barbera secondo la tradizione piemontese, è uno dei vini più noti ed apprezzati in tutta Italia per la generosità del carattere alcolico. Il suo primo cantore poetico fu Giosuè Carducci che scrisse di “Generosa Barbera” capace di far sentire forte chi se la beve. Più di recente, Cesare Pavese scrisse di questo vino in una delle sue lettere definendolo “… leggendario”.

Riconosciuta come DOC dal 1970, la denominazione di origine controllata e garantita “Barbera d’Asti” è stata istituita nel 2008 ed è riservata ai vini rossi delle seguenti tipologie: “Barbera d’Asti” e “Barbera d’Asti” superiore; anche con l’eventuale specificazione delle sottozone “Nizza”, “Tinella” e “Colli Astiani” o “Astiano”.

Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

Assovini

Assovini.it è il sito del Vino e delle Cantine ideato nel 1986 e realizzato da un team di Sommelier con la collaborazione di Enologi e Produttori per diffondere i migliori Vini italiani nel mondo.

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