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ROSSO PICENO DOC

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 11.08.1968, G.U. 245 del 26.09.1968

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche - in GU n.36 del 13.02.2024 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Rosso Piceno (o Piceno) D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Rosso Piceno (o Piceno)” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso Piceno
  2. Rosso Piceno Novello
  3. Rosso Piceno Superiore
  4. Rosso Piceno Sangiovese

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Rosso Piceno

 

  • Rosso Piceno (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • >< 30-85% Vitigno Montepulciano
  • >< 15-50% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal Colore rosso rubino più o meno intenso; Odore caratteristico, delicato; Sapore armonico, gradevolmente asciutto.

  • Rosso Piceno Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco
  • >< 30-85% Vitigno Montepulciano
  • >< 15-50% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Novello dal Colore rosso rubino; Odore fragrante, fine, caratteristico; Sapore asciutto, armonico, vellutato.

  • Rosso Piceno Superiore (Vino Rosso Superiore)
  • Versioni: Secco
  • >< 30-85% Vitigno Montepulciano
  • >< 15-50% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Superiore dal Colore rosso rubino talvolta tendente al granato con l'invecchiamento; Odore gradevole, complesso, leggermente etereo; Sapore sapido, armonico, gradevolmente asciutto.

  • Rosso Piceno Sangiovese (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal Colore rosso rubino, più o meno intenso; Odore caratteristico, delicato; Sapore armonico, gradevolmente asciutto.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Rosso Piceno

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Rosso Piceno si estende sulla parte del territorio delle Marche che ha come confine nord il decorso del fiume Metauro, per le province di Pesaro ed Ancona, ed a sud il fiume Tronto che è confine con la regione Abruzzo. Il territorio adeguatamente ventilato e luminoso consente l'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Rosso Piceno è localizzata in:

  • provincia di Ancona e comprende il territorio di tutti i comuni delle provincia ad esclusione dei comuni di Ancona, Camerano, Numana, Sirolo, Osimo, Offagna Castelfidardo);
  • provincia di Macerata e comprende il territorio dei comuni di tutta la provincia;
  • provincia di Fermo e comprende il territorio dei comuni di tutta la provincia;
  • provincia di Ascoli Piceno e comprende il territorio dei comuni di tutta la provincia.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Rosso Piceno

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Rosso Piceno prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Rosso Piceno non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Il vino DOC Rosso Piceno Superiore deve essere sottoposto ad invecchiamento per circa 12 mesi e, comunque, immesso sul mercato non prima del 1° novembre dell'anno successivo alla vendemmia.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Rosso Piceno è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, soltanto se trattasi di bottiglie o contenitori di capacità non superiore a 3 litri.

4. Produttori di Vino DOC Rosso Piceno

Con l’utilizzo della DOC Rosso Piceno i Produttori Vinicoli Marchigiani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Rosso Piceno

Primi con sughi a base di carne, carni rosse e bianche alla brace e aromatizzate con aglio, rosmarino e tartufo, bolliti misti, fritti di carne.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Rosso Piceno

A partire dal X sec A.C. si hanno tracce sicure di viticoltura e di vinificazione nell’area del Rosso Piceno DOC, importate dai coloni greci ai quali si deve la fondazione della città di Ancona.

Nello stesso periodo anche l’azione degli Etruschi fu molto importante per la trasmissione delle prime nozioni tecniche della coltivazione della vite e delle tecniche enologiche, che si diffusero, data la vicinanza, nel territorio marchigiano dove erano istallati i Piceni.

Il dominio dei Romani con la loro relativa legislazione fu presente nelle Marche a partire dal 295 A.C. Plinio descrive oltre ai traffici marittimi di tutto il Piceno le varietà di viti coltivate a suo tempo e i relativi vini che se ne ricavavano. Altri autori romani come Apicio trattano della viticoltura nel territorio.

Nel Medioevo, venne reintrodotta la vite e si registra l’avvio della coltivazione in vigneti specializzati da parte dei monaci presenti nelle tante abbazie; sebbene una rinascita dell’attività agricola intesa non più come ricerca di una pura sussistenza, bensì come conduzione economica del bene della terra, in cui sono comprese la gestione delle vigne e la preparazione del vino.

Nell’età dei Comuni anche nell’area del Rosso Piceno, il miglioramento delle condizioni di vita coinvolge tutti gli strati sociali, ed il vino non è più solo bevanda liturgica ma se ne diffonde l’uso in diverse comunità di persone.

Nel sec. XIX l’arrivo di malattie e dei parassiti della vite (Oidio, Peronospora e Fillossera) misero in seria difficoltà i viticoltori che, vedevano le loro coltivazioni distrutte. I rimedi finalmente trovati per le stesse e la diffusione della conduzione mezzadrile, che univa in un contratto il capitale ed il lavoro permisero la ricostruzione della vitivinicoltura nelle Marche, attraverso la coltura promiscua, che manteneva in vita una certa attività enologica nell’azienda.

L’intervento comunitario negli anni 60- 70 consentì la ristrutturazione vitivinicola dell’area fino ai nostri giorni.

Il Vino DOC Rosso Piceno ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 11 agosto 1969.

ROSSO CONERO DOC

Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 21.07.1967, G.U. 210 del 22.08.1967

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. n. 91 del 19.04.2022  


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Rosso Conero D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Rosso Conero” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  • Rosso Conero

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Rosso Conero

 

  • Rosso Conero (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Montepulciano
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore gradevole, vinoso e sapore sapido, armonico, asciutto, ricco di corpo.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Rosso Conero

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Rosso Conero si estende sulle pendici del monte Conero che si erge sul mare Adriatico e le colline che discendono dallo stesso verso l’entroterra, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Rosso Conero è localizzata in:

  • provincia di Ancona e comprende il territorio dei comuni di Ancona, Offagna, Camerano, Sirolo, Numana e, in parte, il territorio dei comuni di Castelfidardo e Osimo.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Rosso Conero

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Rosso Conero prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Rosso Conero non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Rosso Conero è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

Persistenza aromatica e grande fruttato al palato sono le principali caratteristiche del vino Rosso Conero. Il colore è rubino intenso dalle sfumature violacee in età giovane e passa a toni più maturi, granati ed aranciati con il passare dell’affinamento, che può protrarsi anche oltre i 10 anni.

La pungente tannicità che si avverte se consumato entro il primo anno si sposta ad una piacevole morbidezza con il passare del tempo.

Strutturato e corposo, il Rosso Conero si fa notare per la sua iniziale vinosità che volge alla frutta, quasi confettura, con il trascorrere degli anni. Secco, asciutto e complesso, ha una grande sensazione pseudo-calorica dovuta alla bassa resa per ettaro delle uve, alla conformazione del terreno unita e all’esclusivo microclima presente nel promontorio del Conero.


4. Produttori di Vino DOC Rosso Conero

Con l’utilizzo della DOC Rosso Conero i Produttori Vinicoli Marchigiani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Rosso Conero

Primi piatti di pasta ripiena (tortellini, agnolotti, ravioli), conditi con salse rosse, anche di carne, stoccafisso all'anconetana.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Rosso Conero

L’area anconetana è stata influenzata dai Dori e dalla civiltà dorica, in quanto fondarono la città di Ancona. E proprio i coloni greci 10 secoli a.C. hanno lasciato tracce sicure di viticoltura e di vinificazione. Altrettanto si può dire per gli Etruschi ai quali si possono attribuire le prime nozioni tecniche di coltivazione della vite e di elaborazione enologica, che si diffusero anche nel territorio marchigiano dov’erano installati i Piceni.

Che i Piceni conoscessero l’uva e il vino è dimostrato dal ritrovamento archeologico di circa 200 vinaccioli di Vitis Vinifera in una tomba in quel di Matelica del VII sec. a.c.. L’influenza di Roma consentì a Plinio di descrivere un centinaio di varietà di viti coltivate nell’area Picena al suo tempo e di dire “sul mare Adriatico si può citare, fra gli altri, il vino “Pretoriano” prodotto nella zona di Ancona”.

E, ancora, Apicio Marco Gavio, personaggio romano di arte culinaria, ricorda un vino “anconetanum”, rosso e piuttosto corposo.

La presenza nel territorio di numerose aziende agricole con una lunga tradizione vitivinicola e le residenze storiche costruite negli scorsi secoli destinando il piano terra alla trasformazione vinicola hanno permesso la produzione di vini rossi che hanno affrontato il mercato con notevoli successi anche nelle competizioni di alto livello.

Produttori illuminati e cantine, anche di interesse architettonico, diedero avvio alla denominazione di origine con il rinnovo e l’espansione dei vigneti negli anni ‘60 confermando al vitigno Montepulciano la massima espressione del legame tra uve, vino e territorio e che qui esalta le sue migliori caratteristiche.

Il Vino DOC Rosso Conero ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 21 luglio 1967.

PERGOLA DOC

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 11.07.2005, G.U. 170 del 23.07.2005

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 30.11.2011   


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Pergola D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Pergola” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Aleatico, anche nelle tipologie Superiore, Riserva, Spumante, Passito
  2. Rosato, anche nella tipologia Frizzante
  3. Rosato (o Rosé) Spumante
  4. Rosso, anche nelle tipologie Novello, Superiore, Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Pergola

 

  • Pergola Aleatico (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Aleatico
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore variabile da rosso rubino con eventuali riflessi violacei a granato con note violacee, odore intenso, caratteristico floreale e sapore da secco a dolce, pieno, armonico.

  • Pergola Aleatico Superiore (Vino Rosso Superiore)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Aleatico
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Superiore dal colore variabile da rosso rubino con eventuali riflessi violacei a granato intenso, odore intenso, caratteristico floreale, etereo e sapore pieno ed armonico ben strutturato.

  • Pergola Aleatico Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Aleatico
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore variabile da rosso rubino con eventuali riflessi violacei a granato intenso, odore intenso, caratteristico, etereo e sapore pieno ed armonico ben strutturato.

  • Pergola Aleatico Spumante (Vino Rosso Spumante)
  • Versioni: Spumante Pas-dosè /Brut-nature /Extra-brut /Brut /Extra dry /Dry /Demi-sec /Doux
  • => 85% Vitigno Aleatico
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Spumante dalla spuma fine e persistente, colore  rosso rubino con eventuali riflessi violacei, odore caratteristico floreale e sapore da dosaggio zero a dolce, caratteristico, pieno, armonico, vivace.

  • Pergola Aleatico Passito (Vino Rosso Passito)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 85% Vitigno Aleatico
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 15% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Passito dal colore variabile da rosa tenue a rosso chiaro o granato tendente all'aranciato con l'affinamento, odore intenso, etereo e sapore da secco a dolce, morbido, vellutato.

  • Pergola Rosato (o Rosè) (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigno Aleatico
  • =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosato vivace, odore floreale fruttato e sapore fresco, vivace.

  • Pergola Rosato (o Rosè) Frizzante (Vino Rosato Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 60% Vitigno Aleatico
  • =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore rosato vivace, odore floreale, fruttato e sapore da secco a dolce, fresco vivace.

  • Pergola Rosato (o Rosè) Spumante (Vino Rosato Spumante)
  • Versioni: Spumante Pas-dosè /Brut-nature /Extra-brut /Brut /Extra dry /Dry /Demi-sec /Doux
  • => 60% Vitigno Aleatico
  • =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Spumante dalla spuma fine ed effervescente, colore rosato vivace, odore floreale, fruttato e sapore da dosaggio zero a dolce, pieno, armonico, vivace.

  • Pergola Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigno Aleatico
  • =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore variabile da rosso rubino a granato, odore intenso, caratteristico e sapore pieno ed armonico.

  • Pergola Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigno Aleatico
  • =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino, odore floreale e sapore armonico, vivace.

  • Pergola Rosso Superiore (Vino Rosso Superiore)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigno Aleatico
  • =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Superiore dal colore variabile da rosso rubino a granato intenso, odore intenso caratteristico etereo e sapore pieno ed armonico ben strutturato.

  • Pergola Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigno Aleatico
  • =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore variabile da rosso rubino a granato intenso, odore intenso caratteristico etereo e sapore pieno ed armonico ben strutturato.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Pergola

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Pergola è posta a ridosso della catena montuosa appenninica e fa parte del territorio regionale di Media ed Alta Collina (MAC), percorsa dal fiume Cesano, distante circa Km 30 dal mare, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Pergola è localizzata in:

  • provincia di Pesaro-Urbino e comprende il territorio dei comuni di Pergola, Fratte Rosa, Frontone, Serra Sant'Abbondio e San Lorenzo in Campo.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Pergola

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Pergola prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Pergola non dovrà essere superiore al 70% e al 40% per le tipologie di Vino Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Pergola Passito devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 26°, ultimando il procedimento di vinificazione con l'invecchiamento per circa 12 mesi e, comunque, immesso sul mercato non prima del 1° novembre dell'anno successivo alla vendemmia.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Pergola è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione delle tipologie Frizzante e Spumante.

4. Produttori di Vino DOC Pergola

Con l’utilizzo della DOC Pergola i Produttori Vinicoli Marchigiani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Pergola

Salumi e formaggi del territorio non troppo stagionati tipo il formaggio di Fossa, arrosti di carni bianche, coratella di agnello con aglio fresco, lumache in porchetta dei monti dell'Appennino, pollo con i peperoni, maltagliati con fagioli, trippe alla marchigiana.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Pergola

Già il nome Pergola riconduce ad un pergolato viticolo ed il vitigno “Pergola” è giunto dalle colline umbre, dove già si trovava, probabilmente arrivato dalla vicina Toscana.

Lo scorrere dei secoli ha permesso la selezione di una “vernaccia rossa di Pergola”, come riporta la documentazione storica del 1600. Ai nostri tempi, nel XX secolo a memoria d’uomo, si parla di un vino locale chiamato “Vernaccia di Pergola” che i documenti storici riportano al 1520.

La vite giunse nel territorio in quanto portata da un nobile eugubino a Grifoleto, località inclusa nel territorio delimitato, nell’anno 1200. Nel 1500 un discendente della proprietà di cui sopra, agricoltore, curò la diffusione del vitigno, intuendone pregi e qualità, e ne curò la sua diffusione nell’areale.

Con l’arrivo della fillossera nell’area il vitigno ha conosciuto il suo completo declino. Il suo ripristino è trascurato anche quando avviene, all’inizio del 1900, l’avvio della nuova viticoltura su piede americano. Un primo serio studio del vitigno è opera di un Accademico Agrario di Pesaro, Giuseppe Mamiani, che effettuò nel 1833 uno studio comparato tra i vitigni autoctoni pesaresi con quelli della Toscana individuando una “Vernaccia nera” e un “Aleatico” ai quali si può ricondurre, per recenti ricerche ampelografiche, la “Vernaccia di Pegola”.

Nel 1875 ”l’Esposizione agraria regionale” svoltasi in Ferrara, vede la partecipazione di viticoltori con bottiglie di “Vernaccia”, sia pura che tagliata, con la dicitura “vino di lusso”. Nel Trattato di Ampelografia di N. Marzotto del 1925, sui vitigni più pregiati per la provincia di Pesaro cita le uve nere “Vernaccia nera, Vernaccia, Aleatico e San Gioveto.

Oggi, sulla base di ricerche scientifiche, è stato sciolto qualsiasi dubbio sulla identificazione del vitigno che non può essere considerato una varietà a se stante ma un clone del vitigno Aleatico. Questo vitigno ha trovato, a suo tempo, un’area elettiva di coltivazione nel territorio del Comune di Pergola e nei Comuni limitrofi per produrre il vino “Vernaccia di Pergola”.

Da pochi decenni, con l’impianto di nuovi vigneti, il vitigno riprende il suo ruolo per l’opera di illuminati viticoltori. La prima difficoltà si è manifestata con la mancata disponibilità del materiale di propagazione che è stato recuperato da antichi vitigni presenti su viti maritate all’acero nel territorio del già citato Grifoleto e su viti presenti nel chiostro di un convento di Pergola. L’attività vivaistica ha fatto il resto. Recuperata la base ampelografica e sostenuti dalla secolare tradizione produttiva che ancora riproduce nelle campagne l’alberata marchigiana (vite maritata all’acero), che per la Vernaccia sembra desse i migliori risultati, oggi sostituita dall’allevamento a controspalliera con potatura lunga a doppio archetto dei moderni vigneti, ne è conseguita la scelta di procedere al riconoscimento della denominazione.

Il Vino DOC Pergola ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 11 luglio 2005.

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 09.01.1985, G.U. 171 del 22.07.1985

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. 202 del 24.08.2021


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Lacrima di Morro (o Lacrima di Morro d'Alba) D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Lacrima di Morro (Lacrima di Morro d'Alba)” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Lacrima di Morro d'Alba
  2. Lacrima di Morro d'Alba Superiore
  3. Lacrima di Morro d'Alba Passito

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Lacrima di Morro d'Alba

 

  • Lacrima di Morro d'Alba (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Lacrima
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal Colore rosso rubino carico; Odore gradevole, intenso; Sapore gradevole, morbido, caratteristico.

  • Lacrima di Morro d'Alba Superiore (Vino Rosso Superiore)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Lacrima
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Superiore dal Colore rosso rubino carico; Odore gradevole, intenso; Sapore gradevole, morbido, caratteristico.

  • Lacrima di Morro d'Alba Passito (Vino Rosso Passito)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 85% Vitigno Lacrima
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
  • => 15% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Passito dal Colore rosso più o meno intenso, talvolta tendente al granato; Odore caratteristico più o meno intenso; Sapore armonico e vellutato

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Lacrima di Morro d'Alba

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Lacrima di Morro d'Alba si estende su un’area collinare anconetana, attraversata dai fiumi Cesano, Nevola e Misa, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Lacrima di Morro d'Alba è localizzata in:

  • provincia di Ancona e comprende il territorio dei comuni di Morro d'Alba, Monte S. Vito, S. Marcello, Belvedere Ostrense, Ostra e Senigallia.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Lacrima di Morro d'Alba

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Lacrima di Morro d'Alba prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Lacrima di Morro d'Alba non dovrà essere superiore al 70% e al 45% per la tipologia di Vino Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Lacrima di Morro d'Alba Passito devono essere sottoposte ad appassimento naturale sulla pianta fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 21°.
  • Il vino DOC Lacrima di Morro d'Alba Superiore deve essere sottoposto ad invecchiamento per circa 12 mesi e, comunque, immesso sul mercato non prima del 1° settembre dell'anno successivo alla vendemmia.
  • Il vino DOC Lacrima di Morro d'Alba Passito deve essere sottoposto ad invecchiamento per circa 15 mesi e, comunque, immesso sul mercato non prima del 1° dicembre dell'anno successivo alla vendemmia.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Lacrima di Morro d'Alba è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, se trattasi di bottiglie e contenitori non superiori a 3 litri.

4. Produttori di Vino DOC Lacrima di Morro d'Alba

Con l’utilizzo della DOC Lacrima di Morro d'Alba i Produttori Vinicoli Marchigiani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Lacrima di Morro d'Alba

Primi piatti al ragù, carni bianche, pasticceria secca.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Lacrima di Morro d'Alba

Dopo la caduta dell’Impero Romano, che aveva visto il diffondersi della coltivazione della vite e il commercio dei vini, come testimonia il ritrovamento in mare a Senigallia di anfore vinarie, le invasioni barbariche, la presenza dei Longobardi e le invasioni saracene dal mare, spinsero la popolazione del territorio interessato alla produzione degli attuali vini a denominazione d’origine “Lacrima di Morro d’Alba” o “Lacrima di Morro” ad erigere fortificazioni, destinate a divenire il fulcro di successivi insediamenti.

In questo territorio iniziò, a partire dal 900, “l’incastellamento” dei luoghi collinari, più facilmente difendibili dagli attacchi esterni; anche le vigne subirono una trasformazione e le alberate, diffuse in epoca romana, vennero sostituite da piccoli appezzamenti protetti da recinti dove la vite veniva spesso consociata con gli alberi da frutto. In tale epoca l’importanza economica della viticoltura si ridusse, ma le vigne continuarono ad essere presenti negli “horti conclusi”, spesso coltivate dai monaci per produrre il vino per le esigenze liturgiche.

Le tecniche di coltivazione della vite messe a punto in epoca romana furono così affinate e tramandate negli ambienti monastici, che svolsero un ruolo importante di salvaguardia della cultura agricola del territorio.

Nell’età dei Comuni, le migliorate condizioni economiche portarono ad aumenti della popolazione e dei fabbisogni alimentari, contribuendo al recupero e al consolidamento del ruolo della viticoltura, che divenne un tratto distintivo del territorio. Non si ha conoscenza da quando il vitigno Lacrima iniziò ad essere coltivato in quella che è la sua attuale area di elezione, ma sappiamo con precisione che la sua importanza e i suoi pregi erano già ben noti nel territorio regionale nella seconda metà del diciannovesimo secolo. Infatti, nel volume “La esposizione ampelografica marchigiana-abruzzese tenuta in Ancona il settembre 1872 e studi sulla vite e sul vino della provincia anconitana” pubblicato nel 1873 è inserita la descrizione del vitigno Lacrima, condotta su diversi campioni di foglie e di grappoli raccolti in differenti aree delle Marche, unitamente ai risultati dell’analisi chimico fisica dei vini monovarietali effettuata dal laboratorio del Regio Istituto Tecnico di Ancona. La descrizione è ben dettagliata, riguarda i diversi organi della vite, le fasi fenologiche e il comportamento nei confronti delle malattie. Viene evidenziata la precocità di germogliamento, la presenza di una sensibile componente aromatica e si riporta un lusinghiero giudizio sul vino “Ottimo vino aromatico, atteso il grato profumo..”.

Troviamo la descrizione di Lacrima anche nei Bollettini Ampelografici e, date le caratteristiche di pregio e l’importanza di questo vitigno nella viticoltura della provincia di Ancona della seconda metà dell’800, non stupisce che Lacrima sia stata una delle tre varietà di viti coltivate nelle Marche ad essere inserita nel primo volume dell’Ampelografia italiana, pubblicato a Torino nel 1879, a cura del Comitato Ampelografico Centrale. La descrizione di Lacrima riportata nell’Ampelografia italiana corrisponde perfettamente a quella della varietà che viene attualmente coltivata con questo nome nelle Marche, ma non concorda con quella che era stata precedentemente inserita dal Gallesio nella Pomona italiana, né corrisponde ad altri vitigni che portano lo stesso nome e che sono diffusi nelle aree meridionali del nostro paese.

Il Lacrima, quale vitigno antico e di grande pregio, ma di non facile coltivazione a causa della notevole precocità di germogliamento, ha visto un periodo di contrazione delle sue superfici coltivate durante la ricostituzione viticola del secondo dopoguerra, ma ha poi rafforzato la sua presenza nel territorio del Comune di Morro d’Alba (così denominato dal 1862 a partire dal suo antico nome romano) e in quello dei comuni limitrofi.

Il rinnovato interesse verso la coltivazione di Lacrima ed alle peculiari caratteristiche dei vini ottenuti ha quindi portato ad ottenere il riconoscimento della denominazione d’origine controllata “Lacrima di Morro” o “Lacrima di Morro d’Alba” nel 1985, che a sua volta ha dato ulteriore impulso allo sviluppo del territorio e al perfezionamento delle tecniche di gestione dei vigneti e di vinificazione delle uve.

Il Vino DOC Lacrima di Morro d'Alba ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 9 gennaio 1985.

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